A Piazza della Scala inaugura il Cantiere del '900
Gallerie d’Italia - Piazza Scala, Milano Cantiere del ’900, Opere dalle collezioni Intesa Sanpaolo Ouverture 1
25/10/2012
Milano - Ritorna alla città e ai suoi cittadini, restituito all’antico fasto ma destinato a diverso uso, Palazzo Beltrami eretto nel primo decennio del Novecento lungo la via Manzoni e storica sede della Banca Commerciale Italiana.
Si inaugura così a Milano il nuovo spazio Cantiere del ‘900, prolungamento architettonico ed espositivo delle Gallerie di Piazza della Scala, dove trova finalmente collocamento la ricca e cospicua collezione italiana di opere del secolo scorso, frutto del conferimento dei beni di proprietà dei diversi istituti di credito che negli anni passati sono stati accorpati e fusi in quella che sarebbe poi diventata Intesa Sanpaolo. Con un particolare d’eccezione: parte dell’esposizione si espande fino all’area del caveau, che sarà possibile ammirare su prenotazione.
E’ con una punta di orgoglio che il Professor Bazoli, presidente del consiglio di sorveglianza dell’Istituto, ricorda ai cittadini - a suo tempo piuttosto contrari alla cessione del gioiello bancario – il felice epilogo che si celebra oggi: il capoluogo lombardo può vantare una collezione straordinaria ospitata in un contesto architettonico interamente restaurato, grazie all’intervento di Michele De Lucchi e agli investimenti di Intesa.
Insomma una storia tutta italiana che si presta a diversi piani di lettura: storia di banche, storia della produzione artistica contemporanea, storia dell’architettura urbana.
Malgrado il prolungato momento di crisi, il gruppo finanziario conferma gli investimenti in cultura, dotandosi di un “Progetto” triennale sviluppato in parallelo al piano industriale e mantenendo un museo aperto (per ora l’ingresso a Cantiere del ‘900 è gratuito) con un costo di esercizio di poco più di 1,5 milioni di Euro all’anno, bazzecole beninteso per le casse di Intesa Sanpaolo.
L’inaugurazione del Cantiere del ‘900, con tanto di bookshop e caffetteria in stile metropolitano che si affacciano su Piazza della Scala, aggiunge una tappa in più lungo il “Chilometro dell’Arte” che collega idealmente Palazzo Reale e il Museo del Novecento alla Pinacoteca di Brera attraverso le tappe del Duomo, di Galleria Vittorio Emanuele, della Piazza della Scala. Un percorso che l’assessore Boeri vorrebbe vedere presto pedonalizzato, con piste ciclabili e Wi-Fi per tutti, e che avvicinerebbe Milano ai modelli di sviluppo d’Oltralpe come Londra con il circuito del V&A Museum e Berlino con il suo Museumsinsel.
Come testimonia Francesco Tedeschi, curatore dell’esposizione e responsabile della catalogazione scientifica delle oltre 3000 opere di proprietà del fondo bancario, c’è voluto oltre un anno di gestazione per selezionare le 189 opere oggi esposte al pubblico lungo un percorso che non intende essere museale, quindi né definitivo né manualistico.
Si vogliono far emergere le opere e non gli autori per descrivere in 3 grandi momenti l’espressione artistica e la ricerca dal dopoguerra a oggi. Si parte con il primo salone e la produzione degli anni ’50 oltre il dualismo tra astrazione e realismo. Opere di Burri, Vedova, Fontana fino a Dorfles e Munari.
Nel secondo salone si celebra l’arte informale e nel terzo la produzione degli anni ’60 fino alla fine del secolo. A corredo si aggiungono due affondi monografici: uno dedicato a Emilio Isgrò e l’altro al colore come forma plastica con 18 opere da Balla a Tirelli e Bianchi.
