Le cinque versioni dei Girasoli nei musei del mondo

I Girasoli di van Gogh, la felicità oltre la follia

Vincent Van Gogh, Vaso con dodici girasoli, Dettaglio, Agosto - Settembre 1888, Olio su tela, 91 x 72 cm, Monaco di Baviera, Neue Pinakothek
 

Samantha De Martin

31/03/2020

Mondo - Tra i loro petali, il sole del Sud, e, nelle tre tonalità di giallo, un unico potente messaggio: offrire conforto ai cuori turbati. E, al tempo stesso, gratitudine all’amico Paul Gauguin, sorprendendolo con una esplosione di colore, giallo come la felicità.
L'artista iniziò a dipingere un singolo girasole in un orto e finì con un'opera che divenne famosa nel mondo: Vincent Van Gogh realizzò cinque quadri che accolgono lo stesso soggetto, i Girasoli, conservati alla National Gallery di Londra, al Van Gogh Museum di Amsterdam, alla Neue Pinakothek di Monaco, al Philadelphia Museum of Art e al Sompo Museum di Tokyo.

Non può esserci pianta più adatta dei girasoli per regalare, in un momento, come quello che stiamo vivendo, di lontananza dall’arte e dal mondo, un po’ di umana vicinanza.
La stessa che Vincent ricercava nell’amico Paul Gauguin che definiva i dipinti di girasole "completamente Vincent". Per lui Van Gogh dipingeva questi soggetti che lo avrebbero consacrato per sempre come “il pittore dei girasoli”.

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Vincent Van Gogh, Autoritratto, 1889, Olio su tela, 65 x 54 cm, Parigi, Musée d’Orsay

“Ci sto lavorando ogni mattina, dall'alba in avanti, in quanto i fiori si avvizziscono così rapidamente” scriveva da Arles al fratello Theo, rivelando la sua attività febbrile, in previsione dell’arrivo di Gauguin alla Casa Gialla. Fu qui, nel Sud della Francia, che tra il 1888 e il 1889 Van Gogh realizzò alcune delle sue più tele più celebri, accanto a quelle dipinte, due anni prima, nel quartiere parigino di Montmartre. "Vorrei fare una decorazione per lo studio. Nient'altro che grandi girasoli” annunciava a Theo, sperando che l'arrivo di Gauguin potesse rappresentare il primo passo per dare vita ad una nuova "associazione" di artisti.

La serie dei girasoli in vaso, la più famosa, nacque proprio in questi anni di vitalità e ottimismo, durante l'estate, mentre Vincent attende con ansia l'arrivo di Paul. Per abbellire la stanza del suo ospite e impressionarlo aveva previsto di dipingere una dozzina di tele. Ma il progetto si fermò a sette girasoli e anche la vita in comune con Gauguin, arrivato ad Arles il 23 ottobre 1888, si arrestò dopo soli due mesi di convivenza.
Dopo lo scontro, avvenuto il 23 dicembre dello stesso anno - quando Van Gogh minacciò l’amico con un coltello e poi si tagliòparte dell'orecchio sinistro - Gauguin tornò a Parigi. Sebbene i due non si siano mai più rivisti, continuarono a scambiarsi lunghe lettere e Gauguin chiese a Van Gogh di realizzare per lui un dipinto con i girasoli.

Le cinque tele
Esistono cinque versioni di Girasoli, in mostra nei musei e nelle gallerie di tutto il mondo, alla National Gallery di Londra, al Van Gogh Museum di Amsterdam, alla Neue Pinakothek di Monaco, al Philadelphia Museum of Art e al Sompo Museum di Tokyo.
I Girasoli di Monaco di Baviera e i Girasoli della National Gallery sono i più importanti della serie al punto che Van Gogh considerò entrambi abbastanza validi da appenderli firmandoli "Vincent".

Per dipingere i suoi fiori preferiti il pittore utilizzò tre tonalità di giallo - tre gialli cromati, il giallo ocra e il verde veronese "e nient'altro" - dimostrando come fosse possibile creare un'immagine con numerose variazioni di un singolo colore, senza alcuna perdita di eloquenza.


Vincent van Gogh, Girasoli, 1888, Olio su tela, 92.1 x 73 cm, Londra, National Gallery | © National Gallery, London

Il ciclo della vita nei Girasoli della National Gallery
In questa tela, i quindici girasoli vengono riprodotti dall’artista in diverse fasi del loro ciclo di vita, dal germoglio giovane fino alla maturità e all'eventuale decadimento e morte. Il bocciolo nell'angolo in basso a sinistra deve ancora raggiungere il pieno fiore, sette fiori sono in piena fioritura e gli altri sette hanno perso i loro petali e si stanno trasformando in seme.
I tratti lunghi seguono la direzione di petali, foglie e steli, le cui linee sinuose richiamano quelle dell'Art Nouveau. L’artista ha sfruttato la consistenza rigida delle nuove pitture ad olio introdotte nel XIX secolo per creare spessi effetti di impasto.
L’opera fu realizzata nel 1888 e segue le pitture floreali olandesi del XVII secolo che sottolineano la caducità della natura umana. Acquistata dalla National Gallery con il contribuito del Courtauld Fund nel 1924, è l'opera della collezione più venduta e riprodotta nel merchandise.

