Alla Courtauld gallery fino al 5 giugno
L'arte di sperimentare: i disegni di Parmigianino in mostra a Londra
Francesco Mazzola, Il Parmigianino, Madonna col Bambino, 1527-1528 circa, Olio su tavola, Londra, Courtauld Gallery | Courtesy The Courtauld Gallery
Samantha De Martin
27/04/2022
Mondo - Prima di congedarsi definitivamente dai pennelli, totalmente assorbito da quegli esperimenti alchemici che, come racconta Vasari, lo avrebbero condotto alla rovina economica e all'instabilità mentale, Parmigianino fu celebrato per le sue graziose composizioni, il tocco sciolto, abile nel restituire figure monumentali imbevute da risvolti psicologici, e lodato come erede di Raffaello.
Ma del bel giovane, "dalla fisionomia più angelica che umana, cortese e vivace nell’ingegno", Vasari elogiava anche “i miracoli del disegno”. Durante la sua breve vita (si spense a soli 37 anni) Parmigianino ne realizzò senza sosta, lasciando ai posteri oltre mille disegni. Qualcuno disse addirittura che “non fu mai più felice di quando scarabocchiava”.
Man mano che l’artista veniva assorbito dalle commissioni su larga scala, trascorreva sempre più tempo a disegnare. Talvolta la costante interazione tra scarabocchi improvvisati e opere in sospeso accendeva la sua immaginazione offrendo spunti sempre nuovi per le composizioni.
Fino al 5 giugno alla Courtauld Gallery di Londra una selezione di ventidue lavori di Parmigianino dalla collezione della galleria londinese (due dipinti, ventiquattro disegni e un gruppo di stampe, eseguite dall'artista stesso o in collaborazione con altri) fa luce su un maestro che ha sperimentato diverse tecniche con una libertà senza precedenti, producendo opere innovative studiate e ammirate da artisti e collezionisti nel corso della sua vita e nei secoli successivi.
Francesco Mazzola, Il Parmigianino, Studio per Madonna dal collo lungo, data sconosciuta | Courtesy The Courtauld Gallery
Se alcuni disegni furono realizzati dall’artista per quei mecenati che mostrarono un precoce interesse per l'acquisizione di opere su carta, altri furono creati esclusivamente per proprio diletto.
Il tocco è quello di un maestro virtuoso, che abbozza continuamente nuove idee su carta. Oltre al disegno e alla pittura Girolamo Francesco Maria Mazzola sperimentò anche l'incisione, anzi fu il primo a provare questa nuova tecnica in Italia, oltre ad essere pioniere della tecnica dell'incisione in legno in chiaroscuro.
La mostra a Londra include lavori come lo schizzo per il dipinto più ambizioso dell'artista, l’incompiuta Madonna dal collo lungo, la cui tavola è conservata oggi alla Gallerie degli Uffizi, dove lo sconvolgimento delle proporzioni umane e l’insolito allungarsi delle figure, aspetto marcatamente manierista, lontano dagli equilibrati canoni rinascimentali, conferisce alle immagini un aspetto più elegante e sofisticato.
Francesco Mazzola, Il Parmigianino, Testa di giovane donna che guarda a destra, 1521-1524 | Courtesy The Courtauld Gallery
Non mancano gli studi per i celebri affreschi della chiesa di Santa Maria della Steccata a Parma, una delle commissioni più significative del Parmigianino. Si trattò dell’ultimo e più importante incarico della sua vita, che avrebbe dovuto sancire il suo trionfale ritorno a casa. Eppure l’artista rimase invischiato nei suoi processi sperimentali e non riuscì a concludere l’opera. Dopo non poche proroghe chieste dal pittore ai committenti che gli avevano già intimato la restituzione di 225 scudi per inadempienza, i fabbricieri della Steccata arrivarono addirittura a fare incarcerare il Parmigianino per quasi due mesi, affidando il disegno dell'opera a Giulio Romano che tuttavia declinò l'invito.
Per il Parmigianino il disegno era molto più di uno strumento preparatorio in vista dei dipinti finali, così com'era stato per molti suoi contemporanei, da Giulio Romano a Rosso Fiorentino, i cui disegni aveva avuto modo di ammirare a Roma.
Ad affascinare il maestro di Parma fu anche la scena di genere. Sopravvivono molti disegni di suo pugno, altamente rifiniti, che colgono aspetti della vita quotidiana, con al centro soprattutto donne solitarie. Ne è un esempio il disegno di una Donna seduta per terra, con la mano sinistra che sorregge il capo, disegno che il Parmigianino convertì in acquaforte. La calma semplicità della scena descrive un mondo lontano dalla tragedia della Morte di Didone.
Francesco Mazzola, Il Parmigianino, Donna nuda, recto, 1531-1539 circa | Courtesy The Courtauld Gallery
In occasione del percorso espositivo, su tutte le opere sono state eseguite nuove riprese fotografiche e tecniche che hanno rivelato due disegni prima sconosciuti, nascosti sotto i loro supporti storici. Queste analisi hanno anche aiutato a identificare meglio i collegamenti tra alcuni dei disegni e i dipinti finiti per i quali erano stati concepiti.
La mostra, a cura di Ketty Gottardo, Martin Halusa e Guido Rebecchini, è un progetto di collaborazione che ha coinvolto ex e attuali studenti di ricerca presso The Courtauld, e, con il relativo catalogo, farà luce su un artista che si è avvicinato a ogni tecnica con una libertà senza precedenti, dando vita a opere innovative che sono state studiate e ammirate da artisti e collezionisti nel corso della sua vita e nei secoli successivi.
