Le Olimpiadi di Weng Fen
Le Olimpiadi di Weng Fen
30/06/2008
Da sempre la produzione artistica di Weng Fen rielabora, con media diversi - fotografia, video e installazioni - le grandi trasformazioni politico-economiche e culturali determinate dalle riforme economiche introdotte da Deng Xiaoping a partire dalla fine degli anni ’70, attraverso uno sguardo spassionato e documentaristico che fissa una realtà tra passato e futuro, tradizione e tempi moderni, svelandone le complesse contraddizioni sociali.
Weng Fen deve la sua consacrazione internazionale alla serie di “Great Family Aspirations” (2000), dove con grande ironia ritrae se stesso, insieme alla moglie e figlia, con abiti stereotipati in pose volutamente plastiche per impersonare i desideri della tipica famiglia cinese; e alla serie di “Sitting on the Wall” (2001) e di “Bird’s Eye View” (2002 – oggi), in cui giovani studentesse, sedute a cavalcioni su un muretto o in piedi su di un tetto, osservano di spalle, con apparente distacco, i grattacieli costruiti o in fase di costruzione, frutto di una modernità imperante che contribuisce a creare nelle nuove generazioni sia ansietà che desiderio di conoscere il proprio futuro.
Nei lavori fotografici e video presenti in questa mostra - parte di un progetto più ampio completo di installazioni e sculture dallo stesso titolo “My Olympics”, inaugurato lo scorso Novembre alla Tang Contemporary Art di Pechino - Weng Fen si affida ancora una volta alla figura femminile per ritrarre, partendo dalla sua personale storia di atleta, l’evento sportivo per eccellenza divenuto per la Cina un’occasione unica e irripetibile per mostrarsi al pubblico mondiale in tutta la sua modernità. Tutti gli occhi sono puntati sul corpo degli atleti simbolo di forza e agilità, Weng Fen ne è consapevole e con un linguaggio fortemente estetico mette in scena 8 atlete nude e glabre che raffigurano altrettanti sport olimpici.
Come in passato, anche questa produzione sottende un senso di puro erotismo che si presta ad interpretazioni diverse: se da una parte il corpo stilizzato e decontestualizzato, perfetto e senza peli, sembra essere messo lì per essere “consumato” dal piacere del voyeur, dall’altra questa “giovane musa” in grande forma fisica, in grado di competere e di vincere, potrebbe essere la personificazione di una Cina che ha rapidamente raggiunto una posizione di primo piano nello scacchiere mondiale e che cerca il definitivo riconoscimento di superpotenza, capace di imporre un modello ideologico, politico, militare ed economico.
WENG FEN (aka Weng Peijun)
“MY OLYMPICS”
19 Giugno – 26 Settembre 2008
Contemporary Arts Society - via del Babuino 127 - 00187 Roma
a cura di Morgan Morris
Lunedì | Venerdì dalle 10.00 alle 18.00
Dal 20 Luglio fino al 30 Agosto su appuntamento
tel/fax +39 06 6990832
Weng Fen deve la sua consacrazione internazionale alla serie di “Great Family Aspirations” (2000), dove con grande ironia ritrae se stesso, insieme alla moglie e figlia, con abiti stereotipati in pose volutamente plastiche per impersonare i desideri della tipica famiglia cinese; e alla serie di “Sitting on the Wall” (2001) e di “Bird’s Eye View” (2002 – oggi), in cui giovani studentesse, sedute a cavalcioni su un muretto o in piedi su di un tetto, osservano di spalle, con apparente distacco, i grattacieli costruiti o in fase di costruzione, frutto di una modernità imperante che contribuisce a creare nelle nuove generazioni sia ansietà che desiderio di conoscere il proprio futuro.
Nei lavori fotografici e video presenti in questa mostra - parte di un progetto più ampio completo di installazioni e sculture dallo stesso titolo “My Olympics”, inaugurato lo scorso Novembre alla Tang Contemporary Art di Pechino - Weng Fen si affida ancora una volta alla figura femminile per ritrarre, partendo dalla sua personale storia di atleta, l’evento sportivo per eccellenza divenuto per la Cina un’occasione unica e irripetibile per mostrarsi al pubblico mondiale in tutta la sua modernità. Tutti gli occhi sono puntati sul corpo degli atleti simbolo di forza e agilità, Weng Fen ne è consapevole e con un linguaggio fortemente estetico mette in scena 8 atlete nude e glabre che raffigurano altrettanti sport olimpici.
Come in passato, anche questa produzione sottende un senso di puro erotismo che si presta ad interpretazioni diverse: se da una parte il corpo stilizzato e decontestualizzato, perfetto e senza peli, sembra essere messo lì per essere “consumato” dal piacere del voyeur, dall’altra questa “giovane musa” in grande forma fisica, in grado di competere e di vincere, potrebbe essere la personificazione di una Cina che ha rapidamente raggiunto una posizione di primo piano nello scacchiere mondiale e che cerca il definitivo riconoscimento di superpotenza, capace di imporre un modello ideologico, politico, militare ed economico.
WENG FEN (aka Weng Peijun)
“MY OLYMPICS”
19 Giugno – 26 Settembre 2008
Contemporary Arts Society - via del Babuino 127 - 00187 Roma
a cura di Morgan Morris
Lunedì | Venerdì dalle 10.00 alle 18.00
Dal 20 Luglio fino al 30 Agosto su appuntamento
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