Felicità in turchese: i Girasoli della Neue Pinakothek di Monaco
Vincent realizzò quest'opera nell’agosto nel 1888 nel suo atelier di Arles, mentre aspettava l'arrivo di Paul Gauguin. La tela rappresenta un vaso di fiori, con la base di supporto e lo sfondo. Una luminosità rara si sprigiona dal turchese - scelto come colore dello sfondo - che accentua le tonalità gialle e marroni dei petali dei grandi fiori gialli. In essi è tutta racchiusa l’idea della Provenza d’estate e della vita trascorsa dall'artista olandese in un periodo in cui, nella sua testa, bussava spesso un sogno: vivere in una sorta di "comune di artisti".

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Van Gogh la meraviglia del colore


Il dipinto ospitato a Monaco di Baviera è una delle più importanti versioni dei Girasoli. L’artista considerava questa versione complementare a quella esposta alla National Gallery di Londra.

I Girasoli del Van Gogh Museum di Amsterdam: divieto di spostamento per una tela fragile
Vincent dipinse questa versione dei Girasoli a gennaio del 1889 durante il suo soggiorno ad Arles, un mese dopo la brusca interruzione della convivenza con Gauguin. La firma dell'artista si trova sul vaso: come i grandi maestri del passato usava solo il proprio nome di battesimo.
Una ricerca condotta su questo capolavoro presso il Van Gogh Museum ha fornito molte nuove informazioni sulle condizioni del dipinto e sui materiali utilizzati da Van Gogh. Una delle conclusioni è che l'opera è stabile, ma fragile, conclusione che ha spinto la direzione a decidere di non spostare mai più il capolavoro da Amsterdam.

L’opera era stata prestata solo sei volte nei 46 anni di storia del museo. L'ultima volta è stata nel 2014, quando il dipinto era volato alla National Gallery di Londra per essere esposto insieme alla versione di Girasoli della collezione inglese.
I Girasoli di Amsterdam sono stati dipinti su un particolare rotolo di lino. Ci sono più strati di vernice sulla tela, tutti aggiunti in un secondo momento e non dallo stesso Van Gogh. Si tratta di strati sporchi e ingialliti che non possono essere rimossi perché in alcuni punti risultano mescolati alla pittura originaria.


Vincent van Gogh, Sunflowers, 1889, Olio su tela, 92.4 x 71.1 cm, Philadelphia Museum of Art, The Mr. and Mrs. Carroll S. Tyson, Jr., Collection

I Girasoli del Philadelphia Museum of Art
È probabile che questa versione a dodici fiori, conservata presso il Philadelphia Museum of Art, risalga al mese di gennaio del 1889, così come le due copie della versione a quindici, custodite al Van Gogh Museum e al Sompo Japan Museum of Art di Tokyo.

L’inno alla vita dei Girasoli del Sompo Japan Museum of Art di Tokyo
Con la lussureggiante composizione di quindici girasoli in un barattolo giallo attorno ad un singolo fiore, con un punto rosso simile ad un occhio, van Gogh celebra la bellezza della vita, infondendo a ogni singolo girasole il suo impatto espressivo. L’opera è dipinta su una porzione di un foglio di tela di 20 metri acquistato da Gauguin quando venne a vivere e lavorare con van Gogh ad Arles.


Vincent Van Gogh, Vaso con quindici girasoli, Dicembre 1888 - Gennaio 1889, Olio su tela, 100.5 x 76.5 cm, Sompo Japan Museum of Art di Tokyo

Che significato avevano per Vincent i girasoli?

"Il girasole è mio" dichiarò una volta Van Gogh, dimostrando come per il pittore questi fiori avessero un significato profondo: offrire conforto ai cuori turbati. Per Van Gogh, l'associazione del girasole con l'arte e con l'amore potrebbe aver incluso l'idea dell'arte (ma anche del sodalizio e della collaborazione) che sperava di forgiare con Gauguin.
Nel febbraio del 1890 il pittore scrisse al critico Albert Aurier suggerendo che le due immagini di girasoli che esponeva a Bruxelles (le versioni di Monaco e di Londra) avrebbero potuto "esprimere l'idea di gratitudine".

Una scelta insolita
Molti artisti contemporanei di Van Gogh consideravano i girasoli fiori "grossolani" e poco eleganti. Ma per Vincent era proprio questo a renderli interessanti. L’artista non fu il primo a dipingere i girasoli, fu uno dei primi a renderli protagonisti di numerose nature morte floreali. Li rappresentava in bella vista, mentre gli altri colleghi li dipingevano nascondendoli in mazzi di fiori misti.

Giallo come la felicità
Il giallo, secondo Van Gogh, poteva alludere alla felicità. Ma era anche il colore della Provenza e un omaggio al pittore provenzale Monticelli che "dipinse il Sud della Francia tutto in giallo, tutto in arancione, tutto in zolfo".
Anche Van Gogh ha creato un simile effetto di calore incandescente, in particolare con le teste circolari dei semi, che sembrano sostituire il sole stesso.


Un video sui Girasoli di van Gogh dal Van Gogh Museum di Amsterdam

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