A Londra dal 24 febbraio al 29 agosto
Tutte le sfumature del Surrealismo nella primavera della Tate Modern
Salvador Dalí, Lobster Telephone, 1938, Tate Purchased 1981 © Salvador Dali, Gala-Salvador Dali Foundation/DACS, London 2021
Samantha De Martin
12/01/2022
Mondo - Da quando, nel 1924, la scintilla del Surrealismo esplose a Parigi, innescata da un’intuizione rivoluzionaria azionata dagli aspetti più profondi della psiche, questo affascinante movimento che ha dato voce ai sogni e un volto all'inconscio non si è mai arrestato. Anzi, ha travalicato i confini geografici e temporali per evolvere in tutto il mondo in forme nuove e diverse, diventando sempre più internazionale.
Quando si pensa al Surrealismo la nostra mente corre quasi sempre ad opere poetiche e persino umoristiche, dal Lobster Telephone di Salvador Dalí al treno di René Magritte che sfreccia fuori da un caminetto. Eppure questo movimento è stato talvolta utilizzato dagli artisti di tutto il mondo come un'arma importante nella lotta per la libertà politica, sociale e personale.
René Magritte, Time Transfixed, 1938, The Art Institute of Chicago, Joseph Winterbotham Collection, 1970.426 © ADAGP, Paris and DACS, London 2021
Ad esplorare anche questo insolito aspetto è la mostra Surrealism Beyond Borders, l’atteso appuntamento primaverile con il quale la Tate Modern di Londra esplora gli interessi collettivi condivisi dagli artisti in diverse parti del mondo evidenziando le loro reti interconnesse.
Dal 24 febbraio al 29 agosto oltre 150 lavori che spaziano dalla pittura e fotografia, dalla scultura al cinema, molte delle quali non sono mai state mostrate nel Regno Unito, accolgono i visitatori in un percorso di grande suggestione.
Frutto di un'ampia ricerca intrapresa dalla Tate e dal Metropolitan Museum of Art di New York, il percorso abbraccia 80 anni e 50 paesi per mostrare come il Surrealismo abbia ispirato e unito artisti di tutto il mondo, provenienti da centri diversi, da Buenos Aires al Cairo, da Lisbona a Città del Messico, da Praga a Tokyo.
Marcel Jean, Surrealist Wardrobe, 1941, Paris, Musée des Arts Décoratifs © DACS, London 2021
Allargando, come mai prima d’ora, il campo intorno al movimento la Tate Modern mostrerà come questo dinamico fenomeno si sia radicato in molti luoghi in tempi diversi, offrendo agli artisti la libertà di sfidare le autorità e di immaginare un nuovo mondo.
La rassegna, che inaugurerà il palinsesto primaverile dell’istituzione londinese, si soffermerà anche sull’impatto che il contributo degli artisti ha avuto sul movimento, senza perdere di vista la ricerca dell'indipendenza dal colonialismo e gli spostamenti provocati dal conflitto internazionale.
Tra le opere raramente esposte si inseriscono le fotografie di Cecilia Porras ed Enrique Grau, che hanno sfidato le convenzioni sociali della Colombia degli anni Cinquanta, ma anche i dipinti dell'artista spagnolo e attivista Eugenio Granell, anche conosciuto come “l’ultimo surrealista”, le cui idee politiche radicali e l’opposizione al totalitarismo lo resero oggetto di censura e persecuzione. Gli appassionati delle tematiche surrealiste, come l'esplorazione del perturbante e dell’inconscio, vedranno questi temi indagati da una nuova prospettiva.
Leonora Carrington, Self-portrait, c.1937–38, New York, The Metropolitan Museum of Art, The Pierre and Maria-Gaetana Matisse Collection, 2002 © 2021 Estate of Leonora Carrington / Artists Rights Society (ARS), New York | Image © Metropolitan Museum of Art
I visitatori della mostra londinese si troveranno a tu per tu con iconici capolavori come I due bambini minacciati da un usignolo di Max Ernst, del 1924, affiancati da opere meno note ma ugualmente significative, come Landru in the Hotel (1932) di Antonio Berni - apparso nella prima mostra di opere surrealiste tenuta dall’artista in Argentina - e ancora dai lavori con i quali Toshiko Okanoue ha affrontato l'esperienza quotidiana del Giappone del dopoguerra.
Le fotografie di Hans Bellmer - artista polacco conosciuto per le sue bambole a grandezza naturale, raffiguranti corpi femminili dissezionati e ricomposti, sfigurati, realizzati a metà degli anni Trenta - sfidano Scylla, una doppia immagine realizzata nel 1938 da Ithell Colquhoun, che esplora il desiderio femminile. Il surrealista francese Claude Cahun cederà il posto agli scatti radicali dell'artista dello Sri Lanka Lionel Wendt.
Antonio Berni, Landru in the Hotel, Paris, 1932, Collezione privata | Foto: © Eduardo Baldizán | Courtesy Galería Sur
La mostra sarà anche l’occasione per compiere un viaggio ideale nel mondo, attraverso quei luoghi nei quali i surrealisti si sono incontrati per scambiarsi idee sul movimento. Da Parigi al Cairo, con il gruppo Art et Liberté, fino ai Caraibi, dove il movimento ha preso il via dalle penne degli scrittori, da Città del Messico a Chicago, dove è stato utilizzato come strumento di lotta politica, il Surrealismo si carica di nuove voci e missioni.
Prestiti speciali, come le fotografie di Limb Eung-Sik e Jung Haechang dalla Corea e un film di Len Lye dalla Nuova Zelanda, offriranno ulteriori sguardi sull'adattamento del Surrealismo in tutto il mondo. Per la prima volta nel Regno Unito, verrà esposto Long Distance, il monumentale disegno di Ted Joans realizzato grazie a centinaia di contributi. Ci sono voluti quasi 30 anni (1976–2005) per completare quest'opera che ha accompagnato nei suoi viaggi il pittore americano, unendo artisti situati da un capo all’altro del pianeta, da Lagos a Toronto.
