Un anno di mostre a Basilea
Tra Yayoi Kusama e i surrealisti, il 2025 alla Fondation Beyeler
KUSAMA WITH YELLOW TREE / LIVING ROOM AT THE AICHI TRIENNALE, 2010 ©️ YAYOI KUSAMA
Francesca Grego
24/10/2024
Mondo - Mentre la grande mostra su Henri Matisse illumina l’autunno di Basilea, la Fondation Beyeler guarda al futuro e annuncia il calendario espositivo del 2025: un anno ricco di occasioni di scoperta, tra nuove prospettive su celebri maestri, temi insoliti e stimolanti, artisti poco noti al grande pubblico da guardare con interesse. Sono quattro le mostre annunciate dal museo svizzero per i prossimi dodici mesi, che per realizzarle ha messo in campo prestigiose collaborazioni: con il Buffalo AKG Art Museum, lo Stedelijk Museum di Amsterdam e il Ludwig Museum di Colonia, con gli eredi di un’importante collezione surrealista e con la popolare artista giapponese Yayoi Kusama.
Ecco nei dettagli gli appuntamenti da segnare nell’agenda 2025.
Edvard Munch, Train Smoke, 1900. Oil on canvas, 84.5 x 109 cm, Munchmuseet, Oslo. Photo: Munchmuseet / Halvor Bjørngård
Dal 26 gennaio la Fondation Beyeler esplorerà un tema magico e denso di suggestioni, che ben si accorda con le atmosfere dell’inverno. Aurore boreali è il titolo della prima mostra in programma, che presenterà 80 paesaggi dipinti da artisti del profondo Nord, in un progetto nato dalla collaborazione con Riehen/Basilea e il Buffalo AKG Art Museum di Buffalo, New York. Accanto a celebrità come Edvard Munch e Hilma af Klint troveremo autori meno noti alle nostre latitudini provenienti dal Canada e dai paesi scandinavi, come l’icona della pittura finlandese Akseli Gallen-Kallela. Ad accomunarli è il motivo delle foreste boreali, da cui tutti hanno tratto ispirazione: una delle più vaste selve primigenie, distesa attorno al Circolo Polare Artico, letta da molti artisti come un paesaggio dell’anima.
I boschi sconfinati, la luce splendente delle giornate pressoché senza fine in estate, le lunghe notti invernali e i fenomeni naturali come l’aurora boreale hanno generato una peculiare forma di pittura moderna che tuttora esercita un fascino potente. Per la prima volta in Europa vedremo riuniti in una sola mostra i protagonisti di questa avventura: un viaggio tra emozioni e accostamenti inediti che procederà in parallelo con gli sviluppi della pittura nordica nell’era del Moderno.
Hilma Af Klint, Sunrise (Preworks for Group III), 1907. Oil on canvas, 95 x 60 cm. HaK 37 I Courtesy of the Hilma af Klint Foundation
Dal 26 gennaio al 4 maggio sarà il Surrealismo a prendere la scena: La chiave dei sogni. Capolavori surrealisti dalla Collezione Hersaint “è a pieno titolo una prima mondiale”, annuncia la Fondation Beyeler. In arrivo circa 50 importanti opere di maestri come Salvador Dalí, Max Ernst, René Magritte, Joan Miró, Pablo Picasso, Man Ray, Dorothea Tanning, incentrate sui temi del sogno, dell’inconscio, della metamorfosi, del bosco come luogo del mistero.
Il banchiere francese Claude Hersaint aveva solo 17 anni quando acquistò il suo primo quadro di Max Ernst. Da quel momento nacque in lui una passione per il Surrealismo che durò tutta la vita, sfociando in una delle più prestigiose raccolte di arte surrealista. In mostra i dipinti della Collezione Hersaint dialogheranno con opere della Fondation Beyeler, che ha realizzato il progetto con la collaborazione di Evangéline Hersaint, figlia del collezionista, e di sua moglie Laetitia Hersaint-Lair.
