L'ultima testimonianza dallo scavo nell'antica spiaggia
Riemerge il segreto dell'ultimo fuggiasco di Ercolano
Veduta dell'antica Ercolano I Courtesy Parco Archeologico di Ercolano
Samantha De Martin
02/12/2021
Napoli - Era stato ritrovato sull’antica spiaggia della città, in posizione supina, il corpo sospeso nel deposito di cenere vulcanica dopo essere stato travolto dalla nuvola di gas bollenti che scendeva dal vulcano a velocità disarmante.
Tentava disperatamente di trovare riparo in mare l’ultimo fuggiasco di Ercolano, fermato dall’eruzione del Vesuvio e dall’ondata di calore a un passo dal miraggio della salvezza. Sul perché si trovasse lì e non nei fornici dove è stata scoperta la maggior parte delle vittime della fatidica eruzione del 79 d.C. si possono avanzare solo ipotesi.
Quello che è certo è che, a circa un mese dal suo ritrovamento, quest’uomo di circa 40-45 anni continua a regalare sorprese grazie al rinvenimento di una piccola borsa con pochi averi, riportata alla luce accanto alla vittima.
Si tratta di una borsa a tracolla, con diverse tipologie di materiali all'interno, oggetti di uso comune strettamente connessi tra loro. Sono riconoscibili il legno di una scatola con il suo contenuto in metallo, pezzi di stoffa e probabili tracce di finitura in oro.
L'ultimo fuggiasco di Ercolano | Courtesy Parco Archeologico di Ercolano
“Poter associare con certezza un oggetto personale alla vittima che lo stringeva letteralmente su di sé - commenta Francesco Sirano, direttore del Parco Archeologico di Ercolano - trasmette a pieno il senso di umanità che ancora si respira a Ercolano e lo studio di un contesto indisturbato ci condurrà verso una serie di approfondimenti che racconteranno tanto del passato di questa città”.
Lo scavo sull’antica spiaggia di Ercolano rientra nel più complesso intervento finalizzato a ricongiungere l'antico litorale all’area di Villa dei Papiri, consentendo ai visitatori di tornare a passeggiare come facevano gli antichi ercolanesi. Una riorganizzazione degli accessi di discesa alla spiaggia arricchirà presto la visita permettendo al pubblico di comprendere le dinamiche che hanno portato al seppellimento della città.
L'intervento, che si concluderà nel 2023, è finanziato con fondi del Piano Operativo “Cultura e Turismo” FSC 2014-2020 e seguito nell’attuazione dall'Unità Grande Pompei per conto dell’Autorità di Gestione – Segretariato Generale del MiC.
I resti della borsa appartenuta all'ultimo fuggiasco di Ercolano | Courtesy Pqarco Archeologico di Ercolano
La scoperta dell’antico litorale di Ercolano si deve a Giuseppe Maggi che, agli inizi degli anni Ottanta del Novecento, approfondì gli scavi iniziati da Amedeo Maiuri sul fronte della città rivoluzionando le conoscenze sulla sorte degli antichi ercolanesi con la scoperta dei corpi di oltre 300 fuggiaschi e di una barca rovesciata sul litorale dalla furia dei flussi piroclastici. Nel 2010, in stretta collaborazione con il Packard Humanities Institute, fu realizzata una campagna di indagini nel corso della quale avvennero straordinarie scoperte.
Lo scavo in corso si concentra invece nella metà occidentale dell’antica spiaggia fino alla galleria di collegamento con l’area di Villa dei Papiri, per una superficie complessiva di 1400 metri quadrati.
“Si tratta di uno scavo moderno - aggiunge il direttore Francesco Sirano - impostato come un laboratorio all’aperto multidisciplinare, dove il lavoro simultaneo di più professionalità ha consentito di esplorare, documentare, rilevare tridimensionalmente e sistematicamente ogni fase di scavo dell’area dell’antica spiaggia e offrire un’istantanea della tragedia, con il contesto perfettamente preservato e il corredo in situ. Gli averi della vittima restano visibili vicino al suo scheletro, così come si trovavano, ed è possibile per gli archeologi, antropologi, restauratori, intervenire in maniera sinergica sulla lettura e interpretazione di una scoperta scientifica che emoziona”.
In questi mesi oltre allo scheletro sono stati rinvenuti numerosi reperti di legno trascinati dal flusso piroclastico, resti di arbusti, radici di alberi ad alto fusto, grandi travi, frammenti di cornici.
Gli scavi di Ercolano I Courtesy Parco Archeologico di Ercolano
La borsa del fuggiasco rappresenta pertanto una nuova tessera che va ad aggiungersi al mosaico di informazioni che rendono Ercolano unica nel mondo antico. La cittadina campana ha regalato finora reperti di assoluto valore artistico, come la testa di Amazzone dalla Basilica Noniana, gli elementi del cassettonato in legno della casa del Rilievo di Telefo, che conservano ancora il colore originario, o ancora gli oltre 700 contenitori con sedimenti dal collettore fognario della Palestra, in grado di illuminarci sugli aspetti più inediti della vita quotidiana, dalle prelibatezze amate dagli antichi abitanti alle informazioni sulle infezioni che affliggevano i residenti del caseggiato.
