Una rivelazione intorno all'opera di Michelangelo Merisi
Caravaggio, svelati gli autori del madrigale raffigurato nei Musici
Caravaggio, Concerto o I musici, 1959 circa, olio su tela, Metropolitan Museum of Art, New York. Courtesy of Gallerie d'Italia - Palazzo Zevallos Stigliano, Intesa Sanpaolo
Samantha De Martin
20/06/2017
Napoli - Sarebbe il poeta e umanista Jacopo Sannazaro l'autore del sonetto utilizzato come testo del madrigale musicato dal napoletano Pompeo Stabile, raffigurato da un giovane Caravaggio nella celebre tela I musici.
L'identità del presunto autore del testo inserito dall'artista milanese all'interno del capolavoro conservato al Metropolitan Museum of Modern Art di New York e “ospite illustre” a Napoli fino al 23 luglio, è stato svelato in anteprima nel corso della giornata di studi attorno ai Musici, svoltasi presso le Gallerie d'Italia di Palazzo Zevallos Stigliano a Napoli.
L'individuazione degli autori del testo e della musica del madrigale scelto da Caravaggio è il risultato di una lunga e impegnativa ricerca durata trent'anni e condotta dal musicologo Domenico Antonio D'Alessandro.
«Il confronto con una copia svizzera ben conservata - ha spiegato D'Alessandro - mi ha permesso di identificare la musica e il madrigale a sei voci del musicista napoletano Pompeo Stabile, composto sul testo Ben può di sua ruina di Jacopo Sannazaro. Si tratta di un sonetto che allude al rovinoso volo di Icaro che, sordo agli ammonimenti del padre, muore precipitando in mare quando il sole scioglie le sue ali di cera».
Secondo D'Alessandro il madrigale rappresenterebbe quindi un monito rivolto dal cardinale del Monte a Caravaggio, suo giovane protetto, una sorta di raccomandazione a mitigare il suo carattere irruento.
«Questa tela, eccezionalmente in viaggio da New York a Napoli - ha spiegato Francesca Cappelletti docente dell'Università degli Studi di Ferrara e vicepresidente del Consiglio Superiore per i beni culturali e paesaggistici Mibact - ci parla di un Caravaggio giovane e del suo primo ingresso nella committenza aristocratica romana».
Uno dei primi personaggi romani a richiedere un'opera all'artista milanese era stato proprio il cardinale Francesco Maria del Monte, grande appassionato di musica, scienze e pittura fiamminga. E dai Musici, opera commissionata a Caravaggio, emerge proprio una delle sue più grandi passioni.
«La giornata di studi svolta a Palazzo Zevallos - ha ribadito Cappelletti - oltre a sviluppare una nuova proposta di lettura di questo manoscritto musicale, ci ha offerto la possibilità di leggere la cultura di Caravaggio e dei suoi committenti in modo più ampio, consentendoci di soffermarci sulla riscoperta di un artista la cui presenza spazia dalla storia dell'arte al cinema, alla letteratura. Basti pensare al fascino che il mondo di questo genio, a metà tra il palazzo e la strada, ha suscitato in autori come Gadda, Testori, Pasolini».
Il dipinto, realizzato nel 1595, probabile rappresentazione di una complessa allegoria pagana, ritrae tre giovani che si accingono a eseguire un concerto. D'altra parte il cardinale - proprietario di una ricca biblioteca, di una collezione di quadri e di alcuni strumenti musicali, aveva voluto imprimere sulla tela, affidata al genio di Caravaggio, il vivace clima culturale della sua corte.
Leggi anche:
• Un anno all'insegna di Caravaggio
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L'individuazione degli autori del testo e della musica del madrigale scelto da Caravaggio è il risultato di una lunga e impegnativa ricerca durata trent'anni e condotta dal musicologo Domenico Antonio D'Alessandro.
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Secondo D'Alessandro il madrigale rappresenterebbe quindi un monito rivolto dal cardinale del Monte a Caravaggio, suo giovane protetto, una sorta di raccomandazione a mitigare il suo carattere irruento.
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Uno dei primi personaggi romani a richiedere un'opera all'artista milanese era stato proprio il cardinale Francesco Maria del Monte, grande appassionato di musica, scienze e pittura fiamminga. E dai Musici, opera commissionata a Caravaggio, emerge proprio una delle sue più grandi passioni.
«La giornata di studi svolta a Palazzo Zevallos - ha ribadito Cappelletti - oltre a sviluppare una nuova proposta di lettura di questo manoscritto musicale, ci ha offerto la possibilità di leggere la cultura di Caravaggio e dei suoi committenti in modo più ampio, consentendoci di soffermarci sulla riscoperta di un artista la cui presenza spazia dalla storia dell'arte al cinema, alla letteratura. Basti pensare al fascino che il mondo di questo genio, a metà tra il palazzo e la strada, ha suscitato in autori come Gadda, Testori, Pasolini».
Il dipinto, realizzato nel 1595, probabile rappresentazione di una complessa allegoria pagana, ritrae tre giovani che si accingono a eseguire un concerto. D'altra parte il cardinale - proprietario di una ricca biblioteca, di una collezione di quadri e di alcuni strumenti musicali, aveva voluto imprimere sulla tela, affidata al genio di Caravaggio, il vivace clima culturale della sua corte.
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