Max Ernst, L'ange du foyer (Le triomphe du Surréalisme), 1937. Oil on canvas, 114 x 146 cm. Collection Hersaint © 2024, ProLitteris, Zurich
Protagonista dell’estate al museo di Basilea sarà la disegnatrice e pittrice di origine lettone Vija Celmins, con lavori realizzati dagli anni Sessanta ad oggi. Celmins si distingue per un linguaggio visivo al contempo sottile e potente: all’inizio della carriera, durante il secondo conflitto mondiale, focalizza l’attenzione su soggetti tratti dalla propria esperienza quotidiana, tra immagini di distruzione e scenari di guerra, per poi passare a indagare le superfici di ragnatele, oceani, deserti, cieli stellati e galassie. I suoi quadri si sottraggono a uno sguardo frettoloso, riservando a chi li osserva con calma lo spettacolo di una bellezza che scaturisce dall’alternarsi di prossimità e distanza.
La selezione in arrivo alla Fondation Beyeler promette di dispiegare tutta la magia dell’universo di Celmins nel più importante progetto espositivo a lei dedicato in Europa negli ultimi trent’anni. Naturalizzata statunitense dopo la fuga da Riga in seguito all’invasione sovietica del ‘40, Celmins è stata protagonista di personali in prestigiosi musei americani come il MET di New York. La mostra a Basilea permetterà di conoscere le diverse sfaccettature della sua arte, dalle sculture che l’artista ha definito “dipinti tridimensionali” a un nuovo gruppo di opere che proseguono l’incessante, intenso confronto con la rappresentazione di superfici e profondità.
Vija Celmins, Lamp 1, 1964. Oil on canvas, 62.2 x 88.9 cm I Courtesy Matthew Marks Gallery © Vija Celmins. Photo: Aaron Wax
È attesa per il prossimo 12 ottobre la prima retrospettiva in Svizzera di Yayoi Kusama, realizzata in stretta collaborazione con l’artista giapponese e il suo atelier. Un viaggio lungo sette decenni nella carriera di un’icona contemporanea, tra opere simbolo, storici lavori mai esposti in Europa, nuove creazioni e una delle sue amate Infinity Mirror Room. In primo piano, l’indagine condotta da Kusama su motivi ripetuti come i Polka Dots o le stanze degli specchi che catturano i visitatori in mondi infiniti, nonché la varietà di mezzi espressivi sperimentati dall’artista nel corso degli anni: pittura, scultura, installazioni, disegno, collage, happening, live-performance, moda, letteratura.
Dopo il debutto alla Fondation Beyeler la mostra si sposterà al Museum Ludwig di Colonia (14 marzo – 2 agosto 2026) e allo Stedelijk Museum di Amsterdam (11 settembre 2026 – 17 gennaio 2027).
Leggi anche:
• Un grande Matisse alla Fondation Beyeler
• L'Agenda dell'arte - In libreria
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Edvard Munch, Train Smoke, 1900. Oil on canvas, 84.5 x 109 cm, Munchmuseet, Oslo. Photo: Munchmuseet / Halvor Bjørngård
Dal 26 gennaio la Fondation Beyeler esplorerà un tema magico e denso di suggestioni, che ben si accorda con le atmosfere dell’inverno. Aurore boreali è il titolo della prima mostra in programma, che presenterà 80 paesaggi dipinti da artisti del profondo Nord, in un progetto nato dalla collaborazione con Riehen/Basilea e il Buffalo AKG Art Museum di Buffalo, New York. Accanto a celebrità come Edvard Munch e Hilma af Klint troveremo autori meno noti alle nostre latitudini provenienti dal Canada e dai paesi scandinavi, come l’icona della pittura finlandese Akseli Gallen-Kallela. Ad accomunarli è il motivo delle foreste boreali, da cui tutti hanno tratto ispirazione: una delle più vaste selve primigenie, distesa attorno al Circolo Polare Artico, letta da molti artisti come un paesaggio dell’anima.
I boschi sconfinati, la luce splendente delle giornate pressoché senza fine in estate, le lunghe notti invernali e i fenomeni naturali come l’aurora boreale hanno generato una peculiare forma di pittura moderna che tuttora esercita un fascino potente. Per la prima volta in Europa vedremo riuniti in una sola mostra i protagonisti di questa avventura: un viaggio tra emozioni e accostamenti inediti che procederà in parallelo con gli sviluppi della pittura nordica nell’era del Moderno.
