L’arte in Testa
Testa
07/03/2001
“[…]dovere del pubblicitario è comunicare attraverso il proprio lavoro quello che è il messaggio dell’arte del proprio tempo”. (Armando Testa)
Armando Testa nasce a Torino nel 1917, frequenta la scuola tipografica Vigliardi Paravia e viene a contatto attraverso Ezio D’Errico, pittore astratto, con il mondo dell’arte contemporanea al quale guarderà sempre con grande attenzione.
Nel 1937, a vent’anni, vince il suo primo concorso per la realizzazione di un manifesto, un disegno geometrico ideato per la casa di colori tipografici ICI.
Dopo la guerra lavora per importanti società come Martini & Rossi, Carpano, Borsalino e Pirelli. Lavora anche come illustratore per l’editoria e crea un piccolo studio di grafica. Nel 1956 nasce lo Studio Testa dedicato alla pubblicità non solo grafica ma anche televisiva.
Alcune delle aziende clienti dello Studio Testa conquistano ben presto un posto di primo piano sul mercato: Lavazza, Sasso, Carpano, Simmenthal, Lines.
Vince nel 1958 un concorso nazionale per il manifesto ufficiale delle Olimpiadi di Roma del 1960.
Nascono poi, fra gli anni Cinquanta e i Settanta, immagini e animazioni filmate per la televisione che sono rimaste nella storia della pubblicità, legati a slogan entrati nel linguaggio comune: il gioco grafico fra bianco/nero e positivo/negativo per il digestivo Antonetto (1960); le perfette geometrie della sfera sospesa sulla mezza sfera per l’aperitivo Punt e Mes, che in dialetto piemontese significa appunto “un punto e mezzo” (1960); i pupazzi conici di Caballero e Carmencita per il caffè Paulista di Lavazza (1965); gli sferici abitanti del pianeta Papalla per Philco (1969); Pippo l’ippopotamo azzurro per i pannolini Lines (1966-1967); e poi l’olio Sasso (1968); l’avvenente bionda Solvi Stubbing per la Birra Peroni (1968).
Come primo riconoscimento istituzionale del suo lavoro, è invitato a tenere la cattedra di disegno e composizione della stampa presso il Politecnico di Torino dal 1965 al 1971.
Nel 1968 riceve la Medaglia d’Oro del Ministero della Pubblica Istruzione per il suo contributo all’Arte Visiva, mentre nel 1975 la Federazione Italiana Pubblicità gli tributa la medaglia d’oro per benemerenza come riconoscimento per i successi conseguiti all’estero.
Nel 1978 lo Studio Testa diventa Armando Testa S.p.A che negli anni seguenti apre le sedi di Milano e Roma e continua a siglare campagne pubblicitarie di grande impatto.
Dalla metà degli anni Ottanta Testa, oltre che nella pubblicità vera e propria, si impegna nell’ideazione di manifesti per eventi e istituzioni culturali e di impegno sociale, da Amnesty International alla Croce Rossa, dal Festival dei Due Mondi di Spoleto al Teatro Regio di Torino.
Realizza marchi che contrassegnano enti culturali come il Salone del Libro e il Festival Cinema Giovani di Torino, e il Castello di Rivoli-Museo d’arte Contemporanea. La sua agenzia diventa la più grande fra quelle operanti in Italia in quel settore, con sedi nelle più importanti nazioni europee. Si dedica ad una ricerca pittorica di libera creatività negli anni Ottanta e Novanta.
La pubblicità viene ormai studiata come forma autonoma di espressione e comunicazione, e diverse istituzioni italiane e straniere dedicano a Testa mostre antologiche, che spesso comprendono la sua attività pittorica. Vanno ricordati il Padiglione d’Arte Contemporanea di Milano nel 1984, la Mole Antonelliana di Torino nel 1985, il Parson School of design Exhibition Center di New York nel 1987, il Circulo de Bellas Artes di Madrid nel 1989, il Palazzo Strozzi di Firenze nel 1993.
Nel 1989 diviene “Honor Laureate” presso la Colorado State University di Fort Collins.
Armando Testa muore a Torino il 20 marzo 1992.
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