Floating Worlds declina l'arte ai tempi della Modernità
Aspettando la Biennale di Lione: tutto quello che c'è da sapere
Céleste Boursier-Mougenot, clinamen 2011 © Céleste Boursier-Mougenot
Samantha De Martin
20/06/2017
Mondo - Mondi fluttuanti e fantasie d'artista brillano sulle sponde del Rodano e della Saona accogliendo i vivaci fermenti con cui l'arte accende la XIV edizione della Biennale di Lione.
Le folgorazioni poetiche e le deflagrazioni estetiche del contemporaneo si insinuano nell'impermanenza del moderno, alimentandosi di quello straordinario panta rei che è distruzione e rinnovamento insieme e che accompagna la turbolenta epoca attuale in una fuga onirica verso un universo poetico, grazie all' “antidoto” dell'arte.
LA XIV BIENNALE DI LIONE, EDIZIONE 2017
Floating Worlds. È un titolo stuzzicante quello scelto per l'edizione numero quattordici della grande kermesse che dal 20 Settembre al 7 Gennaio 2018, partendo da Lione, porterà sotto i riflettori l'intera regione dell'Auvergne-Rhône Alpes, al centro di una festa esplosiva che celebra l'arte moderna in tutte le sue forme.
Perché “moderno” è le mot-clé intorno al quale Thierry Raspail, direttore artistico e ideatore nel 1991 della Biennale di Lione, ha invitato a riflettere per ben tre edizioni. La versione 2017 è infatti il secondo capitolo di una trilogia intorno a questo fil rouge attraverso cui si è dipanata la ricerca di Emma Lavigne, curatrice dell'evento e direttrice del Centre Pompidou-Metz.
In un contesto di globalizzazione galoppante, dominato da una costante mobilità e da quella che Zygmunt Bauman chiama “liquidità” del mondo e delle identità, permeata da una continua dissoluzione e sradicamento delle relazioni, anche la Biennale si interroga sull'eredità e sulla portata del concetto di “moderno” nelle creazioni contemporanee.
E per farlo si ispira alla semantica del termine giapponese ukiyô che allude al mondo nella sua impermanenza, in quel costante processo di rinnovamento, fonte di libertà creativa, che è lo spirito stesso della Biennale.
Un evento che non a caso getta la sua ancora in una città “nata dalle acque”, la cui identità è in buona parte plasmata dalla presenza dei fiumi, che è anche la straordinaria apologia del caos, del nomadismo, di un dispersivo movimento.
Così La Biennale esplora la modernità sensibile ai flussi, la dissoluzione e l'incessante ricomposizione delle forme.
"Le opere che componono questi mondi - spiega la curatrice Emma Lavigne - condividono la consapevolezza che la fantasia, la poesia, l'arte siano simboli e allo stesso tempo antidoti all'instabilità del presente. Mi piacerebbe che i visitatori si muovessero attraverso gli spazi della Biennale come in un'esperienza sensoriale, ampliando la loro percezione, il loro mondo, sperimentando sensazioni di meraviglia, consapevolezza, contemplazione, riflessione".
Raggiungere la città dalle pittoresche viuzze e traboules - dove l'impronta classica dei teatri romani incontra lo sguardo rinascimentale della Lione vecchia - è semplice. Se scegliete il treno, i TGV è il mezzo migliore per arrivare a Lione da Milano o Torino in poco più di quattro ore, sfruttando l'alta velocità. L'aeroporto di Lione Saint-Exupéry è, invece, collegato direttamente con Roma Fiumicino, Milano Malpensa, Venezia e Bologna.
I LUOGHI DELLA BIENNALE
Non ci sono solo la vecchia Sucrière, il Museo d'Arte Contemporanea realizzato da Renzo Piano e inaugurato nel 1995, le Dôme, le Couvent de La Tourette e la Fondation Bullukian a far da cornice agli appuntamenti dell'evento artistico più atteso del 2017. Da Sablons a Villeurbanne, da Thonon-les-Bains a Saint-Romain-en-Gal, da Saint-Étienne a Villefranche-sur-Saône, i luoghi della Biennale avvolgono l'intera regione Alvernia-Rodano Alpi in un caleidoscopio di eventi che dall'arte alla musica, dalla danza al teatro, costituiscono un'autentica euforia dei sensi.
