Dal 17 ottobre al 2 marzo alle Gallerie d’Italia
La natura che resiste negli scatti di Mitch Epstein in mostra a Torino
Maple Glade, Hoh Rain Forest, Olympic National Park, Washington 2017 © Mitch Epstein
Samantha De Martin
17/10/2024
Torino - I suoni della natura nelle foreste del Berkshire avvolgono i visitatori delle Gallerie d’Italia.
Dal silenzio della Contea a Torino le distanze si annullano e l’ipnotica colonna sonora dei musicisti Mike Tamburo e Samer Ghadry, registrata in quelle stesse foreste, introduce in anteprima al progetto originale del fotografo americano Mitch Epstein, dal titolo Forest Waves.
Alle Gallerie d’Italia di Intesa Sanpaolo, dal 17 ottobre al 2 marzo, la mostra Mitch Epstein. American nature, la più importante retrospettiva del fotografo americano che per mezzo secolo ha fotografato il paesaggio e la psiche dell'America, a cura di Brian Wallis (CPW - Center for Photography at Woodstock), raccoglie per la prima volta le serie fotografiche più significative degli ultimi vent’anni.
Nelle tre serie American Power, Property Rights e Old Growth Epstein esplora i conflitti tra la società americana e la natura selvaggia alla luce del cambiamento climatico globale. Dopo avere esplorato alcune zone di antiche foreste nei pressi della sua casa d'infanzia nel Massachusetts occidentale, Epstein ha intrapreso un progetto quadriennale per capire il valore ecologico e metafisico di questi alberi secolari. Il termine “old growth”, che dà il nome a una delle tre serie in mostra, letteralmente, “vecchia crescita”, allude infatti agli alberi autoctoni vecchi centinaia o migliaia di anni, mai toccati dall'uomo, rigenerati naturalmente. Alberi di questo tipo abitano un terzo delle foreste del mondo, pur essendo rari in Europa e in Nord America, correndo il rischio di essere travolti dallo sviluppo e dal disboscamento.
Amos Coal Power Plant, Raymond, West Virginia 2004 © Mitch Epstein
Dal 2020 al 2024 Epstein ha battuto le zone più remote degli Stati Uniti per immortalare il fascino di pini antichissimi, cipressi calvi e sequoie giganti. Le foreste antiche sono indispensabili per la sopravvivenza dell'uomo, soprattutto adesso che il cambiamento climatico sta ridefinendo il nostro futuro. Le drammatiche immagini di questi luoghi ci ricordano l'enorme dono della natura primordiale, valore intrinseco e misura della mortalità umana.
American Power ripercorre invece l’intensa esperienza del 2003, quando Epstein fu incaricato dal New York Times Magazine di fare un servizio fotografico su Cheshire, Ohio, una cittadina contaminata dall'American Electric Power Company. La società decise semplicemente di acquistare l’intera cittadina per 20 milioni di dollari e iniziò a demolire le case e a trasferire i residenti. Epstein trovò case abbandonate, ciminiere fumanti e residenti che si rifiutavano di andarsene. Al termine di questa esperienza intensa, il fotografo intraprese un viaggio durato cinque anni che lo avrebbe portato a ritrarre le fonti dell'energia in America e capire meglio le conseguenze della sua produzione.
Dal 2003 al 2008, attraversando gli Stati Uniti, ha fotografato le piattaforme petrolifere per l'estrazione di combustibili fossili, le dighe con le turbine idroelettriche e i campi dove si produce energia eolica e solare. Ha immortalato gli effetti devastanti del cambiamento climatico associato all'inquinamento, soffermandosi sull'impatto dell'uragano Katrina che ha colpito New Orleans, in Louisiana, nell'agosto 2005, causando oltre 1.700 vittime e lasciando senza casa 250.000 persone.
Sitka Spruce (Tree of Life), Olympic National Park, Washington 2021 © Mitch Epstein
L’ultima serie in mostra, Property Rights, nasce infine da una domanda. Di chi è la terra? Questo quesito ha spinto Mitch Epstein a creare un'opera che considera le conseguenze della confisca di proprietà da parte del governo americano e i mezzi attraverso i quali le comunità colpite resistono. Epstein ha iniziato questa serie nel 2017 nella Standing Rock Sioux Reservation. Le terre contese dalla Pennsylvania e dalle Hawaii al confine con il Messico, ma anche l'enorme danno ai terreni provocato da incendi e inondazioni sono al centro del racconto fotografico realizzato tra il 2017 e il 2020 in giro per l'America. Ci sono anche le proteste di carattere politico a infiammare i suoi scatti, come le reazioni locali alla sparatoria avvenuta alla sinagoga Tree of Life di Pittsburgh nel 2018 e le marce nazionali di Black Lives Matter contro brutalità omicida scatenata dalla polizia nei confronti dei cittadini neri.
“Le fotografie di Mitch Epstein - dichiara Michele Coppola, Executive Director Arte, Cultura e Beni Storici Intesa Sanpaolo - raccontano la bellezza e la fragilità della “natura americana” e in quelle opere spettacolari leggiamo indiscutibilmente l’obbligo di prenderci cura del pianeta. Lavorare con i più grandi fotografi al mondo significa ragionare sull’attualità grazie a un punto di vista privilegiato. Alcune immagini rimarranno per sempre nella nostra memoria per la loro eleganza, delicatezza e forza”.
All’interno dell’Arena delle Gallerie d'Italia - Torino sarà proiettato il cortometraggio di Epstein Darius Kinsey: Clear Cut, una raccolta di fotogrammi del fotografo di inizio XX secolo. Qui eroici taglialegna posano accanto a enormi alberi abbattuti nel nord-ovest americano. La proiezione è impostata sulla musica scritta da David Lang ed eseguita dalla violoncellista e cantante Maya Beiser. Un inno a ciò che resta, un'elegia dedicata a tutto ciò che è stato distrutto.
