Opera Totale 6

Opera Totale
 

26/02/2004

Abbiamo intervistato Maria Grazia Mattei direttore artistico di Opera Totale, workshop spettacolare, appuntamento annuale con le immagini, la musica, all’insegna delle nuove tecnologie e della multimedialità. L'incontro, che si è svolto a Mestre nel corso di una giornata (il 27 gennaio scorso) ha visto coinvolti autori e musicisti attivi nel campo della sperimentazione digitale e dello studio delle possibilità artistiche e comunicative del web. Un gioco musicale, colorato che ha visto la partecipazione di un pubblico entusiasta. Opera Totale 6 si è appena conclusa. Come è andata l’edizione di questo anno? "E’ stata un’esperienza particolare e avvolgente. Un’esplorazione delle traiettorie delle nuove tecnologie vista da un punto di vista culturale, artistico ed espressivo E’ stata una carrellata molto eterogenea, che ha avuto come filo conduttore la musica e i suoni in relazione alle immagini e come obiettivo l’indagine sulle potenzialità del nuovo linguaggio tecnologico, sulla possibilità di una sinestesia e cioè la convergenza tra i due codici di espressione. Tutti gli artisti coinvolti in Opera Totale 6, hanno mostrato percorsi e riflessioni diversi. Esiste un lavoro che procede, che è appena agli inizi e che mostra segni di vitalità che daranno in futuro buoni risultati. La sensazione è che la relazione tra la musica e le immagini sia un elemento importante e che le nuove tecnologie stiano aiutando a realizzare quella che era un’utopia delle avanguardie degli inizi del secolo scorso. Ci stiamo veramente allontanando da una percezione delle tecnologie come puri elementi tecnici di strumentazione, spostando l’attenzione aldilà del coinvolgimento sensoriale anche sui piani dei contenuti e della narrazione . Un altro spunto interessante: la nascita di forme spettacolari inedite che vanno oltre l’opera artistica e la ricerca più o meno sperimental-tecnologica, produzioni non iscrivibili né all’interno delle video-installazioni, né all’interno di semplici forme artistiche on-line. Forme di espressione che inglobano la drammaturgia teatrale e che diventano vere e proprie esperienze di cui probabilmente capiremo il senso pieno fra qualche anno. Oggi cominciamo a cogliere i primi segnali.” Quanto impegno richiede l’organizzazione di evento così importante ed eterogeneo? “Il lavoro più impegnativo è quello relativo al monitoraggio. Questo significa uno stato di attenzione e di curiosità protratto per tutto l’arco dell’anno. La parte organizzativa si mette in pista più velocemente. Il problema rimane individuare gli artisti, le ricerche, e poi il contatto, la verifica. Noi ci siamo dati proprio il compito di portare avanti dei segnali deboli che sono destinati a diventare forti.” Un teatro come spazio per la messa in scena di queste particolari forme artistiche e di espressione, un luogo possibile? “Di tutti gli spazi di cui Mestre poteva disporre, e non erano tanti, abbiamo pensato che il più adatto potesse essere il Teatro Toniolo, anche per una sua propria tradizione interessante sulla sperimentazione musicale. Cercavamo uno spazio in cui gli artisti potessero mettere in scena i loro lavori, quindi il teatro si è dimostrato il luogo ideale. Molti di questi lavori hanno la vocazione a diventare ambienti e forme di spettacolo. Il palco, il teatro, la drammaturgia si legano benissimo a questo tipo di intenzione. La scelta di un luogo così straordinario ci ha suggerito una formula originale, e cioè la messa in scena dei risultati, della ricerca dei vari artisti, tendenza che poi abbiamo visto prendere piede anche negli Stati Uniti. Una sorta di espressione live del percorso e degli sviluppi della ricerca degli artisti.” Opera Totale invita il pubblico a partecipare, ad essere dentro all’evento, come prende forma questo particolare rapporto di scambio “Assistendo alle rappresentazioni si esce da una comunicazione bidimensionale, cioè parola e video, la presenza del palco realizza la terza dimensione. Il pubblico percepisce lo spettacolo in maniera più coinvolgente e intensa. Alcune di queste opere prevedono poi al loro interno l’interazione con gli spettatori, quasi a voler trasmettere e far sperimentare il senso e gli ottenimenti delle ricerche. Questo tipo di comunicazione è possibile anche all’interno delle mostre ed esposizioni, credo però che lo spazio della mostra non dia l’emozione del palco, della magia teatrale. Opera Totale in futuro si svilupperà anche con installazioni fisse, acquisirà uno spazio espositivo, mantenendo il livello di spettacolo e di drammaturgia.” State già pensando ad Opera Totale 7, alla prossima edizione? “Sì, stiamo già lavorando per l’Opera Totale 7. La metodologia rimane la stessa delle edizioni passate, un monitoraggio internazionale non-stop. Per quello che concerne gli spazi , Mestre avrà un nuovo centro nuovo che aprirà alla cultura, alla l’arte contemporanea e quindi alle sperimentazioni legate alle nuove tecnologie. Il Centro Candiani avrà uno spazio espositivo e luoghi per realizzare dei veri e propri workshop intesi come lavoro insieme all’artista. Metteremo a punto un programma che prevede la messa in scena e il racconto delle ricerche, l’esposizione protratta nel tempo di alcune opere e alcuni momenti di colloquio, gruppi di lavoro intorno ad un argomento insieme all’artista, “l’artista in residence”.”