I tesori dell’arte a portata di clic
Virtual Tour ai Musei Vaticani
Giuseppe Momo, Scala elicoidale ai Musei Vaticani, 1932 | Courtesy Musei Vaticani
Francesca Grego
15/04/2020
Visitare i Musei Vaticani è come calarsi in un mondo parallelo: la storia dell’arte - tutta intera - si racconta attraverso capolavori assoluti, architetture e decorazioni sontuose, intrecciando le memorie dei papi, le vicende di Roma e della cultura italiana attraverso i secoli. Un’esperienza ricca e travolgente da fare almeno una volta nella vita, e che oggi è accessibile anche da casa grazie a tour da fruire online sul sito: http://www.museivaticani.va.
Il viaggio virtuale non sostituisce certo le suggestioni offerte dall’incontro ravvicinato con l’arte, ma in questo caso presenta vantaggi non da poco: si evita la stanchezza che inevitabilmente accompagna una visita così lunga e se ne assaporano le meraviglie a distanza ravvicinata prendendosi tutto il tempo necessario, con la possibilità di tornare sui propri passi, personalizzare il percorso in base agli interessi di ognuno, interrompere e riprendere a piacimento. Il tutto grazie alle immagini ad altissima definizione e a un sistema fluido e intuitivo, tra i migliori attualmente a disposizione degli spettatori dell’arte in rete.
Sono sette i tour proposti al momento dai Musei Vaticani e spaziano da gioielli universalmente noti come la Cappella Sistina e le Stanze di Raffaello a sale e gallerie storiche che sorprendono per la magnificenza delle decorazioni e l’abbondanza di capolavori.
Un tesoro da riscoprire senza indugio è la Cappella Niccolina, che ci accoglie nel cuore del Palazzo Apostolico con un’opera capitale del Quattrocento italiano. A pochi passi dalle Logge di Raffaello, fu interamente affrescata da Beato Angelico per conto di papa Niccolò V. Con i suoi colori splendenti narra episodi tratti dalle vite dei Santi Stefano e Lorenzo, mentre il soffitto è dominato dalle figure dei quattro evangelisti. L’ambiente, che un tempo introduceva alle camere secrete del pontefice, sintetizza l’umanesimo cristiano del pittore fiorentino, in cui la forza morale di santi e martiri ha il sapore di un eroismo umano tutto classico e rinascimentale.
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Arte e Tecnica si sposano nelle Stanze di Raffaello
I capolavori delle Stanze Vaticane risplendono dal 2017 in un inedito, alchemico connubio tra arte e tecnica modulato sulle variazioni della luce solare.
Gli appassionati di scultura antica e neoclassica, invece, apprezzeranno certamente la visita al Museo Pio Clementino, cresciuto attorno al celebre Cortile delle Statue di Giulio II (1503-1513), il mecenate di Michelangelo per il quale l’arte fu una vera missione. Qui vennero portati i ritrovamenti dei grandi scavi compiuti a Roma durante il Rinascimento, ma anche i tanti tesori acquisiti da collezionisti e antiquari. In un labirinto di sale, gabinetti e gallerie disposte intorno al Cortile Ottagono, si possono ammirare celebrità come l’Apollo del Belvedere (“il più alto ideale dell’arte tra le statue antiche conservate fino a noi”, secondo Johann Joachim Winkelmann), il Laocoonte avvolto dai serpenti, il Perseo trionfante di Antonio Canova e l’Apoxyomenos, replica greca in marmo del leggendario atleta di Lisippo.
Il Museo Chiaramonti rappresenta un momento particolare della storia d’Italia: il ritorno a casa di molte delle sculture sottratte da Napoleone. Nello spazio allestito da Antonio Canova - l’artista-diplomatico che portò avanti le trattative con la Francia - scultura, pittura e architettura si abbracciano come “arti sorelle”. Qui troviamo il prezioso gruppo di Ercole e Telefo bambino e il rilievo della Gradiva (“colei che cammina”), che ebbe un grande fan in Sigmund Freud: dopo averle dedicato un saggio, il padre della psicanalisi ne appese un calco nel suo studio viennese. Al Museo Chiaramonti si trova anche una delle più grandi collezioni di ritratti romani esistenti al mondo. Il viaggio continua lungo il Braccio Nuovo, galleria lunga 68 metri e coperta da una preziosa volta a cassettoni, dove imperatori e grandi personaggi dell’antichità si affacciano dalle nicchie scavate nelle pareti. Costruito nel XIX secolo per accogliere i tesori restituiti dai francesi, è un tripudio di marmi e mosaici romani integrati in architetture neoclassiche. L’obiettivo era ricostruire delle ambientazioni il più possibile simili a quelle antiche, prr esaltare al massimo le nuove idee di Quatremère de Quincy, secondo cui l’arte poteva essere compresa realmente solo nei suoi luoghi d’origine. Qui la star è certamente la colossale statua del Nilo che poggia su una sfinge tra putti, animali esotici e pigmei. Ritrovata nel 1513 in Campo Marzio, la scultura era probabilmente parte di un tempio dedicato alle divinità egizie Iside e Serapide.
