Pavia, città d'arte e cultura nel Rinascimento
Pavia 1525: arte, potere e storia in una mostra evento

Viola Canova
15/09/2025
Arte, potere politico e grandi eventi bellici si intrecciano nella nuova grande mostra “Pavia 1525: le arti nel Rinascimento e gli arazzi della battaglia”, che fino all’11 gennaio 2026 animerà i Musei Civici del Castello Visconteo. L’esposizione, organizzata per celebrare il Cinquecentenario della Battaglia di Pavia, riporta sotto i riflettori il momento in cui la città lombarda, crocevia tra Nord Europa e Italia, divenne laboratorio artistico e teatro di una delle battaglie decisive per l’equilibrio europeo.
Il percorso espositivo ruota intorno a tre fuochi: la Certosa, grandioso monastero voluto dai Visconti e trasformato in cantiere cardine dell’arte lombarda; il Duomo, la cattedrale che i pavesi vollero “più bella di Santa Sofia” e che chiamò a raccolta i maggiori architetti e ingegni dell’epoca; e la città stessa, fucina di artisti e artigiani che nel Quattrocento fecero di Pavia un punto di riferimento per tutta l’Italia settentrionale. Nella seconda metà del XV secolo la città, cuore del Ducato di Milano, vive infatti un periodo di straordinaria vivacità culturale sotto gli Sforza. Nei suoi palazzi e nei cantieri si incontrano Leonardo da Vinci, presente per studiare il modello ligneo della cattedrale e progettare statue e macchine, Donato Bramante, impegnato nella definizione della nuova fabbrica del Duomo, e maestri come il Perugino, chiamato a lavorare nella Certosa. Il 1525 segna il punto di svolta: la battaglia di Pavia tra le truppe di Francesco I di Francia e Carlo V d’Asburgo decide le sorti della Lombardia e inaugura una nuova stagione politica in Europa.

Manifattura di Bruxelles su disegno di Bernart von Orley. Arazzo della Battaglia di Pavia, Cattura di Francesco I di Francia (dettaglio).
La mostra – curata da Francesco Frangi, Pietro Cesare Marani, Mauro Natale, Laura Aldovini e, per la sezione degli arazzi, Carmine Romano e Mario Epifani – riunisce opere di Leonardo, Ambrogio Bergognone, Bernardino Zenale, Perugino e altri protagonisti, con dipinti, sculture, codici miniati e oggetti d’arte provenienti da istituzioni italiane e internazionali (tra cui Pinacoteca di Brera, Castello Sforzesco, Royal Collection di Windsor, Victoria & Albert Museum). Cuore spettacolare dell’esposizione sono i sette monumentali arazzi del Museo di Capodimonte che raffigurano la battaglia: tessuti tra il 1528 e il 1531 su disegni di Bernard van Orley, tornano eccezionalmente a Pavia dopo un complesso restauro e le tappe americane, offrendo una narrazione visiva di sorprendente modernità.
Gli arazzi rappresentano lo splendido racconto per immagini di un momento chiave nella storia d'Europa e per le sorti della città di Pavia. Nel 1524 il giovane re di Francia Francesco I discende in Italia alla testa di un esercito imponente, deciso a riconquistare Milano. Dopo mesi di assedio, il 24 febbraio 1525 le truppe imperiali di Carlo V infliggono ai francesi una sconfitta clamorosa nei boschi del Parco Visconteo. Francesco viene catturato e condotto prigioniero in Spagna: l’egemonia francese in Lombardia tramonta e l’Europa entra in una nuova fase, con la Spagna di Carlo V destinata a dominare a lungo la penisola.

