Per il MANN nuove collaborazioni nel Paese del Dragone
Da Napoli alla Cina nel segno dell’arte antica
Pompei. The Infinite Life
Francesca Grego
17/09/2018
Napoli - Un nuovo capitolo è pronto a schiudersi nel programma di collaborazioni internazionali del Museo Archeologico Nazionale di Napoli, in linea con la strada intrapresa dal direttore Paolo Giulierini dal 2015.
Dopo aver stretto le relazioni con la Russia e in particolare con l’Ermitage di San Pietroburgo, il MANN guarda all’Estremo Oriente con un grande progetto sul campo. Si tratta della riqualificazione del sito archeologico di Donghuamen, un giacimento di storia stratificato situato nel cuore della moderna città di Chengdu che, accanto a un monumentale palazzo di epoca Ming, presenta testimonianze dal II secolo a.C. fino all’alba del Novecento.
Preliminare all’impegno del museo sarà la firma, prevista per il 20 settembre a Chengdu, di un protocollo d’intesa con il Dipartimento per la Cultura della Provincia di Sichuan, mentre il 21 e il 22 al workshop sulla “Tutela del patrimonio culturale e costruzione e gestione dei musei” si individueranno le best practices da condividere, sulla scorta della riconosciuta esperienza italiana in campo archeologico.
Un ulteriore accordo con il Museo della Sichuan University prevede invece la creazione di mostre, lo scambio di esperti e ricerche volte ad applicare in Cina metodologie di fruizione culturale innovative e sperimentali. Primo frutto della sinergia sarà, nel 2020, la realizzazione di un progetto sull’antico regno tibetano di Shang Shung, che partirà dagli studi dell’orientalista italiano Giuseppe Tucci per arrivare alle scoperte degli archeologi cinesi contemporanei.
Intanto i gioielli del MANN proseguono il loro tour del paese nella mostra itinerante Pompei. The Infinite Life, voluta da ChinaMuseum Ltd di Pechino nell’Anno del Turismo Europa-Cina (2018). Fino al luglio 2019 più di cento opere, proiezioni e videomapping continueranno a raccontare storia e vita quotidiana della città vesuviana in località note per ospitare a loro volta importanti siti archeologici, in un dialogo tra grandi civiltà che in sei mesi ha conquistato due milioni di visitatori.
La Cina a Napoli
Ma l’avventura del MANN in Oriente prevede anche un viaggio di ritorno. Dal 14 dicembre 2018 al 14 marzo 2019 a Napoli andrà in scena Mortali-Immortali: i tesori dell’antico Sichuan, con reperti dell’Impero Han – coevo all’Impero Romano – come le misteriose maschere di Sanxingdui: un percorso espositivo di una vastità e di una completezza senza precedenti in Occidente, che sarà accompagnato da un convegno in collaborazione con il Parco Archeologico di Paestum, nonché da mostre collaterali sul teatro cinese e sull’antica arte della seta a Napoli.
E nel 2019 spazio al contemporaneo, con il Leone d’Oro alla Biennale di Venezia e Premio Imperial Cai Guo-Qiang, che porterà al MANN le sue inconfondibili tele ispirate al cielo (22 febbraio-31 giugno). La mostra fotografica Bianco e nero. Sguardi da Oriente a Occidente proporrà invece sorprendenti accostamenti tra le statue della Collezione Farnese e i volti di alcuni attuali abitanti della Repubblica Popolare Cinese.
In programma anche una serie di percorsi in città, alla scoperta dei luoghi in cui nei secoli la cultura partenopea ha incontrato saperi e suggestioni provenienti dal Celeste Impero: non dimentichiamo che a Napoli ha sede la più antica scuola di sinologia e orientalistica dell’intero Occidente – oggi Università “L’Orientale” – nata dal settecentesco Collegio dei Cinesi di Matteo Ripa, pittore e incisore al servizio dell’imperatore Kangxi.
Le nuove frontiere della fruizione culturale
Intanto il mito di Pompei ed Ercolano sta conquistando il pubblico orientale anche attraverso il gioco e l’intrattenimento. Father and Son, il videogame sviluppato dal MANN come un viaggio nella storia (e nelle sue collezioni) da quasi un anno è ben posizionato sul mercato cinese, mentre le fiction della serie L’Antico Presente appassionano gli spettatori internazionali con episodi che traggono ispirazione dal patrimonio del museo.