L'Apollo del Belvedere, Dettaglio, Copia romana in marmo bianco di un bronzo di Leocare con restauri di Giovanni Angelo Montorsoli, Musei Vaticani | Foto: Livioandronico2013 (Own Work), via Wikimdia Creative Commons
Con la Sala dei Chiaroscuri raggiungiamo il nucleo medievale del Palazzo Apostolico. Un tempo questo ambiente ospitava i cubicolarii, ovvero gli addetti alla sorveglianza della camera da letto del papa, e gli aitanti palafrenieri, che portavano a spalla la sedia gestatoria del pontefice. Un inquilino dalle piume variopinte giustificava poi il nome antico di “Sala del Pappagallo”. Oggi, tra architetture illusionistiche e finte colonne, la Sala dei Chiaroscuri spicca per le imponenti figure di Apostoli e Santi dipinte in grisaille, come sculture di marmo: un ciclo inizialmente realizzato da Raffaello, ma rifatto completamente alcuni decenni più tardi dai fratelli Taddeo e Federico Zuccari a causa di un pesante danneggiamento.
Le pittura dell’Urbinate è invece ancora in piena forma nelle celeberrime Stanze di Raffaello, una tappa imperdibile nel tour dei Musei. Basterà un clic per osservare da vicino, come neanche dal vivo è possibile, i tanti personaggi della Scuola di Atene e scovare il volto di Leonardo da Vinci sul corpo di Platone, o l’ombroso Michelangelo coi suoi famigerati stivali sotto le mentite spoglie di Eraclito. E poi ammirare nei dettagli le scene imponenti delle Stanze della Segnatura, di Costantino, di Eliodoro e dell’Incendio del Borgo, che fecero da sfondo a importanti incontri e cerimonie pontificie.
Per gli internauti si spoglia di ogni segreto anche la Cappella Sistina, dove l’arte e il sacro si incontrano in un’icona senza equivalenti. L’affresco sublime del Giudizio Universale diventa un mondo in cui perdersi tra squilli di trombe e corpi umanissimi resi immortali dal pennello di Michelangelo, tra demoni, eletti e peccatori che si avviluppano nell’azzurro intorno alla figura colossale di Cristo. Dai marmi preziosi del pavimento calcato dai cardinali nei conclavi, alle Storie della Genesi o alle Sibille e ai Profeti della volta, l’effetto monumentale della Cappella Sistina rende ottimamente anche in digitale. E l’emozione culmina nella Creazione di Adamo, guardando finalmente da vicino la poesia dell’attimo in cui tutto ebbe inizio.
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La nuova luce della Cappella Sistina
Le straordinarie opere d'arte della Cappella Sistina illuminate come mai prima grazie ad un’innovativa soluzione di OSRAM.
Il viaggio virtuale non sostituisce certo le suggestioni offerte dall’incontro ravvicinato con l’arte, ma in questo caso presenta vantaggi non da poco: si evita la stanchezza che inevitabilmente accompagna una visita così lunga e se ne assaporano le meraviglie a distanza ravvicinata prendendosi tutto il tempo necessario, con la possibilità di tornare sui propri passi, personalizzare il percorso in base agli interessi di ognuno, interrompere e riprendere a piacimento. Il tutto grazie alle immagini ad altissima definizione e a un sistema fluido e intuitivo, tra i migliori attualmente a disposizione degli spettatori dell’arte in rete.
Sono sette i tour proposti al momento dai Musei Vaticani e spaziano da gioielli universalmente noti come la Cappella Sistina e le Stanze di Raffaello a sale e gallerie storiche che sorprendono per la magnificenza delle decorazioni e l’abbondanza di capolavori.
Un tesoro da riscoprire senza indugio è la Cappella Niccolina, che ci accoglie nel cuore del Palazzo Apostolico con un’opera capitale del Quattrocento italiano. A pochi passi dalle Logge di Raffaello, fu interamente affrescata da Beato Angelico per conto di papa Niccolò V. Con i suoi colori splendenti narra episodi tratti dalle vite dei Santi Stefano e Lorenzo, mentre il soffitto è dominato dalle figure dei quattro evangelisti. L’ambiente, che un tempo introduceva alle camere secrete del pontefice, sintetizza l’umanesimo cristiano del pittore fiorentino, in cui la forza morale di santi e martiri ha il sapore di un eroismo umano tutto classico e rinascimentale.
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Arte e Tecnica si sposano nelle Stanze di Raffaello
I capolavori delle Stanze Vaticane risplendono dal 2017 in un inedito, alchemico connubio tra arte e tecnica modulato sulle variazioni della luce solare.