LA BIENNALE E I 40 ANNI DEL CENTRE POMPIDOU
In occasione del quarantesimo anniversario del Centre Pompidou, grandi opere della collezione incontrano alcune creazioni della Biennale. Anche Lione aderisce alle grandi celebrazioni che da Parigi si estendono a una quarantina di città, unite nell'omaggio a uno dei centri culturali più frequentati al mondo, a partire dal giorno in cui, il 31 gennaio 1977, l'opera realizzata da Renzo Piano e Richard Rogers - considerata oggi uno degli edifici simbolo del XX secolo, che accoglie ogni anno circa 3,8 milioni di visitatori - venne inaugurata.
A Lione l'imponente installazione di Alexander Calder, 31 gennaio, che Jean-Paul Sartre considerava “una piccola festa” - con quel suo fecondo binomio tra acustico e visivo - dialogherà con Apparition 2008 di Cerith Wyn Evans, ispirata a Mallarmé. Un'opera polimorfa nella quale gli elementi percettivi si sovrappongono in un gioco di riconfigurazione poetica.
Apparition riattualizza la scultura “aperta” ideata da Calder, si trasforma in una polifonia elettrica, che muta al variare della disposizione del pubblico.
GLI ARTISTI E LE SEZIONI
Sei percorsi concepiti come un viaggio attraverso un arcipelago di isole. Così Emma Lavigne ha immaginato le sei sezioni che ospiteranno i circa 70 artisti della XIV Biennale. All'interno dello spazio intitolato Flusso e riflusso, nell'opera Vivre di Jochen Gerz - emblema della fragilità, del passare del tempo e della dissoluzione dell'inno alla vita - lo spettatore partecipa all'installazione provocandone la distruzione attraverso i suoi stessi passi. Accanto a questa, le lettere di Ewa Partum - che contribuiscono alla creazione di un nuovo linguaggio destinato a svanire sotto la forza della natura - la Pioggia di Marcel Broodthaers che porta via precarie parole d'inchiostro, il libro inconsistente di Laurie Anderson, sfogliato dal vento, e ancora le opere di Ján Mančuška, Rivane Neuenschwander, Robert Barry, George Brecht.
La sezione Oceano di suoni accoglie la Rainforest V di David Tudor, l'incomprensibile Babele di suoni e mormorii di Cildo Meireles, la polifonia di Ari Benjamin Meyers. La Sonic Fountain di Doug Aitken che mette a nudo l'architettura rilevandone il ritmo, il tempo ed il linguaggio, sposa il Suono della Terra di Jorinde Voigt e il clinamen di Céleste Boursier-Mougenot, una piscina blu con ciotole di porcellana bianca che, scontrandosi nella vasca, generano una sensazione visiva e uditiva di forte impatto.
La Plastica di Alberto Burri bucata dal fuoco è un'opera centrale nella sezione Circolazione infinita, mentre l' Arcipelago della sensazione di Diana Thater's, Lygia Pape, Anna Maria Maiolino, ha la fragilità delle uova distribuite sul pavimento e distrutte dal visitatore invitato a calpestarle, ma anche la forma effimera e fantastica di nuvole e bolle.
Film, coreografie e architetture si mescolano nel progetto di Melik Ohanian, tra i protagonisti, assieme a Ola Maciejewska, Anawana Haloba e Camille Norment, di Corpi elettrici.
Lucio Fontana partecipa alla Biennale con il suo Ambiente Spaziale - nella sezione Cosmogonie interiori - prima opera acquistata dal Museo di Arte contemporanea di Lione nel 1984. Una sezione nera attraversata da piccoli punti che segnano le tre dimensioni dello spazio, mentre la quarta è rappresentata dal visitatore.
L'esperienza sensoriale e meditativa offerta da Jingfang Hao & Lingjie Wang è un fugace momento da catturare attraverso l'immagine dell'arcobaleno, visibile solo da alcuni punti, che si muove con gli spettatori per poi svanire all'improvviso.
RENDEZ-VOUS 2017
Nato nel 2002 su iniziativa del Museo di Arte contemporanea di Lione, l'appuntamento Rendez-vous, dedicato alle creazioni degli artisti emergenti, è divenuto parte integrante della Biennale. L'iniziativa associa quattro importanti istituzioni: la Biennale di Lione, la Scuola nazionale superiore di Belle Arti, l'Istituto d'arte contemporanea di Villeurbanne e il Museo d'Arte contemporanea di Lione.
Il direttore artistico seleziona dieci artisti attivi in Francia invitando dieci biennalisti internazionali - tra i quali spiccano quest'anno i curatori della Biennale di Shanghai, di Jakarta, di Marrakech e dell'Eva International - a sostenere, ciascuno, un artista.
