GLI ANNI DEL POP
Pop Art
15/06/2001
Al Centre Pompidou di Parigi dal 15 marzo al 18 giugno 2001 un’esposizione dal carattere interdisciplinare che mette in scena lo stravagante e colorato mondo dell’arte Pop: una selezione di più di 500 sculture, 250 opere architettoniche e cortometraggi per tradurre la straordinaria confluenza di stili ed esperienze artistiche letteralmente esplosi fra gli anni Cinquanta e Sessanta.
E’ l’emergere di una protesta popolare, di una debole voce ribelle che prelude alla grande contestazione degli anni Sessanta: pochi altri sono stati i movimenti d’avanguardia che hanno raggiunto un così grande consenso popolare e molte sono state le opere Pop prodotte in quegli anni che si sono guadagnate rapidamente un posto nel pantheon dell’immaginario comune.
La mostra vuole innanzitutto rivalutare un movimento che ha raccolto anche molteplici pareri contrastanti nonché negativi, soprattutto da parte della critica. La Pop Art è stato prima di tutto un movimento ideologico, portatore di nuovi valori , espressione della stanchezza dei vecchi modelli di vita della società occidentale del dopo guerra; recuperato solo successivamente come movimento estetico, Pop–Art è il Nuovo Realismo francese di Hains, Villeglé, Arman, Raysse, César, del Gruppo Indipendente inglese di Hamilton e Paolozzi, degli americani Johns, Rauschenberg, e ancora Blake, Phillips, Hockney, Warhol, Lichtenstein, Rosenquist, Oldenburg, Ruscha e tutti coloro che costituirono la seconda generazione come Rancillac e Arroyo e il Realismo capitalista di Richter e Polke.
Sarebbe dunque estremamente illusorio pretendere di racchiudere in un unico ed omogeneo movimento una tendenza che invece accomuna esperienze, stili e temperamenti così diversi ma nello stesso tempo tutti caratterizzati dallo stesso bisogno di cambiamento. Lo stile Pop infatti, cambiò radicalmente il paesaggio quotidiano degli anni Cinquanta e Sessanta: dopo la ‘dittatura’ dei modernisti negli anni Cinquanta che – soprattutto negli Stati Uniti e in Scandinavia - imposero le forme rigide della linea dritta, dell’angolo, del punto, del ‘serio’, una ventata di aria fresca scosse il panorama artistico. Erano soprattutto giovani che si ribellavano all’austerità esprimendosi attraverso le linee morbide, sinuose, i colori sgargianti e improbabili. E' l’esplosione del cerchio che gioca un ruolo di catalizzatore, la luna - dipinta in tutte le sue forme- divenne grande protagonista, come espressione della natura passionale. La geometria Pop predilige nettamente la linea tonda e la sfera: l’hulla-hoop e il chupa-chups finiscono per essere raffigurati in tele bizzarre e colorate, è anche il trionfo dell’arte plastica con l’aiuto delle moderne invenzioni chimiche, colori e materiali sperimentali che autorizzano una libertà di espressione di forme inedite. Predominano l’arancione, il fucsia e il mandarino, il verde smeraldo, il viola e il blu che rendono la dimensione ludica e semiseria di questa nuova forma d’arte. Un’esuberanza che il buon gusto dell’epoca definì volgare.
L’esposizione, dal titolo ‘Gli anni del Pop’ , è una spettacolare galleria di opere curiose e stravaganti: mobili con moquette incorporata, tavolini e divani dalle forme curiose, sedili che raffigurano corpi sinuosi, sculture fatte di barattoli e scatole vuote di generi alimentari. La mostra comprende anche una rassegna cinematografica: sono previsti infatti tre cicli di programmazione con una selezione di circa sessanta titoli tra cortometraggi, girati di performances fuori set, fotografie, locandine e manifesti con altrettanti interventi e dibattiti. Fra i ‘pezzi’ più interessanti: il cinema britannico, il nuovo cinema americano, il cinema di Quebec, e ancora artisti come Jean-Danile Pollet, Jean-Luc Godard, Marguerite Duras, Luis Buñuel, Jean-Marie Straub e Danièle Huillet.
Centre Pompidou
Piazza Galeria 1 –Niveau 6
Tel 00 (0) 1 44 78 12 33
Tutti i giorni tranne il martedì
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