Sulle rotte di Omero
 
										
										 
										
										
																		
																									Omero
															
							26/02/2004
							 L’esposizione, aperta dal 25 gennaio al 29 aprile (biglietto integrato con i Musei Capitolini), ha come fulcro la fitta rete di rapporti commerciali intessuti tra il XVI ed il VI secolo a.C. nel Mediterraneo orientale e presenta circa 300 reperti trovati in quest’area geografica provenienti dai Musei di Cipro, Creta, Rodi, Coo. Si prendono in considerazione oggetti d’uso figli di varie culture che si sono intersecati e influenzati vicendevolmente proprio grazie agli scambi commerciali. Per capire la portata di un fenomeno di questo tipo basta ricordare che protagoniste di queste relazioni economico-culturali erano realtà come Creta, Cipro, la Grecia continentale, le Cicladi, ma anche le coste dell’Asia Minore e il Vicino Oriente.
La mostra ha come primario criterio selettivo la valenza storico-documentaria, mettendo quella artistica in secondo piano: tale istanza ha portato nelle sale di palazzo Caffarelli anche i minimi frammenti scientificamente importanti per gli occhi dell’esperto ma altrettanto affascinanti per il comune appassionato, che può così inserirsi all’interno di quella circolazione di uomini e di valori che posero le basi per una “civilizzazione mediterranea” su cui si fonda la nostra Storia. A conferma di questa sorta di coinvolgimento emozionale del visitatore, particolarmente originali risultano i caratteri dell’allestimento: per gli ambienti è stato scelto il blu del mare, mentre una grande nave stilizzata incorpora le vetrine con gli oggetti d’importazione.
I reperti sono stati suddivisi in tre tipologie: le importazioni, oggetti rinvenuti in luoghi diversi da quelle di produzione; le imitazioni, riproduzioni con sensibili differenze da quei prototipi che evidentemente risultavano appetibili dal punto di vista commerciale connotandosi come veri e propri pezzi “alla moda” e che, quindi, spingevano gli artigiani a riprodurli; gli amalgama, motivi tratti da differenti ambiti geografici riuniti in un singolo pezzo a conferma di un milieu culturale profondamente variegato.
Interessanti i temi decorativi e gli elementi iconografici che si ripetono su alcuni pezzi della mostra: i vasi a forma di volatile tipici del corredo funerario che hanno una spiegazione nel rapporto abbastanza immediato che intercorre tra anima e volatile, con un’ampia tradizione nell’Età del   Bronzo e del Ferro; le ampolle (lèkythoi) per contenere oppio con, in bella mostra, il serpente in connessione alle finalità terapeutiche della sostanza; le anfore decorate con polpi o vasi rituali antropomorfi con raffigurazione di divinità femminile. 
Ben rappresentate sono le molteplici influenze religiose tra le varie culture: amuleti a forma di falco (dio egizio Horus), o la triade Nefertum Sekhmet e Ptah che da Menfi penetrano a Creta, o il tema del “Signore degli Animali” che compare sullo splendido rytòn (coppa), adornato con la testa di un toro. Interessante, infine, un vaso a forma di mucca con una testa di donna al di sopra ritrovata a Cnosso e che trattiene l’attenzione per un’inevitabile parallelo con il mito del Ratto di Europa.
Sulle rotte di Omero
Navigatori e commerci nel Mediterraneo orientale XVI-VI secolo a.C.
Fino al 29 aprile 2001
Musei Capitolini- Palazzo Caffarelli
9,30 - 19,00 sabato 9,30 - 23,00 chiuso il lunedì
Tel 06 39967800						
						
					LA MAPPA
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