Un accumulo di storia
Balthus
19/12/2001
Balthazar Klossowski nasce a Parigi il 29 febbraio 1908 da una famiglia di origine polacca. E’ il secondogenito di Erich Klossowski, pittore e storico dell’arte, ed Elizabeth Dorothea Spiro, pittrice nota con lo pseudonimo di Baladine. Il fratello maggiore di Balthazar è lo scrittore e pittore Pierre.
Un destino segnato quello di Balthus, come appare già nello scorrere i personaggi della sua famiglia.
Allo scoppio della Prima Guerra mondiale i Klossowski lasciano la Francia stabilendosi prima a Zurigo e quindi a Berlino.
Dopo la separazione dei genitori (1917) ed il trasferimento con la madre ed il fratello a Ginevra, Balthus è iscritto al liceo.
In questo periodo realizza 40 disegni della serie “Mitsou”, ispirandosi ad un episodio infantile (la morte del suo gatto). I disegni vengono apprezzati dal nuovo compagno della madre di Balthus, il poeta Rainer Maria Rilke, che tenta di farli pubblicare.
Negli anni Venti Balthazar inizia a rendersi conto delle sue possibilità, anche grazie al sostegno che gli viene dall’esterno: nel 1926 un gruppo di mecenati gli finanzia un viaggio in Italia, durante il quale ammira soprattutto le opere di Piero della Francesca ad Arezzo e a Borgo Sansepolcro e quelle di Masolino e Masaccio a Firenze.
Nel 1929 alla Galleria Förter di Zurigo espone dieci quadri: è la prima mostra di Balthus.
Dopo il servizio militare, svolto nell’esercito francese, si stabilisce a Parigi, dove si ritrova a contatto con le molte personalità lì presenti: affitta l’atelier dell’architetto svizzero Jeanneret (cugino di Le Corbusier), conosce André Derain, André Breton, Paul Eluard. L’essere un pittore assolutamente figurativista non facilita il suo ingresso tra i surrealisti; ne consegue un forte e durevole legame con Alberto Giacometti, altro dissidente del movimento.
A questi anni risalgono anche i primi lavori teatrali di Balthus: dipinge alcune scene del “Pipistrello” di Johann Strass junior (1933); disegna scene e costumi per “Les Cenci” di Shelley (1935). Del 1934 la mostra per la Galleria Pierre che scatena la querelle sullo “scandaloso Balthus” e la sua pittura dominata da un erotismo che disorienta poiché ne sono protagoniste delle giovani fanciulle.
Il biennio 1937-38 è d’intensa attività: nella sfera privata sposa Antoinette de Watteville, in campo lavorativo realizza il ritratto di Juan Mirò commissionatogli da Pierre Loeb, finisce la serie “Le Montagne”, espone nella galleria di Pierre Matisse di New York, figlio del grande Henri.
Dopo un decennio caratterizzato dagli spostamenti, da Parigi a Berna, da Champrovent a Friburgo, con vari lavori teatrali per Albert Camus e Boris Kochno. Nel 1946 termina il matrimonio con Antoinette che, comunque, gli ha dato due figli. Nel 1951 torna in Italia su invito dei Caetani.
Gli anni ’50 sono quelli della consacrazione e quindi delle grandi mostre: espone a New York per il Museum of Modern Art, per la Pierre Matisse Galllery, in Italia a Roma e a Torino.
Nel 1961 Balthus viene nominato direttore dell’Accademia di Francia a Roma: ha il compito di restaurare Villa Medici, sede dell’Accademia, e modernizzare lo statuto del Prix de Rome.
A Roma conosce, e ne diventa amico, Renato Guttuso e Federico Fellini. Nel 1962 è inviato da André Malraux in Giappone dove incontra Setsuko Ikeda, modella da cui avrà un figlio.
Il 1969 segna un momento di grave lutto per Balthus che perde la madre, Baladine.
Negli anni ’70 torna spesso su temi nipponici che trovano forma in opere come “Japonaise au miror noir” o “Japonaise à la table rouge”. Nel 1980 approda alla Biennale di Venezia con ventisei quadri.
Gli ultimi due decenni testimoniano il moltiplicarsi delle retrospettive su Balthus, che nel 1998 si reca per la prima volta in Polonia, dove viene nominato doctor honoris causa all’università di Wroclaw.
Il 18 febbraio 2001 Balthus si spegne a Rossinière in Svizzera.
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