In mostra fino al 7 gennaio
Quando la pittura diventò europea. Rubens a Palazzo Te

Rubens a Palazzo Te. Pittura, trasformazione e libertà. Foto Gian Maria Pontiroli © Fondazione Palazzo Te
Francesca Grego
10/10/2023
Mantova - Era il 1600 quando Pieter Paul Rubens giunse a Mantova come pittore ufficiale di Vincenzo I Gonzaga. Iniziava così un sodalizio destinato a durare nel tempo, che avrebbe assicurato all’artista – nonché diplomatico – viaggi e commissioni da Genova a Roma, e perfino in Spagna. Ma è tra le mura del mantovano Palazzo Te, affrescate circa cinquant’anni prima da Giulio Romano, che si consuma il confronto quotidiano di Rubens con la tradizione pittorica italiana. Una storia da scoprire fino al prossimo 7 gennaio proprio nella residenza estiva dei Gonzaga, dove più di 50 opere dialogano con gli spettacolari dipinti murali ammirati dal maestro. Si apre così un nuovo capitolo del progetto Rubens! La nascita di una pittura europea, frutto della collaborazione del Palazzo Ducale di Mantova con la Galleria Borghese di Roma.
A cura di Raffaella Morselli con Cecilia Paolini, la mostra Rubens a Palazzo Te. Pittura, trasformazione e libertà riunisce dipinti e disegni in prestito da istituzioni come il Louvre, il Prado, i Musei Capitolini, il Museo Boijmans di Rotterdam, la Galleria Nazionale di Danimarca e i Musei Reali di Torino: un viaggio nell’opera di un grande protagonista del Barocco che, mescolando le idee del Rinascimento ai miti antichi dipinti sulle pareti del palazzo, riuscì a elaborare un nuovo linguaggio né fiammingo né italiano, ma a cavallo tra i due mondi.
Rubens a Palazzo Te. Pittura, trasformazione e libertà. Foto Gian Maria Pontiroli © Fondazione Palazzo Te
L’immaginifica popolazione di divinità e di storie inventate e citate da Giulio Romano a Palazzo Te furono la palestra ideale per il colto Rubens, formatosi nelle Fiandre su testi e immagini dei classici latini e greci, che a Mantova trovò il luogo perfetto per immergersi in sogni antichi. Sotto il tetto di Palazzo Te, il suo immaginario diventa universale e la sua lingua capace di parlare a tutte le corti d’Europa.
“Lo sguardo di Rubens su Palazzo Te è alla base di una mostra bellissima, risultato di un percorso scientifico e istituzionale complesso e ambizioso. È il racconto del riverbero avuto nel tempo, fino al Seicento e oltre, dalla pittura di Giulio Romano e di Palazzo Te; è una storia che connette Giulio Romano a Rubens nella loro capacità di trasformare creativamente la tradizione; è l'evidenza di quanto la ‘pratica della libertà’ propria della pittura sia una cifra preziosa della cultura europea anche contemporanea”, osserva il direttore della Fondazione Palazzo Te Stefano Baia Curioni.

Rubens a Palazzo Te. Pittura, trasformazione e libertà. Foto Gian Maria Pontiroli © Fondazione Palazzo Te
L’ammirazione di Rubens per l’opera di Giulio Romano si riflette nel crescente gigantismo della sua arte dopo lo studio delle monumentali decorazioni dei palazzi mantovani. Pare anche che il maestro fiammingo fosse solito appropriarsi dei disegni di Giulio, o di copie dei suoi assistenti, per utilizzarli come modelli ritoccandoli a proprio modo: è il caso di alcuni disegni tratti dalla serie del Trionfo di un imperatore romano in prestito dal Louvre, basati sulle invenzioni di Giulio Romano per la Camera degli Stucchi di Palazzo Te, o dell’Achille scoperto da Ulisse del Prado, dove la fanciulla seduta di spalle in primo piano riprende da vicino un’invitata al Banchetto rustico della Sala di Psiche.
Altro aspetto illustrato in mostra è l’introspezione psicologica del ritratto, da scoprire attraverso accostamenti inediti. Accanto ai numerosi capolavori disseminati lungo il percorso, infine, troviamo anche un’accurata riproduzione 3D: si tratta della pala raffigurante I santi Gregorio, Domitilla, Mauro, Papia, Nereo e Achilleo in adorazione della Madonna della Vallicella, la cui versione originale è oggi conservata presso il Museo Municipale di Grenoble.

