Venduto ieri il dipinto scoperto in una cucina francese
Asta record per Cimabue: il Cristo deriso aggiudicato per 24 milioni di euro
Cimabue (Cenni da Pepo), Cristo deriso, 1280
Francesca Grego
28/10/2019
Mondo - Per decenni un gioiello di Cimabue era rimasto “nascosto”, insospettabile ospite di una cucina di Compiègne, a 50 chilometri da Parigi. Poi l'anziana proprietaria si è decisa a chiedere una stima e quella “banale icona religiosa, vecchia e insignificante” ha rivelato la sua reale identità: una tempera a uovo su fondo oro del maestro di Giotto, parte di un dittico composto da otto pannelli raffigurante la Passione di Cristo.
Fino a un mese fa dell'opera erano note solo due tavole, la Maestà con due angeli e la Flagellazione di Cristo, conservate rispettivamente alla National Gallery di Londra e alla Frick Collection di New York. Nonostante fosse appeso da tempo proprio sopra una piastra per cucinare, il Cristo deriso – questo il titolo del pannello ritrovato – è risultato essere in buono stato di conservazione, al punto da essere valutato tra i 4 e i 6 milioni di euro.
Ma le sorprese non finiscono qui. Battuto all'asta ieri a Senlis (Francia) da Actéon, il dipinto è stato aggiudicato da un acquirente anonimo per la cifra record di 24 milioni di euro: un primato mondiale per un'opera anteriore al Rinascimento, che ha fatto improvvisamente dell'anziana signora di Compiegne una milionaria. Secondo il direttore della casa d'aste Dominique Le Coent si tratta inoltre del settimo dipinto antico più caro, dopo il Salvator Mundi di Leonardo, il Massacro degli innocenti di Rubens, un Pontormo, un Rembrandt, un Raffaello e un Canaletto.
Era dal 2000 che un'opera di Cimabue non veniva venduta all'asta. Datato 1280, il Cristo deriso misura solo 25,8x20,3 centimetri e narra uno degli ultimi, dolorosi momenti della vita di Gesù, che dopo la condanna viene incoronato di spine, schernito e flagellato dalle guardie a servizio dei sommi sacerdoti.
Fino a un mese fa dell'opera erano note solo due tavole, la Maestà con due angeli e la Flagellazione di Cristo, conservate rispettivamente alla National Gallery di Londra e alla Frick Collection di New York. Nonostante fosse appeso da tempo proprio sopra una piastra per cucinare, il Cristo deriso – questo il titolo del pannello ritrovato – è risultato essere in buono stato di conservazione, al punto da essere valutato tra i 4 e i 6 milioni di euro.
Ma le sorprese non finiscono qui. Battuto all'asta ieri a Senlis (Francia) da Actéon, il dipinto è stato aggiudicato da un acquirente anonimo per la cifra record di 24 milioni di euro: un primato mondiale per un'opera anteriore al Rinascimento, che ha fatto improvvisamente dell'anziana signora di Compiegne una milionaria. Secondo il direttore della casa d'aste Dominique Le Coent si tratta inoltre del settimo dipinto antico più caro, dopo il Salvator Mundi di Leonardo, il Massacro degli innocenti di Rubens, un Pontormo, un Rembrandt, un Raffaello e un Canaletto.
Era dal 2000 che un'opera di Cimabue non veniva venduta all'asta. Datato 1280, il Cristo deriso misura solo 25,8x20,3 centimetri e narra uno degli ultimi, dolorosi momenti della vita di Gesù, che dopo la condanna viene incoronato di spine, schernito e flagellato dalle guardie a servizio dei sommi sacerdoti.
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