Tra i dieci francesi selezionati, protagonisti dell'appuntamento che si terrà presso l'Istituto d'Arte contemporanea di Villeurbanne, Amélie Giacomini, Laura Sellies, Igor Keltchewsky, Laure Mary-Couégnias, Nathalie Muchamad, Victor Yudaev, Marion Robin.
VEDUTA 2017
Una finestra che incoraggia gli occhi a volgersi altrove, rompendo la prospettiva della tela, un invito a guardare gli altri, ma anche a interrogarsi su ciò che si vede, su come lo si osserva o lo si rappresenta.
Da Chassieu a Francheville, da Givors a Oullins, da Rillieux-la-Pape a Vaulx-en-Velin, Veduta, a cura di Adeline Lépine, crea nuovi spazi di incontro frutto del dialogo tra gli artisti, la città e i suoi abitanti, invitando a scrutare il presente e le sue forme.
Così l'Eau de Rose di Thierry Boutonnier attraverserà cinque comuni dell'area metropolitana di Lione, incrociando lungo il tragitto le Bedtime Stories di Lee Mingwei. Il progetto di Boutonnier è un invito - rivolto ai cittadini di ogni età - a piantare alcune rose di Damasco in determinate zone della città per ricavare insieme, dai petali raccolti, un'acqua di rose.
A Oullin, invece, l'esposizione di un'opera della collezione del Museo di Arte contemporanea di Lione, scelta da un gruppo di cittadini, aprirà un dibattito sulla parola “Moderno” e sul suo aspetto rivoluzionario.
La Salle des Vieilles Tours di Saint-Cyr-au Mont-d'Or accolierà invece i lavori di Philippe Droguet, Alain Pouillet, Henri Ughetto e Carmelo Zagari.
TUTTE LE MOSTRE D'ARTE NELL'AUVERGNE-RHONE-ALPES
Quindici eventi per 150 luoghi. È questa la ricca offerta culturale della regione francese che ospita il maggior numero di istituti culturali, centri d'arte e gallerie della Francia. Un carosello di arte, musica, danza, teatro si muove attorno a Résonance, l'iniziativa nata nell'ambito della Biennale, che coinvolge gallerie e istituzioni culturali invitate ad aderire al progetto con alcune proposte.
Dalla residenza Moly-Sabata di Sablons alla Fondazione Renaud di Lione, dalla Galerie de l'Étrave di Thonon-les-Bains al Teatro di Villefranche l'offerta di Résonance è ampia e allettante.
LE COUVENTE DE TOURETTE
Questo edificio religioso situato nel comune di Éveux, appartenente all'ordine dei Domenicani invita Lee Ufan - uno degli artisti coreani tra più inluenti nel panorama internazionale - a dialogare con l'architettura del convento progettato da Le Corbusier negli anni Cinquanta.
All'interno della sua opera scultorea, Ufan, connette elementi antagonisti affrontando materiali naturali come il cotone, il legno e la pietra, ma anche elementi industriali come metalli e specchi, per giocare con vuoti, spazi ed energia.
L'architettura di Le Corbusier si fonde con la quotidianità della vita religiosa e con l'arte contemporanea dando vita a un progetto unico nel panorama artistico francese, dove le opere non sono esposte, ma “abitano” il convento.
LA BIENNALE DI LIONE ALLA FONDAZIONE BULLUKIAN
Una collezione di opere mai esposte in Francia, provenienti dalle maggiori collezioni pubbliche e private internazionali, dal Moma al Taiwan National Museum, rivela gli aspetti più diversi e inaspettati della vita quotidiana.
L'artista di Taiwan, Lee Mingwei, porta alla Fondazione Bullukian di Lione alcune installazioni che tessono trame e interazioni caratterizzate da storie personali, memoria e possibilità, invitando il pubblico a partecipare seguendo le istruzioni dettate dall'artista stesso.
LIONE: NON SOLO BIENNALE
Ma la Biennale di Lione può trasformarsi anche in un'occasione speciale per esplorare alcune bellezze della città delle luci, adagiata sulle colline di Fourvière e della Croix-Rousse, alla confluenza del Rodano con la Saona. In questo elegante dedalo di viuzze, che si districa tra le grandi piazze della Presqu'île, vale la pena di visitare il Museo delle Belle Arti - con la sua collezione di circa 700 opere realizzate tra il Trecento agli anni Ottanta - il Museo dei Tessuti, con la più grande collezione al mondo di prodotti tessili, o quello delle Confluenze, una nuvola che racchiude un viaggio, un'avventura nel tempo, tra i saperi e i continenti, dalle origini ai nostri giorni.
