Maestri di luce

Maestri di luce
 

25/02/2004

La luce, una componente quotidiana della nostra vita. Se è vero che l’uomo, per prendere coscienza del mondo ha cercato di riprodurre l’essenza della luce naturale, è altrettanto vero che la luce artificiale deve essere in grado di soddisfare le esigenze di ognuno di noi. Esigenze che nel caso del tempo si sono evolute assumendo valenze più complesse e diversificate. Se originariamente la funzione richiesta alla luce artificiale era di schiarire il ‘buio’, oggi differenti tipologie di luce hanno effetti diretti persino sul benessere psicofisico, poiché l’illuminazione influisce sulla nostra mente e sul nostro corpo, le specifiche attività quotidiane richiedono luci diverse ed appropriate. La luce è sempre stata al centro dell’attenzione di importanti marchi italiani come Artemide, Flos, FontanaArte, impegnate in un percorso di ricerca che pone la luce al servizio dell’uomo. Comunicare attraverso l’illuminazione di oggetti, immagini, percorsi espositivi con intensità, direzione, tonalità di colore progettati e modulati per le molteplici necessità. “Maestri di luce” così possono essere definiti quegli architetti e designers italiani che col loro ingegno e fantasia, ma sempre nei limiti della funzionalità dell’oggetto, hanno dato forma alla luce artificiale che si affianca a quella naturale, non in competizione, ma integrandosi con essa. La luce intesa come veicolo di comunicazione per chi transita da un ambiente all’altro, assume così un’accezione più ampia di forma simbolica che trova nella scelta ‘artistica’ dei materiali e nella tecnologia delle vere e proprie alleate. Michele De Lucchi, Italo Rota, Alessandro Pedretti, Andrea Anastasio, Livio Castiglioni, Ernesto Gismondi -solo per citarne alcuni- hanno dato vita per Artemide a prodotti innovativi nel campo dell’illuminazione artificiale. Artemide infatti presente all’ultima edizione della Triennale di Milano con una selezione dei pezzi migliori presentati in occasione del quarantesimo anniversario del Salone Internazionale del Mobile. La serie ‘Palme’ di Michele De Lucchi è senz’altro fra le ultime novità: caratterizzata da un design estremamente pulito ma al contempo flessuoso, è costituita da un apparecchio da terra per lampade ad alta pressione realizzato in alluminio e acciaio inossidabile, particolarmente indicata per illuminare grandi viali e piazze. “ Ho capito che la luce per esterni, quando viene lanciata verso il cielo nero scompare; non illumina il cielo, che è troppo grande, non illumina nulla e svanisce. Ho pensato allora di riportare giù la luce, riportarla sulla terra facendole fare una curva a ritroso, come se fosse raccattata da una paletta e ributtata giù con una curva morbida, un gesto elegante. Alla fine sembrava la foglia di una palma…” questo afferma il designer Michele De Lucchi, che da tempo produce per Artemide. Progettare una lampada dunque non significa più dare una bella forma a un oggetto che contiene luce, ma dare forma alla luce. Il design si adegua quindi alla complessità degli scenari di bisogni e consumi che affacciano al nuovo millennio. Tra le novità anche le ultime creazioni di Italo Rota e Alessandro Pedretti che hanno presentato all’ultima edizione della Triennale di Milano “’Emporium”, un apparecchio a parete per lampade ad alta pressione, realizzato in alluminio e acciaio, dotata di un cono in plastica estremamente resistente e di un riflettore. La serie Emporium è stata concepita per potersi svelare anche di giorno risplendendo sotto i raggi del sole: “ Un segno positivo, una immagine chiara, una superficie cangiante che cambia d’abito per essere sempre ammirata di giorno e di notte” (Italo Rota). E ancora per Artemide hanno esposto alla mostra itinerante ‘Italian design furniture on tour’ designers come Carlotta De Bevilacqua con la sua lampada da terra/tavolo ‘Yang’; Sergio Mazza con la lampada da tavolo “Alfa”; e ancora: Livio Castiglioni, Andrea Anastasio, Antonio Citterio – che ideò la Lampada Lastra per Flos nel 1999 e i cui prodotti sono esposti in collezioni permanenti al Moma di New York e al Centre G. Pompidou di Parigi. Altro marchio italiano coinvolto in questo processo di sperimentazione nel campo del design della luce quello di FontanaArte. Nel 1993 Gio Ponti chiamò Pietro Chiesa alla direzione della società, che all’inizio si sviluppò come centro di ricerca dei caratteri peculiari del vetro e poi come polo innovatore nel design di impianti di illuminazione. Pietro Chiesa fu un grande innovatore, poiché intervenne sulle tipologie tradizionali eliminando il superfluo operando sulla forma senza però rinunciare ad invenzioni come le lampade a contrappeso o i riflettori multipli. All’interno di una progettazione piuttosto ampia dove spesso il vetro è accostato ai metalli, alcuni pezzi disegnati per FontanaArte nel 1993 sono tuttora in produzione come la lampada 0836 o il Luminator. Sono ‘made in Italy’ le novità di quest’anno introdotte sempre da FontanaArte con prodotti come la Lampada Bambù di Fernando e Humberto Campana, la lampada Tacita di metallo verniciato di Vico Magistretti , la lampada Daruma in vetro soffiato bianco di Sergio Asti. Negli ultimi anni l’attenzione di tutte le maggiori case produttrici attive nel campo è rivolta agli effetti ambientali determinati dalle fonti di illuminazione non solo in ambito di luce per interni ma soprattutto nell’illuminazione per esterni. Il rinnovato interesse per il decoro urbano soprattutto nei centri storici o di interesse monumentale, le allarmanti questioni inerenti la sicurezza delle città, la tendenza a ritornare a vivere gli spazi urbani e gli esterni come luoghi di aggregazione e svago, si pongono come temi ed emergenze da affrontare . Cambiano le priorità; alla necessità di costruire ambienti confortevoli negli esterni ed interni privati, si affianca l’esigenza di rendere abitabili, accoglienti e gradevoli anche gli spazi collettivi e di transito delle nostre città, di risolvere la questione dell’inquinamento luminoso , di fornire in sintesi luce “buona” al pari di quella naturale.

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