Manifattura di Bruxelles su disegno di Bernart von Orley. Arazzo della Battaglia di Pavia (dettaglio)
Ritornando al Castello Visconteo, il visitatore potrà ammirare non solo i preziosi arazzi ma anche il Polittico di Ambrogio Bergognone, eccezionalmente ricomposto dopo secoli di dispersione, e lo straordinario coro ligneo cinquecentesco della chiesa di San Marino, restaurato per l’occasione. Disegni, modelli architettonici e dipinti permettono di riscoprire la magnificenza dei cantieri rinascimentali pavesi, dal marmoreo splendore della Certosa al cantiere del Duomo, dove l’eco delle intuizioni di Leonardo e Bramante riecheggia ancora oggi.
Pavia 1525 non è solo una mostra: è un viaggio dentro una città che, tra arte e politica, seppe parlare all’Europa intera e che nel 1525 vide scriversi una pagina di storia destinata a cambiare per sempre il destino del continente.
Leggi anche:
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• Pavia 1525, storie d'arti e di battaglia dalla perla del Rinascimento lombardo
Il percorso espositivo ruota intorno a tre fuochi: la Certosa, grandioso monastero voluto dai Visconti e trasformato in cantiere cardine dell’arte lombarda; il Duomo, la cattedrale che i pavesi vollero “più bella di Santa Sofia” e che chiamò a raccolta i maggiori architetti e ingegni dell’epoca; e la città stessa, fucina di artisti e artigiani che nel Quattrocento fecero di Pavia un punto di riferimento per tutta l’Italia settentrionale. Nella seconda metà del XV secolo la città, cuore del Ducato di Milano, vive infatti un periodo di straordinaria vivacità culturale sotto gli Sforza. Nei suoi palazzi e nei cantieri si incontrano Leonardo da Vinci, presente per studiare il modello ligneo della cattedrale e progettare statue e macchine, Donato Bramante, impegnato nella definizione della nuova fabbrica del Duomo, e maestri come il Perugino, chiamato a lavorare nella Certosa. Il 1525 segna il punto di svolta: la battaglia di Pavia tra le truppe di Francesco I di Francia e Carlo V d’Asburgo decide le sorti della Lombardia e inaugura una nuova stagione politica in Europa.

Manifattura di Bruxelles su disegno di Bernart von Orley. Arazzo della Battaglia di Pavia, Cattura di Francesco I di Francia (dettaglio).
La mostra – curata da Francesco Frangi, Pietro Cesare Marani, Mauro Natale, Laura Aldovini e, per la sezione degli arazzi, Carmine Romano e Mario Epifani – riunisce opere di Leonardo, Ambrogio Bergognone, Bernardino Zenale, Perugino e altri protagonisti, con dipinti, sculture, codici miniati e oggetti d’arte provenienti da istituzioni italiane e internazionali (tra cui Pinacoteca di Brera, Castello Sforzesco, Royal Collection di Windsor, Victoria & Albert Museum). Cuore spettacolare dell’esposizione sono i sette monumentali arazzi del Museo di Capodimonte che raffigurano la battaglia: tessuti tra il 1528 e il 1531 su disegni di Bernard van Orley, tornano eccezionalmente a Pavia dopo un complesso restauro e le tappe americane, offrendo una narrazione visiva di sorprendente modernità.
Gli arazzi rappresentano lo splendido racconto per immagini di un momento chiave nella storia d'Europa e per le sorti della città di Pavia. Nel 1524 il giovane re di Francia Francesco I discende in Italia alla testa di un esercito imponente, deciso a riconquistare Milano. Dopo mesi di assedio, il 24 febbraio 1525 le truppe imperiali di Carlo V infliggono ai francesi una sconfitta clamorosa nei boschi del Parco Visconteo. Francesco viene catturato e condotto prigioniero in Spagna: l’egemonia francese in Lombardia tramonta e l’Europa entra in una nuova fase, con la Spagna di Carlo V destinata a dominare a lungo la penisola.

Manifattura di Bruxelles su disegno di Bernart von Orley. Arazzo della Battaglia di Pavia (dettaglio)
Ritornando al Castello Visconteo, il visitatore potrà ammirare non solo i preziosi arazzi ma anche il Polittico di Ambrogio Bergognone, eccezionalmente ricomposto dopo secoli di dispersione, e lo straordinario coro ligneo cinquecentesco della chiesa di San Marino, restaurato per l’occasione. Disegni, modelli architettonici e dipinti permettono di riscoprire la magnificenza dei cantieri rinascimentali pavesi, dal marmoreo splendore della Certosa al cantiere del Duomo, dove l’eco delle intuizioni di Leonardo e Bramante riecheggia ancora oggi.
Pavia 1525 non è solo una mostra: è un viaggio dentro una città che, tra arte e politica, seppe parlare all’Europa intera e che nel 1525 vide scriversi una pagina di storia destinata a cambiare per sempre il destino del continente.
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