A Palazzo Cucchiari dal 29 giugno

Dai Macchiaioli a Balla, l’Italia della Belle Époque va in scena a Carrara

Federico Zandomeneghi, A teatro I Courtesy Fondazione Giorgio Conti, Carrara
 

Francesca Grego

18/06/2024

Massa-Carrara - All’alba dell’era moderna l’arte italiana cambia pelle: movimenti e nuove tendenze si avvicendano velocemente, rispecchiando le trasformazioni in atto nella società a cavallo tra Ottocento e Novecento. Macchiaioli, simbolisti, divisionisti, futuristi sono gli artefici di una stagione ricca di fermenti, talenti e capolavori, che tornano alla ribalta a Carrara nella mostra Belle Époque. I pittori italiani della vita moderna. Da Lega e Fattori a Boldini e De Nittis a Nomellini e Balla. L’appuntamento è a Palazzo Cucchiari dal 29 giugno al 27 ottobre, per una cavalcata lungo cinquant’anni di storia dell’arte attraverso circa 90 dipinti, acquerelli, pastelli, sculture creati tra il 1864 e il 1917. La loro presenza è l’occasione per raccontare l’evoluzione del Belpaese in un cinquantennio cruciale, in parallelo con le innovazioni artistiche che porteranno all’avvento delle avanguardie. 


Vittorio Corcos, Sogni, 1896, Olio su tela, 161 x 135 cm | © Galleria Nazionale d'Arte Moderna e Contemporanea di Roma

All’indomani dell’Unità d’Italia, gli artisti sono alla ricerca di linguaggi che vadano oltre le scuole regionali e che al contempo esprimano lo spirito della modernità alle porte. Lo scopriremo nei dipinti dei Macchiaioli come Giovanni Fattori o Silvestro Lega, negli esperimenti di simbolisti come Gaetano Previati o di divisionisti come Giuseppe Pellizza da Volpedo, nelle ricerche di Giuseppe De Nittis e Federico Zandomeneghi, legati agli ambienti parigini, nelle atmosfere fascinose e rarefatte di Vittorio Corcos o Giovanni Boldini, fino alle prime, audaci proposte di Giacomo Balla, che preannunciano l’avvento del Futurismo. 


Antonio Mancini, La cucitrice I Courtesy Fondazione Giorgio Conti, Carrara

Diviso in sette sezioni, il percorso a cura di Massimo Bertozzi esplora questa stagione variegata nelle sue diverse dimensioni. “Tempi moderni”, per esempio, racconta come la città e i suoi nuovi scenari diventino un soggetto amato dai pittori, che ritraggono en plein air non solo le campagne, ma anche strade e piazze, parchi e giardini pubblici. Con “Casa e famiglia”, invece, entriamo nell’intimità degli ambienti domestici tra nuovi stili di vita e l’eleganza dei salotti più esclusivi, mentre “Il paradiso delle signore” racconta  le trasformazioni dell’immagine della donna, la moda, la famiglia, la mondanità.
Anche i soggetti più umili trovano spazio nel racconto della mostra con opere che ritraggono la vita del popolo, per poi indagare su un’altra novità dell’epoca, il desiderio di evasione in mondi esotici, mistici o esoterici. Alla fine del viaggio il linguaggio delle arti è molto cambiato, lasciandosi alle spalle ogni pretesa di naturalismo e aprendo la strada alla rivoluzione delle avanguardie.

 
Giovanni Boldini, La cantante mondana I Courtesy Fondazione Giorgio Conti, Carrara


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