Rubens a Palazzo Te. Pittura, trasformazione e libertà. Foto Gian Maria Pontiroli © Fondazione Palazzo Te
Per i fan del maestro fiammingo la festa non si esaurisce a Palazzo Te. Appena riaperto con un nuovo allestimento, il Palazzo Ducale di Mantova sfoggia il capolavoro più ambizioso dipinto da Rubens in città: la pala centrale del Trittico della Santissima Trinità, sontuosa celebrazione della famiglia Gonzaga, ma soprattutto anticipazione dello stile barocco, qui illustrata da un ricco allestimento multimediale. Dal 14 ottobre al 30 dicembre, infine, speciali visite guidate a Palazzo Ducale illustreranno il mecenatismo del duca Vincenzo I, che chiamò alla corte di Mantova Rubens e altri suoi celebri colleghi.

Rubens a Palazzo Te. Pittura, trasformazione e libertà. Foto Gian Maria Pontiroli © Fondazione Palazzo Te
A cura di Raffaella Morselli con Cecilia Paolini, la mostra Rubens a Palazzo Te. Pittura, trasformazione e libertà riunisce dipinti e disegni in prestito da istituzioni come il Louvre, il Prado, i Musei Capitolini, il Museo Boijmans di Rotterdam, la Galleria Nazionale di Danimarca e i Musei Reali di Torino: un viaggio nell’opera di un grande protagonista del Barocco che, mescolando le idee del Rinascimento ai miti antichi dipinti sulle pareti del palazzo, riuscì a elaborare un nuovo linguaggio né fiammingo né italiano, ma a cavallo tra i due mondi.

Rubens a Palazzo Te. Pittura, trasformazione e libertà. Foto Gian Maria Pontiroli © Fondazione Palazzo Te
L’immaginifica popolazione di divinità e di storie inventate e citate da Giulio Romano a Palazzo Te furono la palestra ideale per il colto Rubens, formatosi nelle Fiandre su testi e immagini dei classici latini e greci, che a Mantova trovò il luogo perfetto per immergersi in sogni antichi. Sotto il tetto di Palazzo Te, il suo immaginario diventa universale e la sua lingua capace di parlare a tutte le corti d’Europa.
“Lo sguardo di Rubens su Palazzo Te è alla base di una mostra bellissima, risultato di un percorso scientifico e istituzionale complesso e ambizioso. È il racconto del riverbero avuto nel tempo, fino al Seicento e oltre, dalla pittura di Giulio Romano e di Palazzo Te; è una storia che connette Giulio Romano a Rubens nella loro capacità di trasformare creativamente la tradizione; è l'evidenza di quanto la ‘pratica della libertà’ propria della pittura sia una cifra preziosa della cultura europea anche contemporanea”, osserva il direttore della Fondazione Palazzo Te Stefano Baia Curioni.

Rubens a Palazzo Te. Pittura, trasformazione e libertà. Foto Gian Maria Pontiroli © Fondazione Palazzo Te
L’ammirazione di Rubens per l’opera di Giulio Romano si riflette nel crescente gigantismo della sua arte dopo lo studio delle monumentali decorazioni dei palazzi mantovani. Pare anche che il maestro fiammingo fosse solito appropriarsi dei disegni di Giulio, o di copie dei suoi assistenti, per utilizzarli come modelli ritoccandoli a proprio modo: è il caso di alcuni disegni tratti dalla serie del Trionfo di un imperatore romano in prestito dal Louvre, basati sulle invenzioni di Giulio Romano per la Camera degli Stucchi di Palazzo Te, o dell’Achille scoperto da Ulisse del Prado, dove la fanciulla seduta di spalle in primo piano riprende da vicino un’invitata al Banchetto rustico della Sala di Psiche.
Altro aspetto illustrato in mostra è l’introspezione psicologica del ritratto, da scoprire attraverso accostamenti inediti. Accanto ai numerosi capolavori disseminati lungo il percorso, infine, troviamo anche un’accurata riproduzione 3D: si tratta della pala raffigurante I santi Gregorio, Domitilla, Mauro, Papia, Nereo e Achilleo in adorazione della Madonna della Vallicella, la cui versione originale è oggi conservata presso il Museo Municipale di Grenoble.

Rubens a Palazzo Te. Pittura, trasformazione e libertà. Foto Gian Maria Pontiroli © Fondazione Palazzo Te
Per i fan del maestro fiammingo la festa non si esaurisce a Palazzo Te. Appena riaperto con un nuovo allestimento, il Palazzo Ducale di Mantova sfoggia il capolavoro più ambizioso dipinto da Rubens in città: la pala centrale del Trittico della Santissima Trinità, sontuosa celebrazione della famiglia Gonzaga, ma soprattutto anticipazione dello stile barocco, qui illustrata da un ricco allestimento multimediale. Dal 14 ottobre al 30 dicembre, infine, speciali visite guidate a Palazzo Ducale illustreranno il mecenatismo del duca Vincenzo I, che chiamò alla corte di Mantova Rubens e altri suoi celebri colleghi.

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