IL CAINO DI OLIVIERO TOSCANI

Courtesy of © olivierotoscanistudio | Oliviero Toscani: foto dal braccio della morte
 

06/03/2003

Oliviero Toscani ha presentato oggi a Sanremo un video realizzato per "Nessuno tocchi Caino", la canzone contro la pena di morte della coppia Ruggeri-Mirò. Siamo andati a chiedergli di raccontarci qualcosa della sua esperienza. Ma sarebbe stato impossibile non parlare anche d'altro. Un video per "Nessuno tocchi Caino". Come è andata? Bene. Molto bene. Loro hanno capito subito il senso e io sono riuscito a farlo in modo essenziale. Sono soddisfatto. Lei sostiene la causa contro la pena di morte da molto tempo – mi pare. Da quando ero bambino. È per questo che ha voluto girare il video o c’è anche un buon rapporto con Ruggeri? Ruggeri lo conoscevo da tanti anni. Ma credo che la ragione sia questa canzone un po’ anomala a Sanremo. E' questa la cosa interessante. In generale, come crede che un video possa raccontare una canzone? Ruggeri, preparandosi all’esperienza con lei, ha detto che “il video deve essere un compendio della creatività” e non una didascalia della canzone. Che ne pensa? L’informazione e la conoscenza aiutano a risolvere i problemi. La comprensione non può che portare risultati positivi. Questo video sicuramente non è un video commerciale. È un video che non cerca di essere seducente, come normalmente capita per i video. Eppoi parla di un problema anomalo nel campo della canzone, e soprattutto di Sanremo. E già questo è una provocazione. Solo il titolo della canzone, “Nessuno tocchi Caino”. È chiaro che non si cerca il consenso. Ruggeri non cerca consenso. È anche un po’ speciale. A me piace. Penso che sarà un buon lavoro. Di Sanremo che pensa? L’ha mai seguito? Ho mandato, qualche anno fa, un ragazzo a cantare una canzone che si chiamava “La croce”. Un napoletano, Alessio Bonomo. Arrivò ultimo. E la gente se la ricorda ancora quella canzone. Mentre magari le canzoni che hanno vinto il festival, anche quelle degli ultimissimi anni nessuno le ricorda. Molto strana la cosa. Feci poi un altro video per Geraldina Trovato, durante la guerra in Bosnia, titolo “Non è un film”. Altre esperienze di Sanremo non ne ho. L’unica cosa che posso dire è che normalmente non guardo Sanremo. Non ho un interesse diretto. Cosa comunica, il festival, dell’Italia? Sanremo è come Alberto Sordi. Uguale. Gli italiani lo guardano perché vedono quanto imbecille è il paese. Una definizione per Baudo? Devo dire che Baudo è molto meno scemo di quello che sembra. È un uomo che capisce la gente, capisce il talento. Per esempio, non ci sarebbe stato Benigni in televisione senza Baudo. E Sgarbi? Non male. Non mi disturba. No. Forse perché lo conosco. Ho letto un’intervista in cui sosteneva di non ascoltare mai musica, ma solo la radio: programmi stranieri di cui non capisce il significato. Solo rumore. No. Ascolto la musica anche alla radio. Piuttosto non guardo mai la televisione. Se non nel caso in cui abbia degli interessi diretti. Ma ce l’ha una televisione? Non l’ho in casa. Mai avuta una televisione in casa. Non la voglio.