Il Codice Resta

Il Codice Resta
 

14/02/2007

Libro d'arabeschi ed altri ornati è il titolo che sembra – attraverso fonti documentate – essere stato attribuito al volume ritrovato circa dieci anni fa nei ricchi fondi manoscritti della Biblioteca Comunale di Palermo grazie alle ricerche di Vincenzo Abbate, direttore della Galleria Regionale di Palazzo Abatellis e attento studioso del collezionismo seicentesco.

Dopo il suo rinvenimento, il volume è stato sottoposto ad una attenta valutazione conservativa e diagnostica, a cura dell’Istituto Nazionale per la Grafica di Roma diretto da Serenita Papaldo. Il Laboratorio di restauro di opere d’arte su carta, diretto dallo storico dell’arte Fabio Fiorani, ha curato il restauro e la diagnostica in ogni sua fase avvalendosi della collaborazione del Laboratorio di diagnostica delle matrici dell’Istituto, del Laboratorio di chimica dell’Istituto Centrale per il Restauro e del Laboratorio di chimica del Centro di Fotoriproduzione Legatoria e Restauro.

Le indagini conoscitive sui materiali hanno consentito la scelta dei procedimenti di restauro più idonei e l’approfondimento storico critico delle tecniche di esecuzione dei disegni. È stato così possibile evidenziare singolarmente i fogli e rendere fattibile l’esposizione di una selezione di oltre 120 raffinatissimi disegni, opere collezionate da Resta con l'ambizioso progetto di “ricostruire l’evoluzione del decoro in Italia dalla fine del Quattrocento sino ai suoi tempi, nelle molteplici applicazioni, dall’ornato architettonico all’oreficeria, con una attenzione particolare alla fortuna della grottesca nell’arte romana del Cinquecento”.

Parallelamente al restauro, Simonetta Prosperi Valenti Rodinò, docente dell'Università di Roma Tor Vergata, ha approfondito tutti gli aspetti scientifici giungendo alla conclusione che il volume ritrovato a Palermo è il più significativo arricchimento recente alla storia del collezionismo di grafica del Seicento in Italia. 

Il Libro d'arabeschi, ovvero Il Codice Resta di Palermo è composto da 242 pagine sulle quali sono stati incollati 292 disegni e 15 stampe (non tutti vanno in esposizione) e fa parte della raccolta di disegni di Padre Sebastiano Resta (Milano 1653 – Roma 1714), costituita da più di 30 volumi organizzati per argomenti o per scuole, tutti glossati da ampie scritte autografe del collezionista che fornivano importanti notizie sull'attribuzione, la provenienza e la storia dei fogli. Di questi volumi, oggi per la maggior parte smembrati ed i cui fogli sono confluiti nei fondi di grafica dei maggiori gabinetti di disegni di tutto il mondo, ne restano solo cinque ancora integri: la celebre Galleria Portatile e un piccolo volume di copie di Rubens da sculture antiche entrambi conservati nella Biblioteca Ambrosiana di Milano, un volumetto intitolato Correggio a Roma al British Museum di Londra, un piccolo taccuino del Figino oggi al Metropolitan Museum di New York, un volume di studi di un artista cortonesco alla Biblioteca Nazionale di Roma. Ad essi si aggiunge adesso il Codice ritrovato a Palermo.

In contemporanea con la mostra di Palermo Silvana Editoriale pubblica un prestigioso volume di 356 pagine, dal titolo I disegni del Codice Resta di Palermo, con la riproduzione di tutti i disegni. Contiene saggi di Simonetta Prosperi Valenti Rodinò, Vincenzo Abbate e Filippo Guttuso nonché contributi di Marzia Faietti, Fabio Fiorani, Arnold Nesselrath, Cristina Riebesell, Richard Tuttle.

Libro d'arabeschi
Disegni ritrovati di un collezionista del Seicento

Palermo, Galleria d'Arte Moderna via Sant'Anna, 21 90133
Orari martedì – domenica ore 9,30 – 18,30  lunedì chiuso
Per informazioni e prenotazioni Call center  199.199.111



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