Il tratto ironico di Pettibon

courtesy of © Museion, Bolzano | Disegno di Raymond Pettibon
 

27/01/2003

E' di scena al Museo d'arte moderna e contemporanea di Bolzano fino al prossimo 4 maggio la mostra dedicata alle opere di Raymond Pettibon, artista statunitense di grosso calibro che ha saputo inventare uno stile creativo non convenzionale ma di grande impatto interpretando in chiave originale i fenomeni culturali underground maturati oltreoceano dagli anni '60 fino ai tempi più recenti. Nella produzione di Pettibon gli elementi tratti dal suggestivo repertorio di personaggi ed eroi a fumetto che l'industria editoriale americana a sfornato in gran numero nella seconda metà del secolo scorso, si mescolano a spunti originali ispirati alla ricca produzione hollywoodiana di B-movies e al linguaggio televisivo di certe opere seriali. Il tutto rielaborato in chiave personale dove letteratura e poesia affiancano il tratto deciso del disegno contribuendo ad arricchirlo di un significato ulteriore. Una carrellata di 150 disegni ad inchiostro per lo più inediti e realizzati nel corso degli anni ottanta sono ora esposti negli ambienti del Museo bolzanino. Si tratta di quadri realizzati con l'impiego di strumenti poveri come penne, matite, acquerelli, gessi. Sono inoltre presenti una serie di video realizzati dallo stesso autore e un grande lavoro a parete appositamente progettato per l'evento italiano. Paragonato ad artisti come William Blake, Roy Lichtenstein e R. Crumb Raymond Pettibon si è ritagliato una posizione di riguardo sulla scena artistica internazionale grazie all'abilità con cui è riuscito a rappresentare i contrasti insiti nella subcultura americana, situandosi in quel punto del crocevia di comunicazione dove ironia e sincerità, fiducia e scetticismo, confidenza e dubbio trovano paritetica espressione. Ragazzo di Tucson, Arizona dove nacque nel 1957, Pettibon ha respirato l'aria della West Coast fin da giovane. I suoi esordi cominciano tra i banchi della UCLA o meglio, nelle tipografie dei giornalini universitari come "The Daily Brain" per i quali realizza vignette a sfondo politico. I temi scelti si concentrano sulla satira sociale con rimandi alle grandi tematiche della religione, del sesso, dell'arte. Sono gli anni delle rivolte studentesche contro la guerra in Corea e in Vietnam, dei movimenti hippy e della rivoluzione sessuale, della sperimentazione di droghe e della nascita della cultura pop: è questo il clima generale a cui fanno da sfondo le canzoni dei Beatles, di Jimi Hendrix, di Jim Morrison e dei Doors, di Elvis e di Bob Dylan. Il linguaggio di Pettibon si contraddistingue per la pluralità delle fonti da cui trae ispirazione e per il déplacement delle stesse dal contesto d'origine. A partire dagli anni Ottanta comincia la grande stagione delle personali: l'attenzione di Pettibon si concentra sul fenomeno Punk. E' in quegli anni infatti che comincia la collaborazione con la SST Records, una casa discografica che dà alle stampe tra l'altro alcune zines dell'artista come "Captive Chains", "Tripping Corpse", "Freud's Universe" e "My Struggle for Life after Death". Lo stesso Pettibon si lancia nell'avventura musicale fondando una band punk-hardcore, i Black Flag, insieme al fratello: sarà opera sua la cover dell'album "My War" e di "Goo" dei Sonic Youth. Dal 1989 l'artista si dedica alla realizzazione di alcuni video ispirati alla cultura di massa degli anni sessanta-settanta dove i protagonisti sono i giovani adolescenti Punk, in altri gli studenti rivoluzionari delle università. Arriva dunque a Bolzano la prima personale in Italia dell'artista americano dopo gli appuntamenti di Barcellona e di Kassel. Un'occasione per conoscere da vicino l'opera di un grande autore. Vai alla galleria immagini: Raymond Pettibon, le opere Per informazioni Museion - Museo d'arte moderna e contemporanea Bolzano via Sernesi, 1 Bolzano E-mail: info@museion.it http://www.museion.it Tel. 0471/312448