L’ESTETISMO INGLESE DA WILDE A GILBERT. LA BELLEZZA COME STILE DI VITA IN MOSTRA A LONDRA

01/04/2011

WEB: http://www.arcadja.com/artmagazine/it/2011/04/01/lestetismo-inglese-da-wilde-a-gilbert-la-bellezza-come-stile-di-vita-in-mostra-a-...


LONDRA. È stato il primo movimento artistico ad ispirare un intero stile di vita, una visione totalizzante del mondo. «Arte per amore dell'arte» era lo slogan dell'Estetismo, il suo grido di battaglia contro il grigiore vittoriano, il materialismo dominante, la cacofonia di stili e di teorie di metà Ottocento. L'intenzione era di cercare e trovare un nuovo ideale di bellezza fine a sé stessa, fatta per essere ammirata e goduta, un'arte sensuale finalmente libera dall'imperativo di raccontare una storia o dall'obbligo di inviare un messaggio religioso o morale.
Un'innovazione giudicata amorale e scioccante nel 1860, ma che ha rapidamente raccolto consensi fino a pervadere non solo pittura e scultura ma anche letteratura, design e tutte le arti applicate. Da James McNeill Whistler a Oscar Wilde, l'Estetismo, con il suo epilogo nel Decadentismo, ha avuto un enorme impatto sociale oltre che artistico e letterario.
Una grande mostra che apre domani al Victoria & Albert Museum di Londra raccoglie per la prima volta tutte le fila di questo movimento, esponendo trecento oggetti, molti da collezioni private e mai visti prima: dipinti ma anche sculture, progetti architettonici, arazzi, mobili, vetrate, vestiti, gioielli, libri, ceramiche, tessuti, piastrelle, carta da parati e stampe. «Il Culto della Bellezza: il movimento estetico dal 1860 al 1900», traccia l'affermarsi pratico della visione artistica dell'Estetismo, la volontà di vivere tutti giorni circondati dalla bellezza, sia nelle grandi che nelle piccole cose, dal quadro appeso alla parete alla carta da parati, dai mobili alla tazzina da tè, dal libro che si sfoglia alla casa in cui si abita.
In questa ricerca della bellezza tutte le arti nobili e applicate hanno quindi un ruolo da svolgere. William Morris con le sue carte da parati ispirate alla natura, Lawrence Alma-Tadema con le sue poltrone vagamente egiziane, Liberty's con le sue stoffe stampate a piume di pavone, Rossetti con i suoi ritratti di donne bellissime e misteriose e il grande Whistler con le sue curatissime ‘installazioni' ante litteram, delle quali studiava ogni dettaglio, dal colore dei muri al posizionamento degli oggetti.

I gigli bianchi di Wilde
La ricerca della bellezza sempre e comunque porta gli Esteti a cercare ispirazione sia nel passato, raccogliendo a piene mani dall'arte dell'antica Grecia e di Roma oltre che dell'Egitto e dai manoscritti illuminati del tardo Medioevo, sia in altri Paesi, come l'Italia ma soprattutto la Cina e il Giappone le cui stampe e ceramiche erano avidamente collezionate da tutti gli artisti. Gli artisti e le loro modelle e muse diventano simboli viventi del movimento, incarnandone gli ideali in ogni aspetto della vita, primo tra tutti Wilde con la sua ossessiva eleganza e i suoi onnipresenti gigli bianchi.

Albert Gilbert
La fine prematura di Wilde, distrutto dallo scandalo e dal carcere, sembra segnare anche la fine dell'Estetismo con il volgere del secolo, ma l'influenza del movimento continua. La mostra si conclude con una figura molto familiare: la grande statua di Eros, creata nel 1893 da Albert Gilbert, che da quando è stata piazzata sulla fontana di Piccadilly Circus è diventata uno dei simboli piú celebri e piú amati di Londra. Un epilogo adatto per una mostra risolutamente inglese su un movimento sbocciato e fiorito nella capitale britannica. (Il Sole 24 Ore)...

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