L’analisi antropologica dello scheletro, al pari delle caratteristiche del contesto archeologico e vulcanologico, stanno fornendo informazioni importanti per ricostruire gli ultimi istanti di vita e della morte di questo antico ercolanese e, più in generale, per restituirci il quadro d’insieme di ciò che accadde in quel fatidico giorno del 79 d.C.
Leggi anche:
• Ercolano: nuovi scavi sulla spiaggia romana e un percorso inedito fino alla Villa dei Papiri
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Quello che è certo è che, a circa un mese dal suo ritrovamento, quest’uomo di circa 40-45 anni continua a regalare sorprese grazie al rinvenimento di una piccola borsa con pochi averi, riportata alla luce accanto alla vittima.
Si tratta di una borsa a tracolla, con diverse tipologie di materiali all'interno, oggetti di uso comune strettamente connessi tra loro. Sono riconoscibili il legno di una scatola con il suo contenuto in metallo, pezzi di stoffa e probabili tracce di finitura in oro.
L'ultimo fuggiasco di Ercolano | Courtesy Parco Archeologico di Ercolano
“Poter associare con certezza un oggetto personale alla vittima che lo stringeva letteralmente su di sé - commenta Francesco Sirano, direttore del Parco Archeologico di Ercolano - trasmette a pieno il senso di umanità che ancora si respira a Ercolano e lo studio di un contesto indisturbato ci condurrà verso una serie di approfondimenti che racconteranno tanto del passato di questa città”.
Lo scavo sull’antica spiaggia di Ercolano rientra nel più complesso intervento finalizzato a ricongiungere l'antico litorale all’area di Villa dei Papiri, consentendo ai visitatori di tornare a passeggiare come facevano gli antichi ercolanesi. Una riorganizzazione degli accessi di discesa alla spiaggia arricchirà presto la visita permettendo al pubblico di comprendere le dinamiche che hanno portato al seppellimento della città.
L'intervento, che si concluderà nel 2023, è finanziato con fondi del Piano Operativo “Cultura e Turismo” FSC 2014-2020 e seguito nell’attuazione dall'Unità Grande Pompei per conto dell’Autorità di Gestione – Segretariato Generale del MiC.
I resti della borsa appartenuta all'ultimo fuggiasco di Ercolano | Courtesy Pqarco Archeologico di Ercolano
La scoperta dell’antico litorale di Ercolano si deve a Giuseppe Maggi che, agli inizi degli anni Ottanta del Novecento, approfondì gli scavi iniziati da Amedeo Maiuri sul fronte della città rivoluzionando le conoscenze sulla sorte degli antichi ercolanesi con la scoperta dei corpi di oltre 300 fuggiaschi e di una barca rovesciata sul litorale dalla furia dei flussi piroclastici. Nel 2010, in stretta collaborazione con il Packard Humanities Institute, fu realizzata una campagna di indagini nel corso della quale avvennero straordinarie scoperte.
Lo scavo in corso si concentra invece nella metà occidentale dell’antica spiaggia fino alla galleria di collegamento con l’area di Villa dei Papiri, per una superficie complessiva di 1400 metri quadrati.
“Si tratta di uno scavo moderno - aggiunge il direttore Francesco Sirano - impostato come un laboratorio all’aperto multidisciplinare, dove il lavoro simultaneo di più professionalità ha consentito di esplorare, documentare, rilevare tridimensionalmente e sistematicamente ogni fase di scavo dell’area dell’antica spiaggia e offrire un’istantanea della tragedia, con il contesto perfettamente preservato e il corredo in situ. Gli averi della vittima restano visibili vicino al suo scheletro, così come si trovavano, ed è possibile per gli archeologi, antropologi, restauratori, intervenire in maniera sinergica sulla lettura e interpretazione di una scoperta scientifica che emoziona”.
In questi mesi oltre allo scheletro sono stati rinvenuti numerosi reperti di legno trascinati dal flusso piroclastico, resti di arbusti, radici di alberi ad alto fusto, grandi travi, frammenti di cornici.
Gli scavi di Ercolano I Courtesy Parco Archeologico di Ercolano
La borsa del fuggiasco rappresenta pertanto una nuova tessera che va ad aggiungersi al mosaico di informazioni che rendono Ercolano unica nel mondo antico. La cittadina campana ha regalato finora reperti di assoluto valore artistico, come la testa di Amazzone dalla Basilica Noniana, gli elementi del cassettonato in legno della casa del Rilievo di Telefo, che conservano ancora il colore originario, o ancora gli oltre 700 contenitori con sedimenti dal collettore fognario della Palestra, in grado di illuminarci sugli aspetti più inediti della vita quotidiana, dalle prelibatezze amate dagli antichi abitanti alle informazioni sulle infezioni che affliggevano i residenti del caseggiato.
L’analisi antropologica dello scheletro, al pari delle caratteristiche del contesto archeologico e vulcanologico, stanno fornendo informazioni importanti per ricostruire gli ultimi istanti di vita e della morte di questo antico ercolanese e, più in generale, per restituirci il quadro d’insieme di ciò che accadde in quel fatidico giorno del 79 d.C.
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