Hilma Af Klint, Sunrise (Preworks for Group III), 1907. Oil on canvas, 95 x 60 cm. HaK 37 I Courtesy of the Hilma af Klint Foundation
Dal 26 gennaio al 4 maggio sarà il Surrealismo a prendere la scena: La chiave dei sogni. Capolavori surrealisti dalla Collezione Hersaint “è a pieno titolo una prima mondiale”, annuncia la Fondation Beyeler. In arrivo circa 50 importanti opere di maestri come Salvador Dalí, Max Ernst, René Magritte, Joan Miró, Pablo Picasso, Man Ray, Dorothea Tanning, incentrate sui temi del sogno, dell’inconscio, della metamorfosi, del bosco come luogo del mistero.
Il banchiere francese Claude Hersaint aveva solo 17 anni quando acquistò il suo primo quadro di Max Ernst. Da quel momento nacque in lui una passione per il Surrealismo che durò tutta la vita, sfociando in una delle più prestigiose raccolte di arte surrealista. In mostra i dipinti della Collezione Hersaint dialogheranno con opere della Fondation Beyeler, che ha realizzato il progetto con la collaborazione di Evangéline Hersaint, figlia del collezionista, e di sua moglie Laetitia Hersaint-Lair.
Max Ernst, L'ange du foyer (Le triomphe du Surréalisme), 1937. Oil on canvas, 114 x 146 cm. Collection Hersaint © 2024, ProLitteris, Zurich
Protagonista dell’estate al museo di Basilea sarà la disegnatrice e pittrice di origine lettone Vija Celmins, con lavori realizzati dagli anni Sessanta ad oggi. Celmins si distingue per un linguaggio visivo al contempo sottile e potente: all’inizio della carriera, durante il secondo conflitto mondiale, focalizza l’attenzione su soggetti tratti dalla propria esperienza quotidiana, tra immagini di distruzione e scenari di guerra, per poi passare a indagare le superfici di ragnatele, oceani, deserti, cieli stellati e galassie. I suoi quadri si sottraggono a uno sguardo frettoloso, riservando a chi li osserva con calma lo spettacolo di una bellezza che scaturisce dall’alternarsi di prossimità e distanza.
La selezione in arrivo alla Fondation Beyeler promette di dispiegare tutta la magia dell’universo di Celmins nel più importante progetto espositivo a lei dedicato in Europa negli ultimi trent’anni. Naturalizzata statunitense dopo la fuga da Riga in seguito all’invasione sovietica del ‘40, Celmins è stata protagonista di personali in prestigiosi musei americani come il MET di New York. La mostra a Basilea permetterà di conoscere le diverse sfaccettature della sua arte, dalle sculture che l’artista ha definito “dipinti tridimensionali” a un nuovo gruppo di opere che proseguono l’incessante, intenso confronto con la rappresentazione di superfici e profondità.
Vija Celmins, Lamp 1, 1964. Oil on canvas, 62.2 x 88.9 cm I Courtesy Matthew Marks Gallery © Vija Celmins. Photo: Aaron Wax
È attesa per il prossimo 12 ottobre la prima retrospettiva in Svizzera di Yayoi Kusama, realizzata in stretta collaborazione con l’artista giapponese e il suo atelier. Un viaggio lungo sette decenni nella carriera di un’icona contemporanea, tra opere simbolo, storici lavori mai esposti in Europa, nuove creazioni e una delle sue amate Infinity Mirror Room. In primo piano, l’indagine condotta da Kusama su motivi ripetuti come i Polka Dots o le stanze degli specchi che catturano i visitatori in mondi infiniti, nonché la varietà di mezzi espressivi sperimentati dall’artista nel corso degli anni: pittura, scultura, installazioni, disegno, collage, happening, live-performance, moda, letteratura.
Dopo il debutto alla Fondation Beyeler la mostra si sposterà al Museum Ludwig di Colonia (14 marzo – 2 agosto 2026) e allo Stedelijk Museum di Amsterdam (11 settembre 2026 – 17 gennaio 2027).
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