Art System
La strategia della street art legale

L. Sanfelice
22/07/2015
Milano - Cento muri liberi per la street art in città. È quanto disposto dall’amministrazione comunale di Milano con l’obiettivo di riqualificare il territorio nel rispetto della legalità e con la partecipazione dei writers. L’iniziativa, che coinvolge tutti i quartieri ad eccezione della Zona 1 - e, più in generale, di tutte le strutture vincolate dalla Soprintendenza ai Beni Culturali e Architettonici -, rappresenta un’apertura regolamentata alla creatività dell’arte di strada.
L’azione di contrasto dei gesti vandalici attraverso concessioni, si combina alla promozione del decoro cittadino in spazi concordati insieme ai Consigli di Zona come cavalcavia, muri di recinzione, sottopassi e sovrappassi di proprietà e in carico all’Amministrazione comunale, ma anche muri di proprietà di Enti e Società che hanno aderito.
L’accordo, che riserva all’amministrazione la libertà di cancellare scritte offensive nei confronti di paesi, persone, religioni e organi dello Stato, si accompagna ad un censimento con geolocalizzazione dei graffiti già presenti in città e ad una mappatura dei nuovi spazi a disposizione nell’ambito di un progetto in progress a cui i cittadini potranno partecipare segnalando muri liberi via email.
Il tentativo di arginare con la legalità la spinta trasgressiva che sempre ha caratterizzato la street art, negli ultimi tempi sembra diventata la strategia comune di molte amministrazioni che si rivolgono ai writers per operazioni di rilancio urbano e, nel caso di Milano, attivano anche consultazioni dal basso rinsaldando il tessuto cittadino.
Consulta anche:
SanBa e l'arte partecipata della periferia
Blue Flow: Festival della street art a Ventotene
Google Art Project guarda alla Street Art e raggiunge anche l'Italia
Arte del porto
Street Art: La marcia di William Kentridge lungo il Tevere
L’azione di contrasto dei gesti vandalici attraverso concessioni, si combina alla promozione del decoro cittadino in spazi concordati insieme ai Consigli di Zona come cavalcavia, muri di recinzione, sottopassi e sovrappassi di proprietà e in carico all’Amministrazione comunale, ma anche muri di proprietà di Enti e Società che hanno aderito.
L’accordo, che riserva all’amministrazione la libertà di cancellare scritte offensive nei confronti di paesi, persone, religioni e organi dello Stato, si accompagna ad un censimento con geolocalizzazione dei graffiti già presenti in città e ad una mappatura dei nuovi spazi a disposizione nell’ambito di un progetto in progress a cui i cittadini potranno partecipare segnalando muri liberi via email.
Il tentativo di arginare con la legalità la spinta trasgressiva che sempre ha caratterizzato la street art, negli ultimi tempi sembra diventata la strategia comune di molte amministrazioni che si rivolgono ai writers per operazioni di rilancio urbano e, nel caso di Milano, attivano anche consultazioni dal basso rinsaldando il tessuto cittadino.
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