Gli appassionati di scultura antica e neoclassica, invece, apprezzeranno certamente la visita al Museo Pio Clementino, cresciuto attorno al celebre Cortile delle Statue di Giulio II (1503-1513), il mecenate di Michelangelo per il quale l’arte fu una vera missione. Qui vennero portati i ritrovamenti dei grandi scavi compiuti a Roma durante il Rinascimento, ma anche i tanti tesori acquisiti da collezionisti e antiquari. In un labirinto di sale, gabinetti e gallerie disposte intorno al Cortile Ottagono, si possono ammirare celebrità come l’Apollo del Belvedere (“il più alto ideale dell’arte tra le statue antiche conservate fino a noi”, secondo Johann Joachim Winkelmann), il Laocoonte avvolto dai serpenti, il Perseo trionfante di Antonio Canova e l’Apoxyomenos, replica greca in marmo del leggendario atleta di Lisippo.
Il Museo Chiaramonti rappresenta un momento particolare della storia d’Italia: il ritorno a casa di molte delle sculture sottratte da Napoleone. Nello spazio allestito da Antonio Canova - l’artista-diplomatico che portò avanti le trattative con la Francia - scultura, pittura e architettura si abbracciano come “arti sorelle”. Qui troviamo il prezioso gruppo di Ercole e Telefo bambino e il rilievo della Gradiva (“colei che cammina”), che ebbe un grande fan in Sigmund Freud: dopo averle dedicato un saggio, il padre della psicanalisi ne appese un calco nel suo studio viennese. Al Museo Chiaramonti si trova anche una delle più grandi collezioni di ritratti romani esistenti al mondo. Il viaggio continua lungo il Braccio Nuovo, galleria lunga 68 metri e coperta da una preziosa volta a cassettoni, dove imperatori e grandi personaggi dell’antichità si affacciano dalle nicchie scavate nelle pareti. Costruito nel XIX secolo per accogliere i tesori restituiti dai francesi, è un tripudio di marmi e mosaici romani integrati in architetture neoclassiche. L’obiettivo era ricostruire delle ambientazioni il più possibile simili a quelle antiche, prr esaltare al massimo le nuove idee di Quatremère de Quincy, secondo cui l’arte poteva essere compresa realmente solo nei suoi luoghi d’origine. Qui la star è certamente la colossale statua del Nilo che poggia su una sfinge tra putti, animali esotici e pigmei. Ritrovata nel 1513 in Campo Marzio, la scultura era probabilmente parte di un tempio dedicato alle divinità egizie Iside e Serapide.
L'Apollo del Belvedere, Dettaglio, Copia romana in marmo bianco di un bronzo di Leocare con restauri di Giovanni Angelo Montorsoli, Musei Vaticani | Foto: Livioandronico2013 (Own Work), via Wikimdia Creative Commons
Con la Sala dei Chiaroscuri raggiungiamo il nucleo medievale del Palazzo Apostolico. Un tempo questo ambiente ospitava i cubicolarii, ovvero gli addetti alla sorveglianza della camera da letto del papa, e gli aitanti palafrenieri, che portavano a spalla la sedia gestatoria del pontefice. Un inquilino dalle piume variopinte giustificava poi il nome antico di “Sala del Pappagallo”. Oggi, tra architetture illusionistiche e finte colonne, la Sala dei Chiaroscuri spicca per le imponenti figure di Apostoli e Santi dipinte in grisaille, come sculture di marmo: un ciclo inizialmente realizzato da Raffaello, ma rifatto completamente alcuni decenni più tardi dai fratelli Taddeo e Federico Zuccari a causa di un pesante danneggiamento.
Le pittura dell’Urbinate è invece ancora in piena forma nelle celeberrime Stanze di Raffaello, una tappa imperdibile nel tour dei Musei. Basterà un clic per osservare da vicino, come neanche dal vivo è possibile, i tanti personaggi della Scuola di Atene e scovare il volto di Leonardo da Vinci sul corpo di Platone, o l’ombroso Michelangelo coi suoi famigerati stivali sotto le mentite spoglie di Eraclito. E poi ammirare nei dettagli le scene imponenti delle Stanze della Segnatura, di Costantino, di Eliodoro e dell’Incendio del Borgo, che fecero da sfondo a importanti incontri e cerimonie pontificie.
Per gli internauti si spoglia di ogni segreto anche la Cappella Sistina, dove l’arte e il sacro si incontrano in un’icona senza equivalenti. L’affresco sublime del Giudizio Universale diventa un mondo in cui perdersi tra squilli di trombe e corpi umanissimi resi immortali dal pennello di Michelangelo, tra demoni, eletti e peccatori che si avviluppano nell’azzurro intorno alla figura colossale di Cristo. Dai marmi preziosi del pavimento calcato dai cardinali nei conclavi, alle Storie della Genesi o alle Sibille e ai Profeti della volta, l’effetto monumentale della Cappella Sistina rende ottimamente anche in digitale. E l’emozione culmina nella Creazione di Adamo, guardando finalmente da vicino la poesia dell’attimo in cui tutto ebbe inizio.
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Le straordinarie opere d'arte della Cappella Sistina illuminate come mai prima grazie ad un’innovativa soluzione di OSRAM.
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