Ai cinesi residenti a Napoli sono infine dedicati laboratori per varie fasce d’età, che sperimentano modalità di comunicazione della cultura tagliate su misura di fruitori con specifici background.
Leggi anche:
• Dal Vesuvio alla Cina, il viaggio di Pompei
Dopo aver stretto le relazioni con la Russia e in particolare con l’Ermitage di San Pietroburgo, il MANN guarda all’Estremo Oriente con un grande progetto sul campo. Si tratta della riqualificazione del sito archeologico di Donghuamen, un giacimento di storia stratificato situato nel cuore della moderna città di Chengdu che, accanto a un monumentale palazzo di epoca Ming, presenta testimonianze dal II secolo a.C. fino all’alba del Novecento.
Preliminare all’impegno del museo sarà la firma, prevista per il 20 settembre a Chengdu, di un protocollo d’intesa con il Dipartimento per la Cultura della Provincia di Sichuan, mentre il 21 e il 22 al workshop sulla “Tutela del patrimonio culturale e costruzione e gestione dei musei” si individueranno le best practices da condividere, sulla scorta della riconosciuta esperienza italiana in campo archeologico.
Un ulteriore accordo con il Museo della Sichuan University prevede invece la creazione di mostre, lo scambio di esperti e ricerche volte ad applicare in Cina metodologie di fruizione culturale innovative e sperimentali. Primo frutto della sinergia sarà, nel 2020, la realizzazione di un progetto sull’antico regno tibetano di Shang Shung, che partirà dagli studi dell’orientalista italiano Giuseppe Tucci per arrivare alle scoperte degli archeologi cinesi contemporanei.
Intanto i gioielli del MANN proseguono il loro tour del paese nella mostra itinerante Pompei. The Infinite Life, voluta da ChinaMuseum Ltd di Pechino nell’Anno del Turismo Europa-Cina (2018). Fino al luglio 2019 più di cento opere, proiezioni e videomapping continueranno a raccontare storia e vita quotidiana della città vesuviana in località note per ospitare a loro volta importanti siti archeologici, in un dialogo tra grandi civiltà che in sei mesi ha conquistato due milioni di visitatori.
La Cina a Napoli
Ma l’avventura del MANN in Oriente prevede anche un viaggio di ritorno. Dal 14 dicembre 2018 al 14 marzo 2019 a Napoli andrà in scena Mortali-Immortali: i tesori dell’antico Sichuan, con reperti dell’Impero Han – coevo all’Impero Romano – come le misteriose maschere di Sanxingdui: un percorso espositivo di una vastità e di una completezza senza precedenti in Occidente, che sarà accompagnato da un convegno in collaborazione con il Parco Archeologico di Paestum, nonché da mostre collaterali sul teatro cinese e sull’antica arte della seta a Napoli.
E nel 2019 spazio al contemporaneo, con il Leone d’Oro alla Biennale di Venezia e Premio Imperial Cai Guo-Qiang, che porterà al MANN le sue inconfondibili tele ispirate al cielo (22 febbraio-31 giugno). La mostra fotografica Bianco e nero. Sguardi da Oriente a Occidente proporrà invece sorprendenti accostamenti tra le statue della Collezione Farnese e i volti di alcuni attuali abitanti della Repubblica Popolare Cinese.
In programma anche una serie di percorsi in città, alla scoperta dei luoghi in cui nei secoli la cultura partenopea ha incontrato saperi e suggestioni provenienti dal Celeste Impero: non dimentichiamo che a Napoli ha sede la più antica scuola di sinologia e orientalistica dell’intero Occidente – oggi Università “L’Orientale” – nata dal settecentesco Collegio dei Cinesi di Matteo Ripa, pittore e incisore al servizio dell’imperatore Kangxi.
Le nuove frontiere della fruizione culturale
Intanto il mito di Pompei ed Ercolano sta conquistando il pubblico orientale anche attraverso il gioco e l’intrattenimento. Father and Son, il videogame sviluppato dal MANN come un viaggio nella storia (e nelle sue collezioni) da quasi un anno è ben posizionato sul mercato cinese, mentre le fiction della serie L’Antico Presente appassionano gli spettatori internazionali con episodi che traggono ispirazione dal patrimonio del museo.
Ai cinesi residenti a Napoli sono infine dedicati laboratori per varie fasce d’età, che sperimentano modalità di comunicazione della cultura tagliate su misura di fruitori con specifici background.
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