Per il futuro è confermato l’impegno a continuare nel processo di valorizzazione del patrimonio architettonico e storico della città: Banca Intesa si dichiara disposta a partecipare agli investimenti per il restauro di Casa Manzoni (l’abitazione è inclusa nel complesso dei palazzi che formano Gallerie d’Italia) e parte del progetto di valorizzazione delle case museo della città purchè il Comune faccia la sua parte assumendosi la metà dei costi. Si vedrà.
Si inaugura così a Milano il nuovo spazio Cantiere del ‘900, prolungamento architettonico ed espositivo delle Gallerie di Piazza della Scala, dove trova finalmente collocamento la ricca e cospicua collezione italiana di opere del secolo scorso, frutto del conferimento dei beni di proprietà dei diversi istituti di credito che negli anni passati sono stati accorpati e fusi in quella che sarebbe poi diventata Intesa Sanpaolo. Con un particolare d’eccezione: parte dell’esposizione si espande fino all’area del caveau, che sarà possibile ammirare su prenotazione.
E’ con una punta di orgoglio che il Professor Bazoli, presidente del consiglio di sorveglianza dell’Istituto, ricorda ai cittadini - a suo tempo piuttosto contrari alla cessione del gioiello bancario – il felice epilogo che si celebra oggi: il capoluogo lombardo può vantare una collezione straordinaria ospitata in un contesto architettonico interamente restaurato, grazie all’intervento di Michele De Lucchi e agli investimenti di Intesa.
Insomma una storia tutta italiana che si presta a diversi piani di lettura: storia di banche, storia della produzione artistica contemporanea, storia dell’architettura urbana.
Malgrado il prolungato momento di crisi, il gruppo finanziario conferma gli investimenti in cultura, dotandosi di un “Progetto” triennale sviluppato in parallelo al piano industriale e mantenendo un museo aperto (per ora l’ingresso a Cantiere del ‘900 è gratuito) con un costo di esercizio di poco più di 1,5 milioni di Euro all’anno, bazzecole beninteso per le casse di Intesa Sanpaolo.
L’inaugurazione del Cantiere del ‘900, con tanto di bookshop e caffetteria in stile metropolitano che si affacciano su Piazza della Scala, aggiunge una tappa in più lungo il “Chilometro dell’Arte” che collega idealmente Palazzo Reale e il Museo del Novecento alla Pinacoteca di Brera attraverso le tappe del Duomo, di Galleria Vittorio Emanuele, della Piazza della Scala. Un percorso che l’assessore Boeri vorrebbe vedere presto pedonalizzato, con piste ciclabili e Wi-Fi per tutti, e che avvicinerebbe Milano ai modelli di sviluppo d’Oltralpe come Londra con il circuito del V&A Museum e Berlino con il suo Museumsinsel.
Come testimonia Francesco Tedeschi, curatore dell’esposizione e responsabile della catalogazione scientifica delle oltre 3000 opere di proprietà del fondo bancario, c’è voluto oltre un anno di gestazione per selezionare le 189 opere oggi esposte al pubblico lungo un percorso che non intende essere museale, quindi né definitivo né manualistico.
Si vogliono far emergere le opere e non gli autori per descrivere in 3 grandi momenti l’espressione artistica e la ricerca dal dopoguerra a oggi. Si parte con il primo salone e la produzione degli anni ’50 oltre il dualismo tra astrazione e realismo. Opere di Burri, Vedova, Fontana fino a Dorfles e Munari.
Nel secondo salone si celebra l’arte informale e nel terzo la produzione degli anni ’60 fino alla fine del secolo. A corredo si aggiungono due affondi monografici: uno dedicato a Emilio Isgrò e l’altro al colore come forma plastica con 18 opere da Balla a Tirelli e Bianchi.
Per il futuro è confermato l’impegno a continuare nel processo di valorizzazione del patrimonio architettonico e storico della città: Banca Intesa si dichiara disposta a partecipare agli investimenti per il restauro di Casa Manzoni (l’abitazione è inclusa nel complesso dei palazzi che formano Gallerie d’Italia) e parte del progetto di valorizzazione delle case museo della città purchè il Comune faccia la sua parte assumendosi la metà dei costi. Si vedrà.
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