L'Istituto Nazionale per la Grafica di Roma

Durer
 

19/11/2001

L'Istituto Nazionale per la Grafica a Roma sebbene nominalmente sia nato da un decreto ministeriale del 1975, ha origini ben più antiche. Da secoli infatti svolge attività di raccolta, di studio e di valorizzazione delle opere grafiche, senza tuttavia tralasciare la tecnologia moderna, con la tutela e la collezione di negativi e di stampe fotografiche o più recentemente di film o di video d'artista. La collezione dell’istituto (circa 135.000 stampe, 20.000 disegni, 23.000 matrici, 5.200 positivi e 8.370 negativi del Fondo storico fotografico), si distingue dalle altre importanti collezioni internazionali per la presenza del più vasto patrimonio di matrici calcografiche insieme con stampe, disegni e fotografie. Questo permette una feconda metodologia di studio delle opere, che possono essere confrontate con la matrice originale, con i differenti stati di stampa o con altri documenti relativi. Il patrimonio dell’Istituto si compone di tre nuclei fondamentali: la Calcografia, il fondo Corsini e il Fondo Nazionale. La Calcografia della Reverenda Camera Apostolica nasce dal lavoro della famiglia di stampatori-editori de' Rossi che operarono sul mercato romano per l’acquisto di numerose lastre del Cinquecento e commissionarono ed acquistarono le opere dei migliori incisori attivi nel XVII secolo, arrivando a formare un nucleo originario di migliaia di lastre. Incisori quali Raimondi, Marco Dente, Agostino Veneziano, Federico Barocci, Annibale Carracci, Jacques Callot, Il Maestro del Dado, vi erano rappresentati. C’erano inoltre le stampe di traduzione che riproducevano opere di artisti famosi come i cicli di affreschi e pitture di Raffaello, Michelangelo, Carracci, Guercino o la statuaria antica, l'architettura e le vedute o le ricostruzioni dall'antico. Nel corso dei secoli la calcografia ha continuato a commissionare lavori di traduzione di affreschi e dipinti, con la costante supervisione tecnica di commissioni artistiche di volta in volta istituite. Parallelamente venivano acquistate opere per arricchire il patrimonio artistico della calcografia. Uno dei fondi più prestigiosi, acquistato nel 1838, fu l'intera raccolta di lastre incise da Giovan Battista Piranesi. Nel XX secolo la diffusione della fotografia si andò a sostituire all’incisione nella sua principale funzione quella di riprodurre le opere d’arte. Per questo l’Istituto attraversò un momento di crisi che lo portò, alla fine del primo ventennio del Novecento, ad abbandonare le commissioni agli artisti. L’attività dell’Istituto si indirizzò così verso la promozione dello studio e della pratica dell'incisione. Alcuni artisti tenevano corsi sulle tecniche dell'arte incisoria e sull'evoluzione del linguaggio del segno in ambito contemporaneo. Gli artisti inoltre potevano eseguire tirature dalle loro lastre nella stamperia dell'Istituto, lasciando un esemplare in dono. Così fecero Leinardi, Perilli, Vespignani, Turcato, Santomaso, Dorazio, Capogrossi, che rappresentano solo una parte del nucleo di 1.200 stampe raccolte a seguito di questa iniziativa. Da segnalare la raccolta di lastre di Giorgio Morandi, la raccolta di matrici di Carlo Carrà e un fondo di circa 170 lastre antiche della famiglia Barberini. Un posto a parte merita la donazione di numerose opere voluta da Renzo Romero che ben rappresenta il periodo romano che va dagli anni ’60 agli anni ’80 di quel gruppo di artisti, tra i quali Capogrossi, Turcato, Dorazio, Consagra, che si incontravano nella sua stamperia-galleria. Il Fondo Corsini ha una nutrita raccolta di disegni che può essere divisa in due nuclei principali: il fondo di fogli del Barocco Romano e quello della Scuola Fiorentina. Il primo documenta l'attività svolta a Roma nel Seicento dalle scuole di Bernini, Pietro da Cortona e Maratta, con artisti e opere di alta qualità, che la rende una delle raccolte più preziose in campo internazionale. I disegni fiorentini provengono invece dalla collezione del cardinale Francesco Maria de' Medici e coprono un arco temporale che va dal XV al XVII secolo. Tra i maestri presenti ci sono Maso Finiguerra, Ghirlandaio, Gozzoli, Pontormo, Santi di Tito, Curradi e Stefano della Bella, e, con lo splendido studio di panneggio, Leonardo da Vinci. Nel fondo Corsini sono rappresentate anche la Scuola Napoletana, con gli importanti studi di Jusepe de Ribera e i disegni di Salvator Rosa, la Scuola Genovese, gli artisti bolognesi, la Scuola Lombarda e Veneta. Non mancano le maestranze straniere, come gli olandesi e fiamminghi con i bei paesaggi di Bartholomeus Breenbergh, Jan Both e Gaspar van Wittel e il nucleo di fogli della Scuola Francese con gli schizzi di Nicolas Poussin, le scene di battaglia di Jacques Courtois, detto il Borgognone, i paesaggi di Claude Lorrain. Le stampe Corsini, che furono acquistate e collezionate in particolare da due bibliotecari dei Corsini, sono anch’esse un nucleo pregiato nelle collezioni dell'Istituto Nazionale per la Grafica. Esse permettono di ripercorrere le tappe fondamentali della storia della grafica italiana, dalle origini quattrocentesche ai preziosi fogli di Mantegna e Pollaiolo, al nutrito gruppo di fogli cinquecenteschi di Marcantonio Raimondi, Marco Dente, Agostino Veneziano, Giorgio Ghisi e Diana Scultori. Per il Seicento, le notevoli raccolte di Stefano della Bella e Salvator Rosa, e poi Agostino ed Annibale Carracci, Giovan Battista Castiglione e Simone Cantarini. Le preziose tirature antiche di Piranesi e gli esemplari unici di Cataletto, per il XVIII secolo. Preziosissimo il nucleo rappresentativo della Scuola Tedesca, con la raccolta pressoché completa delle stampe di Albrecht Durer, le opere dei piccoli maestri di Norimberga, di Martin Schongauer, di Hans Baldung Grien, di Albrecht Altdorfer, di Lucas Cranach. Anche la Scuola Fiamminga e Olandese è ampiamente rappresentata dalle stampe di Goltzius e Luca di Leyda, di Cort, dei Sadeler, dalle incisioni di traduzione da Rubens e da alcuni fogli di Rembrandt. Cocludono il percorso cronologico i capolavori satirici di Goya del 1799: i Capricci. Ultimo importante nucleo dell’Istituto è il Fondo Nazionale, composto di più di 12.000 disegni e di 50.00 stampe, nato dall’istituzione del Gabinetto Nazionale delle Stampe nel 1895 e in continuo e costante accrescimento, secondo una logica ben diversa però, dal gusto del collezionismo proprio del fondo Corsini. Il Fondo Nazionale si deve rapportare la carenza di fondi, puntando nonostante questo, alla valorizzazione del periodo che va dal XIX e il XX secolo.