Dal silenzio della Contea a Torino le distanze si annullano e l’ipnotica colonna sonora dei musicisti Mike Tamburo e Samer Ghadry, registrata in quelle stesse foreste, introduce in anteprima al progetto originale del fotografo americano Mitch Epstein, dal titolo Forest Waves.
Alle Gallerie d’Italia di Intesa Sanpaolo, dal 17 ottobre al 2 marzo, la mostra Mitch Epstein. American nature, la più importante retrospettiva del fotografo americano che per mezzo secolo ha fotografato il paesaggio e la psiche dell'America, a cura di Brian Wallis (CPW - Center for Photography at Woodstock), raccoglie per la prima volta le serie fotografiche più significative degli ultimi vent’anni.
Nelle tre serie American Power, Property Rights e Old Growth Epstein esplora i conflitti tra la società americana e la natura selvaggia alla luce del cambiamento climatico globale. Dopo avere esplorato alcune zone di antiche foreste nei pressi della sua casa d'infanzia nel Massachusetts occidentale, Epstein ha intrapreso un progetto quadriennale per capire il valore ecologico e metafisico di questi alberi secolari. Il termine “old growth”, che dà il nome a una delle tre serie in mostra, letteralmente, “vecchia crescita”, allude infatti agli alberi autoctoni vecchi centinaia o migliaia di anni, mai toccati dall'uomo, rigenerati naturalmente. Alberi di questo tipo abitano un terzo delle foreste del mondo, pur essendo rari in Europa e in Nord America, correndo il rischio di essere travolti dallo sviluppo e dal disboscamento.
Amos Coal Power Plant, Raymond, West Virginia 2004 © Mitch Epstein
Dal 2020 al 2024 Epstein ha battuto le zone più remote degli Stati Uniti per immortalare il fascino di pini antichissimi, cipressi calvi e sequoie giganti. Le foreste antiche sono indispensabili per la sopravvivenza dell'uomo, soprattutto adesso che il cambiamento climatico sta ridefinendo il nostro futuro. Le drammatiche immagini di questi luoghi ci ricordano l'enorme dono della natura primordiale, valore intrinseco e misura della mortalità umana.
American Power ripercorre invece l’intensa esperienza del 2003, quando Epstein fu incaricato dal New York Times Magazine di fare un servizio fotografico su Cheshire, Ohio, una cittadina contaminata dall'American Electric Power Company. La società decise semplicemente di acquistare l’intera cittadina per 20 milioni di dollari e iniziò a demolire le case e a trasferire i residenti. Epstein trovò case abbandonate, ciminiere fumanti e residenti che si rifiutavano di andarsene. Al termine di questa esperienza intensa, il fotografo intraprese un viaggio durato cinque anni che lo avrebbe portato a ritrarre le fonti dell'energia in America e capire meglio le conseguenze della sua produzione.
Dal 2003 al 2008, attraversando gli Stati Uniti, ha fotografato le piattaforme petrolifere per l'estrazione di combustibili fossili, le dighe con le turbine idroelettriche e i campi dove si produce energia eolica e solare. Ha immortalato gli effetti devastanti del cambiamento climatico associato all'inquinamento, soffermandosi sull'impatto dell'uragano Katrina che ha colpito New Orleans, in Louisiana, nell'agosto 2005, causando oltre 1.700 vittime e lasciando senza casa 250.000 persone.
Sitka Spruce (Tree of Life), Olympic National Park, Washington 2021 © Mitch Epstein
L’ultima serie in mostra, Property Rights, nasce infine da una domanda. Di chi è la terra? Questo quesito ha spinto Mitch Epstein a creare un'opera che considera le conseguenze della confisca di proprietà da parte del governo americano e i mezzi attraverso i quali le comunità colpite resistono. Epstein ha iniziato questa serie nel 2017 nella Standing Rock Sioux Reservation. Le terre contese dalla Pennsylvania e dalle Hawaii al confine con il Messico, ma anche l'enorme danno ai terreni provocato da incendi e inondazioni sono al centro del racconto fotografico realizzato tra il 2017 e il 2020 in giro per l'America. Ci sono anche le proteste di carattere politico a infiammare i suoi scatti, come le reazioni locali alla sparatoria avvenuta alla sinagoga Tree of Life di Pittsburgh nel 2018 e le marce nazionali di Black Lives Matter contro brutalità omicida scatenata dalla polizia nei confronti dei cittadini neri.
“Le fotografie di Mitch Epstein - dichiara Michele Coppola, Executive Director Arte, Cultura e Beni Storici Intesa Sanpaolo - raccontano la bellezza e la fragilità della “natura americana” e in quelle opere spettacolari leggiamo indiscutibilmente l’obbligo di prenderci cura del pianeta. Lavorare con i più grandi fotografi al mondo significa ragionare sull’attualità grazie a un punto di vista privilegiato. Alcune immagini rimarranno per sempre nella nostra memoria per la loro eleganza, delicatezza e forza”.
All’interno dell’Arena delle Gallerie d'Italia - Torino sarà proiettato il cortometraggio di Epstein Darius Kinsey: Clear Cut, una raccolta di fotogrammi del fotografo di inizio XX secolo. Qui eroici taglialegna posano accanto a enormi alberi abbattuti nel nord-ovest americano. La proiezione è impostata sulla musica scritta da David Lang ed eseguita dalla violoncellista e cantante Maya Beiser. Un inno a ciò che resta, un'elegia dedicata a tutto ciò che è stato distrutto.
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