Al Museo della città dal 7 novembre al 16 febbraio
Modigliani e l’avventura di Montparnasse: a Livorno i capolavori dalle collezioni Netter e Alexandre
Amedeo Modigliani, Elvire au col blanc, 1917 o 1918, olio su tela, 65 x 92 cm, collezione Jonas Netter
Samantha De Martin
02/10/2019
Livorno - Nella Ville Lumière, a contatto con l’avanguardia artistica, Amedeo Modigliani aveva trovato l’energia necessaria per essere un artista invincibile. Eppure è a Livorno, la sua città natale, che rimase sempre legato, tanto da tornarci più volte nel corso della sua breve esistenza.
Per celebrare il centenario della scomparsa del pittore, il Museo della città accoglie, dal 7 novembre al 16 febbraio, quattordici dipinti e dodici disegni dell’artista livornese, raramente esposti al pubblico.
Raccontano l’avventura di Montparnasse e provengono dalle collezioni Paul Alexandre e Jonas Netter, i due maggiori collezionisti che hanno accompagnato e sostenuto Modì durante la sua vita.
Nei quartieri parigini di Montmartre e Montparnasse Modigliani aveva stretto amicizia con Guillaume Apollinaire, con il collezionista Paul Guillaume, con lo scrittore Blaise Cendrars, con il pittore russo Chaïm Soutine, e il francese Maurice Utrillo ed era da tutti ammirato per il suo carisma, per quelle opere che rispecchiavano tutta la bellezza dell’arte rinascimentale espressa con un linguaggio moderno.
Incantava Modigliani, con il suo talento geniale e l'approccio intransigente all'arte, quella stessa nella quale cercò una via di fuga al suo destino abbattutosi tragicamente su una vita prigioniera dell’alcol e delle droghe.
Per celebrare il centenario della morte del pittore, nelle sale del Museo della città, saranno eccezionalmente riuniti i capolavori appartenuti a Paul Alexandre e Jonas Netter.
Lungo il percorso sfileranno il tenero ritratto di grandi dimensioni Fillette en Bleu del 1918, e quello di Chaïm Soutine del 1916, caro amico del pittore durante gli anni parigini più difficili. C’è il ritratto Elvire au col blanc, che immortala la folgorante bellezza di Elvira, ritratta da Modigliani ben quattro volte, e c’è la Jeune fille rousse (Jeanne Hébuterne) del 1919, che descrive la bella Jeanne Hébuterne mentre si rivolge allo spettatore in un atteggiamento pieno di eleganza.
«La mostra è un ritorno a casa – commenta il curatore Marc Restellini –. Sono felice di questa occasione. Non poteva esserci decisione migliore di portare la mostra di Modigliani nella sua città nell'anniversario del centenario della morte. Qui a Livorno Amedeo Modigliani ha sviluppato la sua capacità creativa e lo spiritualismo ebraico e qui a Livorno mi auguro che la storia, e non solo il mercato, possano approfittare di questa meravigliosa opportunità per dargli la giusta posizione nella storia dell’arte occidentale».
Accanto ai lavori del pittore livornese saranno esposti un centinaio di altri capolavori collezionati da Jonas Netter a partire dal 1915, rappresentativi della grande École de Paris e realizzati da artisti come Maurice Utrillo, Suzanne Valadon e Moïse Kisling, artista polacco che ci ha lasciato uno dei ritratti più emblematici del collezionista Jonas Netter.
Leggi anche:
• Modigliani e l'avventura di Montparnasse
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Raccontano l’avventura di Montparnasse e provengono dalle collezioni Paul Alexandre e Jonas Netter, i due maggiori collezionisti che hanno accompagnato e sostenuto Modì durante la sua vita.
Nei quartieri parigini di Montmartre e Montparnasse Modigliani aveva stretto amicizia con Guillaume Apollinaire, con il collezionista Paul Guillaume, con lo scrittore Blaise Cendrars, con il pittore russo Chaïm Soutine, e il francese Maurice Utrillo ed era da tutti ammirato per il suo carisma, per quelle opere che rispecchiavano tutta la bellezza dell’arte rinascimentale espressa con un linguaggio moderno.
Incantava Modigliani, con il suo talento geniale e l'approccio intransigente all'arte, quella stessa nella quale cercò una via di fuga al suo destino abbattutosi tragicamente su una vita prigioniera dell’alcol e delle droghe.
Per celebrare il centenario della morte del pittore, nelle sale del Museo della città, saranno eccezionalmente riuniti i capolavori appartenuti a Paul Alexandre e Jonas Netter.
Lungo il percorso sfileranno il tenero ritratto di grandi dimensioni Fillette en Bleu del 1918, e quello di Chaïm Soutine del 1916, caro amico del pittore durante gli anni parigini più difficili. C’è il ritratto Elvire au col blanc, che immortala la folgorante bellezza di Elvira, ritratta da Modigliani ben quattro volte, e c’è la Jeune fille rousse (Jeanne Hébuterne) del 1919, che descrive la bella Jeanne Hébuterne mentre si rivolge allo spettatore in un atteggiamento pieno di eleganza.
«La mostra è un ritorno a casa – commenta il curatore Marc Restellini –. Sono felice di questa occasione. Non poteva esserci decisione migliore di portare la mostra di Modigliani nella sua città nell'anniversario del centenario della morte. Qui a Livorno Amedeo Modigliani ha sviluppato la sua capacità creativa e lo spiritualismo ebraico e qui a Livorno mi auguro che la storia, e non solo il mercato, possano approfittare di questa meravigliosa opportunità per dargli la giusta posizione nella storia dell’arte occidentale».
Accanto ai lavori del pittore livornese saranno esposti un centinaio di altri capolavori collezionati da Jonas Netter a partire dal 1915, rappresentativi della grande École de Paris e realizzati da artisti come Maurice Utrillo, Suzanne Valadon e Moïse Kisling, artista polacco che ci ha lasciato uno dei ritratti più emblematici del collezionista Jonas Netter.
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