UN NUOVO AUDITORIUM PER ROMA

Renzo Piano
01/03/2002
Sarà un compleanno speciale il prossimo 21 aprile per la capitale, verrà infatti inaugurata, seppur parzialmente, la grandiosa struttura del nuovo auditorium progettato da Renzo Piano.
Nell’imponente anfiteatro e in due delle tre sale progettate, proprio in coincidenza dei natali di Roma, risuoneranno le prime note che apriranno a nuove stagioni di grandi concerti.
Molti sono stati gli impedimenti che hanno costellato il lungo cammino di questa ambiziosa opera: dalla rescissione del contratto con l’impresa vincitrice della prima gara alle polemiche circa l’impossibilità dell’effettiva realizzazione del progetto. A tutto ciò si è aggiunto, nel corso dei lavori, il ritrovamento dei resti di una grande villa suburbana situata lungo la riva sinistra del Tevere, la cui eccezionale sequenza stratigrafica consente di datare il complesso dal VI secolo a. C. fino al II secolo d. C.
Quest’ultimo imprevisto non sembra però aver preoccupato eccessivamente l’ideatore dell’auditorium, il quale ha dichiarato quanto la scoperta delle antiche rovine della Villa romana abbiano reso possibile un legame ancor più stretto fra le nuove strutture e il contesto circostante.
Tutto è stato studiato nei minimi particolari sebbene non siano state rispettate rigorosamente le richieste iniziali dell’originario progetto: è stato Piano in prima persona a volere che le tre sale dell’auditorium fossero parte integrante non di un’unica struttura ma di singole costruzioni. Tutto ciò per assicurare la massima flessibilità di impieghi senza sacrificare nulla in termini di qualità acustica.
Dalla dislocazione simmetrica dei differenti edifici delle sale, che lo stesso designer ha definito come delle grandi “sound box”, è emerso un grande spazio vuoto che nel corso dei lavori è andato assumendo la fisionomia di un “quarto auditorium”, non incluso nel programma iniziale.
Questo grandioso anfiteatro all’aperto consentirà a circa tremila persone di godere delle manifestazioni musicali circondati dal verde della lussureggiante vegetazione e dagli antichi resti della Villa romana, che, come abbiamo accennato innanzi, faranno parte integrante dell’immenso complesso architettonico.
Molto più tecologiche sono le soluzioni adottate per le tre sale, che avranno capacità (2.700 - 1.200 - 500) e caratteristiche differenti fra loro.
La più piccola si configura come uno spazio totalmente flessibile, dove pavimento e soffitti sono stati resi mobili al fine di rendere elastiche le proprietà acustiche delle mura. Nella sala intermedia sono state utilizzate tecniche che hanno permesso di rendere ogni elemento flessibile nell’utilizzo che viene richiesto a seconda delle necessità.
Tutte e tre le sale sono inoltre state testate, attraverso procedure altamente tecnologiche, al fine di garantire la migliore resa acustica possibile, con la speranza che tutto ciò vada a colmare, con le migliori note, quel grande vuoto musicale che a una città di millenaria tradizione come Roma certo non si addiceva.
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