Dal 7 ottobre al 18 febbraio

Rubens e la nascita di una pittura europea. In autunno un progetto in tre tappe tra Mantova e Roma

Pieter Paul Rubens, Achille scoperto tra le figlie di Licomede, Olio su tavola, 1630, 145.50 x 107.5 cm, Madrid, Museo Nacional del Prado © Photographic Archive. Museo Nacional del Prado, Madrid
 

Samantha De Martin

07/06/2023

Mantova - L’artista fiammingo più amato dalle corti europee fa tappa in Italia, protagonista di tre importanti appuntamenti a Mantova e a Roma.
A partire dal 7 ottobre prossimo Rubens sarà al centro di un itinerario che ripercorrerà i rapporti tra la cultura italiana e l’Europa attraverso i suoi occhi da genio della pittura barocca.
Rubens! La nascita di una pittura europea è il titolo dell’iniziativa che unirà la Fondazione Palazzo Te, Palazzo Ducale di Mantova e la Galleria Borghese di Roma attraverso tre mostre che si inseriscono in una più ampia operazione culturale dedicata ai rapporti tra la cultura italiana e l’Europa vista attraverso gli occhi di Rubens.


Pieter Paul Rubens, Compianto su Cristo morto, Olio su tela, 1601-1602, Roma, Galleria Borghese © Galleria Borghese | Foto: © M. Coen

Dal 7 ottobre al 7 gennaio 2024, a Mantova Palazzo Te ospiterà la mostra Palazzo Te. Pittura, trasformazione e libertà, un percorso di ricerca, a cura di Raffaella Morselli, incentrato sul rapporto tra il pittore fiammingo e la cultura mitologica incontrata nel belpaese. La mostra tesserà un dialogo tra le opere e i motivi decorativi e iconografici del Palazzo grazie a un percorso che testimonia come le suggestioni rinascimentali elaborate da Rubens negli anni mantovani e italiani siano continuate, evolvendosi, nella pittura della sua maturità, fino a confluire nell’eredità intellettuale e artistica tramandata ai suoi allievi.
Il corteo di divinità e antichi testi citati da Giulio Romano a Palazzo Te furono per il colto Rubens una palestra ideale. L’intellettuale rinascimentale, che nel corso della sua formazione culturale si era alimentato della cultura latina e greca, trovò a Palazzo Te il luogo perfetto per confrontarsi con i suoi sogni.
Articolata in dodici sezioni, la mostra testimonia come sotto il tetto di Palazzo Te si sia compiuta la conversione di Rubens da fiammingo a italiano, mentre il suo mondo si carica di un linguaggio universale con il quale l’artista parla a tutte le corti d’Europa.

Restiamo a Mantova dove, nello stesso periodo, Palazzo Ducale dedicherà a Rubens il focus Rubens. La Pala della Santissima Trinità. La mostra sarà incentrata su una delle più imponenti imprese portate a compimento dall’artista: il ciclo delle tre enormi tele per la Chiesa della Santissima Trinità, una delle quali – dopo incredibili peripezie – è tuttora esposta a Palazzo Ducale e rappresenta una tappa fondamentale nel percorso conoscitivo del maestro.
L'artista consolida il suo legame con Mantova quando, nel 1600, giunge alla corte dei Gonzaga come giovane promettente pittore. Vi resterà per una decina di anni quando ormai è un indiscusso maestro.
Il progetto espositivo presenta un nuovo allestimento museografico e illuminotecnico dell'intero Appartamento Ducale, voluto da Vincenzo I e realizzato da Antonio Maria Viani. I visitatori ammireranno le opere della collezione permanente dal tardo Cinquecento al Seicento inoltrato. Fulcro del percorso è la Sala degli Arcieri, dove è esposta la Pala la cui vicenda viene raccontata da un’innovativa ricostruzione tridimensionale della chiesa della Santissima Trinità, oggi non più accessibile al pubblico.


Pieter Paul Rubens, Ritratto di Francesco IV Gonzaga, 1605, Collezione Freddi in comodato d'uso a Palazzo Ducale di Mantova © Palazzo Ducale di Mantova, Ministero della Cultura

Il progetto dedicato a Rubens proseguirà a Roma. Dal 14 novembre 2023 al 18 febbraio 2024 la mostra Il tocco di Pigmalione. Rubens e la scultura a Roma, a cura di Francesca Cappelletti e Lucia Simonato, ci porta a Roma. Il pubblico scoprirà come le influenze del viaggio in Italia, compiuto nel primo decennio del XVII secolo, abbiano avuto un nuovo decisivo vigore negli anni successivi al ritorno di Rubens in patria, anche grazie ai soggiorni italiani dei suoi allievi fiamminghi.
Il progetto si sofferma sul contributo straordinario che l’artista, alle soglie del Barocco, ha offerto a una nuova concezione di antico, di naturale e di imitazione. Dalla mostra emergerà la novità dirompente del suo stile nel primo decennio a Roma. L’eccezionale sede della Galleria Borghese offre inoltre l’opportunità inedita di vedere i grandi gruppi berniniani, la statuaria antica, le altre sculture moderne, spesso opera di artisti stranieri, in relazione diretta con i quadri e i disegni di Rubens, cogliendo quell’energia con cui l’artista investì i capolavori dell’antichità

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