Le folgorazioni poetiche e le deflagrazioni estetiche del contemporaneo si insinuano nell'impermanenza del moderno, alimentandosi di quello straordinario panta rei che è distruzione e rinnovamento insieme e che accompagna la turbolenta epoca attuale in una fuga onirica verso un universo poetico, grazie all' “antidoto” dell'arte.
LA XIV BIENNALE DI LIONE, EDIZIONE 2017
Floating Worlds. È un titolo stuzzicante quello scelto per l'edizione numero quattordici della grande kermesse che dal 20 Settembre al 7 Gennaio 2018, partendo da Lione, porterà sotto i riflettori l'intera regione dell'Auvergne-Rhône Alpes, al centro di una festa esplosiva che celebra l'arte moderna in tutte le sue forme.
Perché “moderno” è le mot-clé intorno al quale Thierry Raspail, direttore artistico e ideatore nel 1991 della Biennale di Lione, ha invitato a riflettere per ben tre edizioni. La versione 2017 è infatti il secondo capitolo di una trilogia intorno a questo fil rouge attraverso cui si è dipanata la ricerca di Emma Lavigne, curatrice dell'evento e direttrice del Centre Pompidou-Metz.
In un contesto di globalizzazione galoppante, dominato da una costante mobilità e da quella che Zygmunt Bauman chiama “liquidità” del mondo e delle identità, permeata da una continua dissoluzione e sradicamento delle relazioni, anche la Biennale si interroga sull'eredità e sulla portata del concetto di “moderno” nelle creazioni contemporanee.
E per farlo si ispira alla semantica del termine giapponese ukiyô che allude al mondo nella sua impermanenza, in quel costante processo di rinnovamento, fonte di libertà creativa, che è lo spirito stesso della Biennale.
Un evento che non a caso getta la sua ancora in una città “nata dalle acque”, la cui identità è in buona parte plasmata dalla presenza dei fiumi, che è anche la straordinaria apologia del caos, del nomadismo, di un dispersivo movimento.
Così La Biennale esplora la modernità sensibile ai flussi, la dissoluzione e l'incessante ricomposizione delle forme.
"Le opere che componono questi mondi - spiega la curatrice Emma Lavigne - condividono la consapevolezza che la fantasia, la poesia, l'arte siano simboli e allo stesso tempo antidoti all'instabilità del presente. Mi piacerebbe che i visitatori si muovessero attraverso gli spazi della Biennale come in un'esperienza sensoriale, ampliando la loro percezione, il loro mondo, sperimentando sensazioni di meraviglia, consapevolezza, contemplazione, riflessione".
Raggiungere la città dalle pittoresche viuzze e traboules - dove l'impronta classica dei teatri romani incontra lo sguardo rinascimentale della Lione vecchia - è semplice. Se scegliete il treno, i TGV è il mezzo migliore per arrivare a Lione da Milano o Torino in poco più di quattro ore, sfruttando l'alta velocità. L'aeroporto di Lione Saint-Exupéry è, invece, collegato direttamente con Roma Fiumicino, Milano Malpensa, Venezia e Bologna.
I LUOGHI DELLA BIENNALE
Non ci sono solo la vecchia Sucrière, il Museo d'Arte Contemporanea realizzato da Renzo Piano e inaugurato nel 1995, le Dôme, le Couvent de La Tourette e la Fondation Bullukian a far da cornice agli appuntamenti dell'evento artistico più atteso del 2017. Da Sablons a Villeurbanne, da Thonon-les-Bains a Saint-Romain-en-Gal, da Saint-Étienne a Villefranche-sur-Saône, i luoghi della Biennale avvolgono l'intera regione Alvernia-Rodano Alpi in un caleidoscopio di eventi che dall'arte alla musica, dalla danza al teatro, costituiscono un'autentica euforia dei sensi.
LA BIENNALE E I 40 ANNI DEL CENTRE POMPIDOU
In occasione del quarantesimo anniversario del Centre Pompidou, grandi opere della collezione incontrano alcune creazioni della Biennale. Anche Lione aderisce alle grandi celebrazioni che da Parigi si estendono a una quarantina di città, unite nell'omaggio a uno dei centri culturali più frequentati al mondo, a partire dal giorno in cui, il 31 gennaio 1977, l'opera realizzata da Renzo Piano e Richard Rogers - considerata oggi uno degli edifici simbolo del XX secolo, che accoglie ogni anno circa 3,8 milioni di visitatori - venne inaugurata.