Francesco Mazzola, Il Parmigianino, Aragosta, 1531-1535 | Courtesy The Courtauld Gallery
Leggi anche:
• Alla Courtauld Gallery Van Gogh si racconta attraverso i suoi autoritratti
• 480 anni fa l'addio a Parmigianino, il pittore inquieto sospeso tra manierismo e alchimia
Ma del bel giovane, "dalla fisionomia più angelica che umana, cortese e vivace nell’ingegno", Vasari elogiava anche “i miracoli del disegno”. Durante la sua breve vita (si spense a soli 37 anni) Parmigianino ne realizzò senza sosta, lasciando ai posteri oltre mille disegni. Qualcuno disse addirittura che “non fu mai più felice di quando scarabocchiava”.
Man mano che l’artista veniva assorbito dalle commissioni su larga scala, trascorreva sempre più tempo a disegnare. Talvolta la costante interazione tra scarabocchi improvvisati e opere in sospeso accendeva la sua immaginazione offrendo spunti sempre nuovi per le composizioni.
Fino al 5 giugno alla Courtauld Gallery di Londra una selezione di ventidue lavori di Parmigianino dalla collezione della galleria londinese (due dipinti, ventiquattro disegni e un gruppo di stampe, eseguite dall'artista stesso o in collaborazione con altri) fa luce su un maestro che ha sperimentato diverse tecniche con una libertà senza precedenti, producendo opere innovative studiate e ammirate da artisti e collezionisti nel corso della sua vita e nei secoli successivi.
Francesco Mazzola, Il Parmigianino, Studio per Madonna dal collo lungo, data sconosciuta | Courtesy The Courtauld Gallery
Se alcuni disegni furono realizzati dall’artista per quei mecenati che mostrarono un precoce interesse per l'acquisizione di opere su carta, altri furono creati esclusivamente per proprio diletto.
Il tocco è quello di un maestro virtuoso, che abbozza continuamente nuove idee su carta. Oltre al disegno e alla pittura Girolamo Francesco Maria Mazzola sperimentò anche l'incisione, anzi fu il primo a provare questa nuova tecnica in Italia, oltre ad essere pioniere della tecnica dell'incisione in legno in chiaroscuro.
La mostra a Londra include lavori come lo schizzo per il dipinto più ambizioso dell'artista, l’incompiuta Madonna dal collo lungo, la cui tavola è conservata oggi alla Gallerie degli Uffizi, dove lo sconvolgimento delle proporzioni umane e l’insolito allungarsi delle figure, aspetto marcatamente manierista, lontano dagli equilibrati canoni rinascimentali, conferisce alle immagini un aspetto più elegante e sofisticato.
Francesco Mazzola, Il Parmigianino, Testa di giovane donna che guarda a destra, 1521-1524 | Courtesy The Courtauld Gallery
Non mancano gli studi per i celebri affreschi della chiesa di Santa Maria della Steccata a Parma, una delle commissioni più significative del Parmigianino. Si trattò dell’ultimo e più importante incarico della sua vita, che avrebbe dovuto sancire il suo trionfale ritorno a casa. Eppure l’artista rimase invischiato nei suoi processi sperimentali e non riuscì a concludere l’opera. Dopo non poche proroghe chieste dal pittore ai committenti che gli avevano già intimato la restituzione di 225 scudi per inadempienza, i fabbricieri della Steccata arrivarono addirittura a fare incarcerare il Parmigianino per quasi due mesi, affidando il disegno dell'opera a Giulio Romano che tuttavia declinò l'invito.
Per il Parmigianino il disegno era molto più di uno strumento preparatorio in vista dei dipinti finali, così com'era stato per molti suoi contemporanei, da Giulio Romano a Rosso Fiorentino, i cui disegni aveva avuto modo di ammirare a Roma.
Ad affascinare il maestro di Parma fu anche la scena di genere. Sopravvivono molti disegni di suo pugno, altamente rifiniti, che colgono aspetti della vita quotidiana, con al centro soprattutto donne solitarie. Ne è un esempio il disegno di una Donna seduta per terra, con la mano sinistra che sorregge il capo, disegno che il Parmigianino convertì in acquaforte. La calma semplicità della scena descrive un mondo lontano dalla tragedia della Morte di Didone.
Francesco Mazzola, Il Parmigianino, Donna nuda, recto, 1531-1539 circa | Courtesy The Courtauld Gallery
In occasione del percorso espositivo, su tutte le opere sono state eseguite nuove riprese fotografiche e tecniche che hanno rivelato due disegni prima sconosciuti, nascosti sotto i loro supporti storici. Queste analisi hanno anche aiutato a identificare meglio i collegamenti tra alcuni dei disegni e i dipinti finiti per i quali erano stati concepiti.
La mostra, a cura di Ketty Gottardo, Martin Halusa e Guido Rebecchini, è un progetto di collaborazione che ha coinvolto ex e attuali studenti di ricerca presso The Courtauld, e, con il relativo catalogo, farà luce su un artista che si è avvicinato a ogni tecnica con una libertà senza precedenti, dando vita a opere innovative che sono state studiate e ammirate da artisti e collezionisti nel corso della sua vita e nei secoli successivi.
Francesco Mazzola, Il Parmigianino, Aragosta, 1531-1535 | Courtesy The Courtauld Gallery
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