Nuove scoperte nella Casa di Leda e il Cigno
A Pompei riemerge il mito di Narciso
Affresco di Narciso nell'atrio della Stanza di Leda, Regio V. Courtesy Parco Archeologico di Pompei
Francesca Grego
14/02/2019
Napoli - Grifoni con cornucopie, delicati decori floreali, nature morte, amorini volanti e scene di lotta tra animali: sono le meraviglie che gli archeologi hanno appena rinvenuto approfondendo le ricerche intorno alla Stanza di Leda, scoperta lo scorso novembre nella Regio V di Pompei.
Ma il pezzo forte dei nuovi scavi è il bellissimo affresco di Narciso ritrovato nell’atrio della domus, che insieme a un Priapo beneaugurante accoglieva gli ospiti all’interno della dimora.
Colori vividi e ben conservati caratterizzano l’immagine del giovane cacciatore che secondo l’iconografia classica si specchia nell’acqua rapito dalla bellezza del suo stesso volto, disprezzando l’amore della ninfa Eco. Un mito destinato a perpetuarsi nei secoli, ispirando artisti da Caravaggio a Salvador Dalì, per non parlare della psicanalisi di Freud.
“La bellezza di queste stanze, evidente già dalle prime scoperte, ci ha indotto a modificare il progetto e a proseguire lo scavo per portare alla luce l’ambiente di Leda e l’atrio retrostante”, ha spiegato la direttrice ad interim del Parco Archeologico di Pompei Alfonsina Russo: “Ciò ci consentirà in futuro di aprire alla fruizione del pubblico almeno una parte della domus”.
Visti nel loro insieme, i decori di IV stile restituiscono ora un colpo d’occhio su una dimora di notevole eleganza e sulla sua alcova raffinata e sensuale, il cui soffitto, crollato sotto il peso dei lapilli, è all’esame dei restauratori nel tentativo di ricostruirne le pitture a partire dai frammenti sopravvissuti.
E tra le sorprese dell’atrio di Narciso spiccano anche una dozzina di contenitori in vetro, otto anfore e un imbuto di bronzo, che promettono di svelare importanti informazioni sulla vita di Pompei e sugli abitanti della domus, probabilmente la famiglia di un ricco commerciante o di un ex liberto desideroso di elevare il proprio status con riferimenti iconografici elevati.
“Proseguono le straordinarie scoperte di questo cantiere”, commenta l’ex direttore del Parco Massimo Osanna, che ha mantenuto la direzione scientifica degli scavi: “Si ripropone nell’atrio della casa la scena di un mito, quello di Narciso, ben noto e più volte ripetuto a Pompei. Tutto l’ambiente è pervaso dal tema della gioia di vivere, della bellezza e della vanità, sottolineato anche dalle figure di menadi e satiri che, in una sorta di corteggio dionisiaco, accompagnavano i visitatori all’interno della parte pubblica della casa. Una decorazione volutamente lussuosa e probabilmente pertinente agli ultimi anni di vita della colonia, come testimonia lo straordinario stato di conservazione dei colori”.
Leggi anche:
• A Pompei tra sensualità e bellezza: riaffiora un affresco con Leda e il Cigno
• A Pompei riaprono la Casa dei Ceii e i Praedia di Giulia Felice
Ma il pezzo forte dei nuovi scavi è il bellissimo affresco di Narciso ritrovato nell’atrio della domus, che insieme a un Priapo beneaugurante accoglieva gli ospiti all’interno della dimora.
Colori vividi e ben conservati caratterizzano l’immagine del giovane cacciatore che secondo l’iconografia classica si specchia nell’acqua rapito dalla bellezza del suo stesso volto, disprezzando l’amore della ninfa Eco. Un mito destinato a perpetuarsi nei secoli, ispirando artisti da Caravaggio a Salvador Dalì, per non parlare della psicanalisi di Freud.
“La bellezza di queste stanze, evidente già dalle prime scoperte, ci ha indotto a modificare il progetto e a proseguire lo scavo per portare alla luce l’ambiente di Leda e l’atrio retrostante”, ha spiegato la direttrice ad interim del Parco Archeologico di Pompei Alfonsina Russo: “Ciò ci consentirà in futuro di aprire alla fruizione del pubblico almeno una parte della domus”.
Visti nel loro insieme, i decori di IV stile restituiscono ora un colpo d’occhio su una dimora di notevole eleganza e sulla sua alcova raffinata e sensuale, il cui soffitto, crollato sotto il peso dei lapilli, è all’esame dei restauratori nel tentativo di ricostruirne le pitture a partire dai frammenti sopravvissuti.
E tra le sorprese dell’atrio di Narciso spiccano anche una dozzina di contenitori in vetro, otto anfore e un imbuto di bronzo, che promettono di svelare importanti informazioni sulla vita di Pompei e sugli abitanti della domus, probabilmente la famiglia di un ricco commerciante o di un ex liberto desideroso di elevare il proprio status con riferimenti iconografici elevati.
“Proseguono le straordinarie scoperte di questo cantiere”, commenta l’ex direttore del Parco Massimo Osanna, che ha mantenuto la direzione scientifica degli scavi: “Si ripropone nell’atrio della casa la scena di un mito, quello di Narciso, ben noto e più volte ripetuto a Pompei. Tutto l’ambiente è pervaso dal tema della gioia di vivere, della bellezza e della vanità, sottolineato anche dalle figure di menadi e satiri che, in una sorta di corteggio dionisiaco, accompagnavano i visitatori all’interno della parte pubblica della casa. Una decorazione volutamente lussuosa e probabilmente pertinente agli ultimi anni di vita della colonia, come testimonia lo straordinario stato di conservazione dei colori”.
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