A Lione l'imponente installazione di Alexander Calder, 31 gennaio, che Jean-Paul Sartre considerava “una piccola festa” - con quel suo fecondo binomio tra acustico e visivo - dialogherà con Apparition 2008 di Cerith Wyn Evans, ispirata a Mallarmé. Un'opera polimorfa nella quale gli elementi percettivi si sovrappongono in un gioco di riconfigurazione poetica.
Apparition riattualizza la scultura “aperta” ideata da Calder, si trasforma in una polifonia elettrica, che muta al variare della disposizione del pubblico.
GLI ARTISTI E LE SEZIONI
Sei percorsi concepiti come un viaggio attraverso un arcipelago di isole. Così Emma Lavigne ha immaginato le sei sezioni che ospiteranno i circa 70 artisti della XIV Biennale. All'interno dello spazio intitolato Flusso e riflusso, nell'opera Vivre di Jochen Gerz - emblema della fragilità, del passare del tempo e della dissoluzione dell'inno alla vita - lo spettatore partecipa all'installazione provocandone la distruzione attraverso i suoi stessi passi. Accanto a questa, le lettere di Ewa Partum - che contribuiscono alla creazione di un nuovo linguaggio destinato a svanire sotto la forza della natura - la Pioggia di Marcel Broodthaers che porta via precarie parole d'inchiostro, il libro inconsistente di Laurie Anderson, sfogliato dal vento, e ancora le opere di Ján Mančuška, Rivane Neuenschwander, Robert Barry, George Brecht.
La sezione Oceano di suoni accoglie la Rainforest V di David Tudor, l'incomprensibile Babele di suoni e mormorii di Cildo Meireles, la polifonia di Ari Benjamin Meyers. La Sonic Fountain di Doug Aitken che mette a nudo l'architettura rilevandone il ritmo, il tempo ed il linguaggio, sposa il Suono della Terra di Jorinde Voigt e il clinamen di Céleste Boursier-Mougenot, una piscina blu con ciotole di porcellana bianca che, scontrandosi nella vasca, generano una sensazione visiva e uditiva di forte impatto.
La Plastica di Alberto Burri bucata dal fuoco è un'opera centrale nella sezione Circolazione infinita, mentre l' Arcipelago della sensazione di Diana Thater's, Lygia Pape, Anna Maria Maiolino, ha la fragilità delle uova distribuite sul pavimento e distrutte dal visitatore invitato a calpestarle, ma anche la forma effimera e fantastica di nuvole e bolle.
Film, coreografie e architetture si mescolano nel progetto di Melik Ohanian, tra i protagonisti, assieme a Ola Maciejewska, Anawana Haloba e Camille Norment, di Corpi elettrici.
Lucio Fontana partecipa alla Biennale con il suo Ambiente Spaziale - nella sezione Cosmogonie interiori - prima opera acquistata dal Museo di Arte contemporanea di Lione nel 1984. Una sezione nera attraversata da piccoli punti che segnano le tre dimensioni dello spazio, mentre la quarta è rappresentata dal visitatore.
L'esperienza sensoriale e meditativa offerta da Jingfang Hao & Lingjie Wang è un fugace momento da catturare attraverso l'immagine dell'arcobaleno, visibile solo da alcuni punti, che si muove con gli spettatori per poi svanire all'improvviso.
RENDEZ-VOUS 2017
Nato nel 2002 su iniziativa del Museo di Arte contemporanea di Lione, l'appuntamento Rendez-vous, dedicato alle creazioni degli artisti emergenti, è divenuto parte integrante della Biennale. L'iniziativa associa quattro importanti istituzioni: la Biennale di Lione, la Scuola nazionale superiore di Belle Arti, l'Istituto d'arte contemporanea di Villeurbanne e il Museo d'Arte contemporanea di Lione.
Il direttore artistico seleziona dieci artisti attivi in Francia invitando dieci biennalisti internazionali - tra i quali spiccano quest'anno i curatori della Biennale di Shanghai, di Jakarta, di Marrakech e dell'Eva International - a sostenere, ciascuno, un artista.