Leggi anche:
• Surealismo e magia: l'incanto del moderno presto in mostra a Venezia
• Dal Bankside a Instagram, i 20 anni della Tate Modern
Quando si pensa al Surrealismo la nostra mente corre quasi sempre ad opere poetiche e persino umoristiche, dal Lobster Telephone di Salvador Dalí al treno di René Magritte che sfreccia fuori da un caminetto. Eppure questo movimento è stato talvolta utilizzato dagli artisti di tutto il mondo come un'arma importante nella lotta per la libertà politica, sociale e personale.
René Magritte, Time Transfixed, 1938, The Art Institute of Chicago, Joseph Winterbotham Collection, 1970.426 © ADAGP, Paris and DACS, London 2021
Ad esplorare anche questo insolito aspetto è la mostra Surrealism Beyond Borders, l’atteso appuntamento primaverile con il quale la Tate Modern di Londra esplora gli interessi collettivi condivisi dagli artisti in diverse parti del mondo evidenziando le loro reti interconnesse.
Dal 24 febbraio al 29 agosto oltre 150 lavori che spaziano dalla pittura e fotografia, dalla scultura al cinema, molte delle quali non sono mai state mostrate nel Regno Unito, accolgono i visitatori in un percorso di grande suggestione.
Frutto di un'ampia ricerca intrapresa dalla Tate e dal Metropolitan Museum of Art di New York, il percorso abbraccia 80 anni e 50 paesi per mostrare come il Surrealismo abbia ispirato e unito artisti di tutto il mondo, provenienti da centri diversi, da Buenos Aires al Cairo, da Lisbona a Città del Messico, da Praga a Tokyo.
Marcel Jean, Surrealist Wardrobe, 1941, Paris, Musée des Arts Décoratifs © DACS, London 2021
Allargando, come mai prima d’ora, il campo intorno al movimento la Tate Modern mostrerà come questo dinamico fenomeno si sia radicato in molti luoghi in tempi diversi, offrendo agli artisti la libertà di sfidare le autorità e di immaginare un nuovo mondo.
La rassegna, che inaugurerà il palinsesto primaverile dell’istituzione londinese, si soffermerà anche sull’impatto che il contributo degli artisti ha avuto sul movimento, senza perdere di vista la ricerca dell'indipendenza dal colonialismo e gli spostamenti provocati dal conflitto internazionale.
Tra le opere raramente esposte si inseriscono le fotografie di Cecilia Porras ed Enrique Grau, che hanno sfidato le convenzioni sociali della Colombia degli anni Cinquanta, ma anche i dipinti dell'artista spagnolo e attivista Eugenio Granell, anche conosciuto come “l’ultimo surrealista”, le cui idee politiche radicali e l’opposizione al totalitarismo lo resero oggetto di censura e persecuzione. Gli appassionati delle tematiche surrealiste, come l'esplorazione del perturbante e dell’inconscio, vedranno questi temi indagati da una nuova prospettiva.
Leonora Carrington, Self-portrait, c.1937–38, New York, The Metropolitan Museum of Art, The Pierre and Maria-Gaetana Matisse Collection, 2002 © 2021 Estate of Leonora Carrington / Artists Rights Society (ARS), New York | Image © Metropolitan Museum of Art
I visitatori della mostra londinese si troveranno a tu per tu con iconici capolavori come I due bambini minacciati da un usignolo di Max Ernst, del 1924, affiancati da opere meno note ma ugualmente significative, come Landru in the Hotel (1932) di Antonio Berni - apparso nella prima mostra di opere surrealiste tenuta dall’artista in Argentina - e ancora dai lavori con i quali Toshiko Okanoue ha affrontato l'esperienza quotidiana del Giappone del dopoguerra.
Le fotografie di Hans Bellmer - artista polacco conosciuto per le sue bambole a grandezza naturale, raffiguranti corpi femminili dissezionati e ricomposti, sfigurati, realizzati a metà degli anni Trenta - sfidano Scylla, una doppia immagine realizzata nel 1938 da Ithell Colquhoun, che esplora il desiderio femminile. Il surrealista francese Claude Cahun cederà il posto agli scatti radicali dell'artista dello Sri Lanka Lionel Wendt.
Antonio Berni, Landru in the Hotel, Paris, 1932, Collezione privata | Foto: © Eduardo Baldizán | Courtesy Galería Sur
La mostra sarà anche l’occasione per compiere un viaggio ideale nel mondo, attraverso quei luoghi nei quali i surrealisti si sono incontrati per scambiarsi idee sul movimento. Da Parigi al Cairo, con il gruppo Art et Liberté, fino ai Caraibi, dove il movimento ha preso il via dalle penne degli scrittori, da Città del Messico a Chicago, dove è stato utilizzato come strumento di lotta politica, il Surrealismo si carica di nuove voci e missioni.
Prestiti speciali, come le fotografie di Limb Eung-Sik e Jung Haechang dalla Corea e un film di Len Lye dalla Nuova Zelanda, offriranno ulteriori sguardi sull'adattamento del Surrealismo in tutto il mondo. Per la prima volta nel Regno Unito, verrà esposto Long Distance, il monumentale disegno di Ted Joans realizzato grazie a centinaia di contributi. Ci sono voluti quasi 30 anni (1976–2005) per completare quest'opera che ha accompagnato nei suoi viaggi il pittore americano, unendo artisti situati da un capo all’altro del pianeta, da Lagos a Toronto.
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