Fino al 17 maggio a Londra
Da Bacon a Freud, alla Dulwich Picture Gallery viaggio alle radici del Surrealismo britannico
Leonora Carrington, The Old Maids, 1947, © Estate of Leonora Carrington / ARS, NY and DACS, London 2019, UEA 27. Sainsbury Centre for Visual Arts, University of East Anglia. Photo: © James Austin
Samantha De Martin
09/03/2020
Mondo - Cosa hanno a che fare Shakespeare, Lewis Carroll, William Blake con l'arte surrealista? In occasione del centenario del movimento artistico d’avanguardia, da quando - nel 1920, André Breton iniziò i suoi esperimenti di scrittura surrealista - la Dulwich Picture Gallery presenta una mostra dedicata al Surrealismo britannico. Si tratta della prima ampia e ambiziosa esposizione che indaga le radici del movimento attraverso oltre 70 opere eclettiche.
Riunendo oltre 40 artisti, da Leonora Carrington a Francis Bacon, da Lucian Freud a Paul Nash e Reuben Mednikoff, la mostra accoglie dipinti, sculture, fotografie, incisioni e stampe realizzate tra gli anni 1783 e 1952. Non mancano le opere emblematiche di figure meno note, ma ugualmente innovative, tra le quali Marion Adnams, John Banting, Sam Haile, accomunate dalla commistione tra realtà e sogno.
Nel Primo Manifesto del Surrealismo del 1924 Breton nominò 25 poeti, romanzieri e drammaturghi dal XVII al XIX secolo che condividevano e ispiravano i principi del movimento. Con un tocco giocoso, la mostra include opere e libri di alcuni di questi cosiddetti "antenati del surrealismo", come William Blake, Samuel Taylor Coleridge, Henry Fuseli, Lewis Carroll ed Edward Lear.
Il percorso accoglie anche manoscritti rari come il quaderno contenente la bozza della ballata di Coleridge del 1806, The Rime of the Ancient Mariner. Temi quali la guerra, i sogni, l’inconscio, il sesso, il desiderio, l’impulso creativo che accomuna gli artisti incontrano il misterioso panorama postbellico di Marion Adnams, mentre la terza sala della mostra esamina le aspirazioni politiche includendo il paesaggio amaro e pre-surrealista di Nash, We Are Making a New World (1918) e il Family Tree di Edith Rimmington (1938).
L'ultima sala esplora l’assurdo e l’irrazionale con le figure ultraterrene di Bacon e Macbeth di Fuseli (1783), ma anche il valore della creatività nei momenti di agitazione, presentando una connessione al paesaggio spesso turbolento e al clima politico di oggi.
“Il surrealismo è stato probabilmente il movimento artistico più eccitante, trasgressivo e bizzarro del ventesimo secolo -spiega David Boyd Haycock, curatore della mostra -. Il suo impatto su una vasta gamma di artisti britannici, tra cui un certo numero di artisti femminili radicali, è stato enorme. Un secolo dopo la sua prima apparizione ufficiale, è un momento appropriato per esporre il nuovo pubblico alle radici del surrealismo nella cultura britannica ".
Leggi anche:
• Bacon, Freud e la Scuola di Londra: l'umanità senza filtri in mostra al Chiostro del Bramante
Riunendo oltre 40 artisti, da Leonora Carrington a Francis Bacon, da Lucian Freud a Paul Nash e Reuben Mednikoff, la mostra accoglie dipinti, sculture, fotografie, incisioni e stampe realizzate tra gli anni 1783 e 1952. Non mancano le opere emblematiche di figure meno note, ma ugualmente innovative, tra le quali Marion Adnams, John Banting, Sam Haile, accomunate dalla commistione tra realtà e sogno.
Nel Primo Manifesto del Surrealismo del 1924 Breton nominò 25 poeti, romanzieri e drammaturghi dal XVII al XIX secolo che condividevano e ispiravano i principi del movimento. Con un tocco giocoso, la mostra include opere e libri di alcuni di questi cosiddetti "antenati del surrealismo", come William Blake, Samuel Taylor Coleridge, Henry Fuseli, Lewis Carroll ed Edward Lear.
Il percorso accoglie anche manoscritti rari come il quaderno contenente la bozza della ballata di Coleridge del 1806, The Rime of the Ancient Mariner. Temi quali la guerra, i sogni, l’inconscio, il sesso, il desiderio, l’impulso creativo che accomuna gli artisti incontrano il misterioso panorama postbellico di Marion Adnams, mentre la terza sala della mostra esamina le aspirazioni politiche includendo il paesaggio amaro e pre-surrealista di Nash, We Are Making a New World (1918) e il Family Tree di Edith Rimmington (1938).
L'ultima sala esplora l’assurdo e l’irrazionale con le figure ultraterrene di Bacon e Macbeth di Fuseli (1783), ma anche il valore della creatività nei momenti di agitazione, presentando una connessione al paesaggio spesso turbolento e al clima politico di oggi.
“Il surrealismo è stato probabilmente il movimento artistico più eccitante, trasgressivo e bizzarro del ventesimo secolo -spiega David Boyd Haycock, curatore della mostra -. Il suo impatto su una vasta gamma di artisti britannici, tra cui un certo numero di artisti femminili radicali, è stato enorme. Un secolo dopo la sua prima apparizione ufficiale, è un momento appropriato per esporre il nuovo pubblico alle radici del surrealismo nella cultura britannica ".
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