Tra i dieci francesi selezionati, protagonisti dell'appuntamento che si terrà presso l'Istituto d'Arte contemporanea di Villeurbanne, Amélie Giacomini, Laura Sellies, Igor Keltchewsky, Laure Mary-Couégnias, Nathalie Muchamad, Victor Yudaev, Marion Robin.
VEDUTA 2017
Una finestra che incoraggia gli occhi a volgersi altrove, rompendo la prospettiva della tela, un invito a guardare gli altri, ma anche a interrogarsi su ciò che si vede, su come lo si osserva o lo si rappresenta.
Da Chassieu a Francheville, da Givors a Oullins, da Rillieux-la-Pape a Vaulx-en-Velin, Veduta, a cura di Adeline Lépine, crea nuovi spazi di incontro frutto del dialogo tra gli artisti, la città e i suoi abitanti, invitando a scrutare il presente e le sue forme.
Così l'Eau de Rose di Thierry Boutonnier attraverserà cinque comuni dell'area metropolitana di Lione, incrociando lungo il tragitto le Bedtime Stories di Lee Mingwei. Il progetto di Boutonnier è un invito - rivolto ai cittadini di ogni età - a piantare alcune rose di Damasco in determinate zone della città per ricavare insieme, dai petali raccolti, un'acqua di rose.
A Oullin, invece, l'esposizione di un'opera della collezione del Museo di Arte contemporanea di Lione, scelta da un gruppo di cittadini, aprirà un dibattito sulla parola “Moderno” e sul suo aspetto rivoluzionario.
La Salle des Vieilles Tours di Saint-Cyr-au Mont-d'Or accolierà invece i lavori di Philippe Droguet, Alain Pouillet, Henri Ughetto e Carmelo Zagari.
TUTTE LE MOSTRE D'ARTE NELL'AUVERGNE-RHONE-ALPES
Quindici eventi per 150 luoghi. È questa la ricca offerta culturale della regione francese che ospita il maggior numero di istituti culturali, centri d'arte e gallerie della Francia. Un carosello di arte, musica, danza, teatro si muove attorno a Résonance, l'iniziativa nata nell'ambito della Biennale, che coinvolge gallerie e istituzioni culturali invitate ad aderire al progetto con alcune proposte.
Dalla residenza Moly-Sabata di Sablons alla Fondazione Renaud di Lione, dalla Galerie de l'Étrave di Thonon-les-Bains al Teatro di Villefranche l'offerta di Résonance è ampia e allettante.
LE COUVENTE DE TOURETTE
Questo edificio religioso situato nel comune di Éveux, appartenente all'ordine dei Domenicani invita Lee Ufan - uno degli artisti coreani tra più inluenti nel panorama internazionale - a dialogare con l'architettura del convento progettato da Le Corbusier negli anni Cinquanta.
All'interno della sua opera scultorea, Ufan, connette elementi antagonisti affrontando materiali naturali come il cotone, il legno e la pietra, ma anche elementi industriali come metalli e specchi, per giocare con vuoti, spazi ed energia.
L'architettura di Le Corbusier si fonde con la quotidianità della vita religiosa e con l'arte contemporanea dando vita a un progetto unico nel panorama artistico francese, dove le opere non sono esposte, ma “abitano” il convento.
LA BIENNALE DI LIONE ALLA FONDAZIONE BULLUKIAN
Una collezione di opere mai esposte in Francia, provenienti dalle maggiori collezioni pubbliche e private internazionali, dal Moma al Taiwan National Museum, rivela gli aspetti più diversi e inaspettati della vita quotidiana.
L'artista di Taiwan, Lee Mingwei, porta alla Fondazione Bullukian di Lione alcune installazioni che tessono trame e interazioni caratterizzate da storie personali, memoria e possibilità, invitando il pubblico a partecipare seguendo le istruzioni dettate dall'artista stesso.
LIONE: NON SOLO BIENNALE
Ma la Biennale di Lione può trasformarsi anche in un'occasione speciale per esplorare alcune bellezze della città delle luci, adagiata sulle colline di Fourvière e della Croix-Rousse, alla confluenza del Rodano con la Saona. In questo elegante dedalo di viuzze, che si districa tra le grandi piazze della Presqu'île, vale la pena di visitare il Museo delle Belle Arti - con la sua collezione di circa 700 opere realizzate tra il Trecento agli anni Ottanta - il Museo dei Tessuti, con la più grande collezione al mondo di prodotti tessili, o quello delle Confluenze, una nuvola che racchiude un viaggio, un'avventura nel tempo, tra i saperi e i continenti, dalle origini ai nostri giorni.
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