Il Museo Civico e il Museo della Ceramica di Bassano
Cinquecento veneto. Dipinti dall’Ermitage.
11/06/2001
Il Museo Civico di Bassano del Grappa, spazio nel quale è allestita la mostra sul Cinquecento Veneto, è uno dei più antichi musei civici della regione, essendo sorto nel 1828. Costituito come insieme di Museo, Biblioteca e Archivio Comunale è collocato dal 1840 nell’ex convento di San Francesco, nel cuore della città.
L’esposizione museale inizia dal Chiostro seicentesco del complesso, dove è sistemata una parte dei reperti archeologici: ritrovamenti villanoviani provenienti dalla necropoli di San Giorgio di Angarano, presso Bassano, documenti di età romana e quasi un migliaio di vasi in ceramica, bronzi, oggetti di oreficeria rinvenuti in Magna Grecia, donati alla città dal collezionista Virgilio Chini.
Nello stesso piano sono installati la Biblioteca, il ricchissimo Archivio ed il Gabinetto dei Disegni e delle Stampe, contenente la vasta raccolta della stamperia Remondini. Studenti delle scuole superiori animano, con l’assiduo vociare, il giardino interno durante le ore pomeridiane e rompono il silenzio che di mattina abita il luogo.
Nel 1993 il Museo ha visto un generale riassetto della Pinacoteca - che conserva cinquecento opere circa dal XIII al XX secolo – completata nel 1998 con la riapertura della sezione dei dipinti dell’Ottocento e del Novecento. Il nucleo più consistente della vasta esposizione è dedicato a Jacopo Bassano (1510-1592) e alla sua bottega. Le diciassette tele esposte provengono dalle chiese della città e del territorio, soppresse in età napoleonica, e dal Palazzo Pretorio e costituiscono il nucleo primigenio del museo. Di Jacopo, uno dei protagonisti dell’arte del Cinquecento in Italia, sono esposti: la Fuga in Egitto del 1534, opera giovanile nella quale è evidente il riferimento a Tiziano e alla produzione bresciana del tempo, ravvisabile nella resa naturalistica e negli inserti ritrattistici; gli affreschi con La Madonna in trono tra Santi e con Il Martirio di Santa Caterina, nei quali si ravvisa il cambiamento in direzione manieristica. Il San Giovanni Battista nel deserto e l’Adorazione dei pastori del 1568 presentano un nuovo modo di utilizzare la luce, rendendola protagonista, insieme ad una intensa e intima liricità. La produzione tarda è documentata con la serie dei notturni, genere di larga fortuna nel mercato artistico del tempo.
Particolare menzione merita l’eccezionale raccolta di materiali canoviani che qualifica il museo come uno degli istituti più importanti per lo studio dell’opera del grande maestro del neoclassicismo. Alla morte dell’artista (1822) il fratellastro, Giovanni Battista Sartori, lasciò infatti al Museo quasi tutto il patrimonio grafico costituito da 1764 fogli, con disegni per lo più a penna e a matita raccolti in dieci album e otto taccuini, 6685 documenti, fra cui 598 lettere autografe e 4081 indirizzate allo scultore, una serie di scritti autobiografici, la biblioteca, la raccolta delle incisioni tratte dalle sue opere, alcuni rari dipinti della sua collezione privata.
Di Canova sono custoditi anche tutti gli originali monocromi (che in autunno verranno temporaneamente trasferiti a San Pietroburgo), donati al museo da Pietro Stecchini, altro bassanese illustre, alcuni modelli in gesso e un bellissimo olio di Ercole che saetta i figli.
Un rapido accenno merita anche il Museo della Ceramica di Palazzo Sturm, sulla riva sinistra del Brenta (l’ingresso è gratuito per i visitatori della mostra). Costruito nel XVIII secolo, il palazzo accoglie i turisti con un bel pronao ionico ed un salone affrescato in gusto rocaille dal veronese Giorgio Anselmi (1765). La collezione di maioliche, porcellane, terraglie è disposta cronologicamente, dai frammenti medievali alle maioliche dei Manardi, che nei secoli XVII e XVIII avevano la propria sede in una vicina via. La produzione degli Antonibon è quella meglio documentata. Le loro maioliche sono esposte seguendo lo sviluppo dei decori. Dal 1750 al 1815 circa si passa con continuità dalle divertenti figure mitologiche di gusto Luigi XV alle eleganti citazioni dei cicli pompeiani e alle scene di apoteosi napoleonica. L’ampia veranda offre una cornice appropriata alla ceramica di gusto eclettico (1880-1900), mentre nella vecchia cucina sono esposte le collezioni di piatti popolari e il piano inferiore è interamente dedicato alla ceramica contemporanea, con opere di artisti di fama internazionale.
Museo Civico
Piazza Garibaldi, Bassano del Grappa (Vicenza)
Orari di apertura: mar-sab 9-18.30; dom. 15.30-18.30
Tel. 0424-522235
Sito internet: www.x-land.it/museobassano
Museo della Ceramica, Palazzo Sturm
Via Schiavonetti, Bassano del Grappa (Vicenza)
Orari di apertura (dal 1 giugno al 30 settembre): mar-sab 9-12.30 e 15.30-18.30; dom 10-12.30
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