In mostra all'Alte Pinakothek dal 27 ottobre al 2 aprile

Tiziano, Giorgione, Tintoretto: il Rinascimento veneziano va in trasferta a Monaco

Tiziano Vecellio, Giovane donna alla toeletta, 1515 circa, Olio su tela, 99 × 76 cm, Parigi, Musée du Louvre | © bpk | RMN - Grand Palais | Thierry Le Mage
 

Francesca Grego

10/10/2023

Mondo - I maestri della Serenissima sbarcano a Monaco per una grande mostra: dal 27 ottobre al 2 aprile, Venezia 500. The Gentle Revolution of Venetian Painting presenterà al pubblico dell’Alte Pinakothek 85 capolavori del Rinascimento veneto. Accanto a 15 tesori di proprietà del museo bavarese, troveremo prestiti dal Louvre e dalla National Gallery, dal Kunsthistorisches Museum di Vienna e dal Thyssen-Bornemisza di Madrid, dal MET di New York, dagli Uffizi di Firenze e, naturalmente, dalle Gallerie dell’Accademia di Venezia.
 
Da Giorgione a Tiziano, da Giovanni Bellini a Tintoretto, Lorenzo Lotto, Palma il Vecchio, Sebastiano del Piombo, Cima da Conegliano, Paris Bordon, Gerolamo Savoldo, i protagonisti del Cinquecento lagunare racconteranno quell’indimenticabile stagione che ha reso la pittura della Serenissima famosa nel mondo.

 
Giorgio da Castelfranco (Giorgione) (1473/74–1510), Boy with Arrow, c. 1505. Poplar panel, 48 x 41.8 cm. Vienna, Kunsthistorisches Museum, Gemäldegalerie, © KHM-Museumsverband
 
Un allestimento scenografico e speciali installazioni sonore concepite per alcune opere saranno la cornice di un viaggio nella Venezia della prima metà del Cinquecento, alla scoperta di temi e generi favoriti dagli artisti. Lungo il percorso, i capolavori della pittura veneta dialogheranno con disegni e sculture, tra ricerca delle origini e letture contemporanee. Obiettivo della mostra è illustrare le straordinarie innovazioni di questo periodo, destinate dispiegare la propria influenza fino all’arte moderna, e metterle in relazione con il contesto socio-culturale della Serenissima nel XVI secolo, dove talenti fuori dal comune ebbero la fortuna di incontrare mecenati aperti al nuovo.
 
 
Lorenzo Lotto (c. 1480–1556), Portrait of Giovanni della Volta with His Wife and Children, 1547. Canvas, 104.5 x 138 cm. London, The National Gallery © The National Gallery, London 

All’inizio del Cinquecento, guerre, epidemie e la scoperta di nuove rotte commerciali minano il primato di Venezia come potenza marittima e mercantile. Tuttavia le arti continuano a fiorire in città, grazie all’incontro di tradizioni diverse che si innestano sulle idee umanistiche proprie del Rinascimento italiano. Tra i generi più rappresentati a Monaco c’è il ritratto, terreno di eccezionali sperimentazioni: in mostra troveremo ritratti di giovani, di uomini e di donne bellissime, o ancora di interi gruppi di famiglia, rappresentazioni in bilico tra la realtà e l’ideale, la celebrazione e la poesia, che ai segni esteriori dello status affiancano un inedito, intrigante gusto per l’introspezione. A evidenziare gli sviluppi del genere saranno capolavori come la Giovane donna alla toletta di Tiziano (Louvre), il Ragazzo con una freccia di Giorgione (Kunsthistorisches Museum) o il ritratto familiare di Giovanni della Volta con la moglie e i figli di Lorenzo Lotto (National Gallery).
 
 
Lorenzo Lotto (c. 1480–1556), Ritratto di giovane, c. 1509/10. Olio su tavola, 29 x 23 cm. Firenze, Galleria degli Uffizi © Gabinetto Fotografico delle Gallerie degli Uffizi – Foto Roberto Palermo 

Anche il paesaggio occupa un posto centrale nel Rinascimento veneto: non è ancora un genere autonomo, ma conquista un ruolo di coprotagonista nei dipinti mitologici e religiosi, come la Madonna col Bambino tra San Giovanni Battista e una Santa di Bellini in prestito dalle Gallerie dell’Accademia di Venezia. Accanto all’influenza della pittura nordica, la mostra evidenzia il richiamo dell’utopia umanista dell’Arcadia, un luogo altro, bucolico e felice che rappresenta l’età dell’oro dell’umanità. Ma soprattutto il paesaggio apre nuovi, sterminati spazi all’invenzione creativa dei maestri veneziani, che non si lasciano sfuggire l’occasione di far risuonare nell’ambiente naturale le suggestioni del soggetto del quadro.


Giovanni Bellini, Madonna col Bambino tra San Giovanni Battista e una Santa (Sacra Conversazione Giovanelli), 1504. Olio su tavola. Gallerie dell'Accademia, Venezia
 
“Venezia non ha mai perso il potere di affascinarci”, recita la presentazione dell’Alte Pinakothek: “Sorgendo direttamente dal mare, i suoi paesaggi hanno dato forma alla sensibilità degli artisti per il colore e la luce. Ma grazie alla cultura umanista, gli artisti veneziani hanno sviluppato una sensibilità psicologica altrettanto notevole. Attraverso la loro arte pittori come Giovanni Bellini, Giorgione e Tiziano si proponevano di scandagliare l’essenza dell’umanità e del mondo naturale, nonché i modi in cui questi sono legati”.


Venetian, Christ Carrying the Cross, c. 1515. Wood, 63 × 46.3 cm. Vienna, Kunsthistorisches Museum, Gemäldegalerie © KHM-Museumsverband