Al MANN un cantiere trasparente da seguire anche online

Un capolavoro da record. Al via il restauro del Mosaico di Alessandro

Battaglia di Isso, 100 a.C., mosaico, 582 x 313 cm I Museo Archeologico Nazionale di Napoli I Naples National Archaeological Museum, Public domain, via Wikimedia Commons
 

Francesca Grego

08/01/2021

Napoli - Un milione e mezzo di tessere per oltre 18 metri quadri di estensione e un peso di sette tonnellate: sono i numeri della Battaglia di Isso, il celebre mosaico del Museo Archeologico Nazionale di Napoli che lascia a bocca aperta i visitatori di oggi come i suoi scopritori quasi due secoli fa. È incredibile come con soli quattro colori gli artisti di Pompei siano riusciti a dar vita a una rappresentazione tanto realistica e ben riuscita: la grande storia si raccontava per immagini sul pavimento della Casa del Fauno in un impressionante turbinio di lance e di scudi, cavalli imbizzarriti, panico e coraggio. Su tutto, l’eloquente gioco di sguardi tra i protagonisti: Alessandro Magno, a capo scoperto e concentratissimo sull’amato destriero Bucefalo, e il suo avversario Dario III, improvvisamente consapevole della disfatta, che disperato richiama i suoi alla lotta per l’ultima volta. E infine l’albero spoglio che si staglia sullo sfondo, permettendo di identificare con certezza il soggetto dell’opera: il secondo, grandioso scontro tra Persiani e Macedoni, che dalla remota Anatolia fece tremare il Mediterraneo antico. La battaglia di Isso era infatti conosciuta come “battaglia dell’albero secco”. 


Battaglia di Isso tra Alessandro e Dario III (o Mosaico di Alessandro), II secolo a.C., Napoli, Museo Archeologico Nazionale | Courtesy MANN

Per il “mosaico dei record” è arrivato il momento del restauro: da tempo le sue piastrelle policrome hanno iniziato a sollevarsi o a scivolare verso il basso, talvolta a staccarsi, mentre una lesione diagonale percorre l’intera scena mettendo a rischio questo eccezionale esempio di opus vermiculatum (la preziosa tecnica musiva in cui le tessere sono disposte seguendo i contorni del disegno). A fine di gennaio il tesoro del MANN sarà spostato con estrema cautela dopo un’opportuna messa in sicurezza, poi sottoposto a ulteriori analisi e infine restituito alla sua antica bellezza in un intervento supervisionato dai professionisti dell’Istituto Centrale per il Restauro. 

“Sarà un restauro grandioso,  che si compirà sotto gli occhi del mondo”, annuncia il direttore del Museo Archeologico di Napoli Paolo Giulierini. “Un viaggio entusiasmante lungo sette mesi ci attende: dopo il minuzioso lavoro preparatorio, studiosi ed esperti  si prenderanno cura con le tecniche più avanzate  del nostro iconico capolavoro pompeiano. La tecnologia e le piattaforme digitali ci consentiranno di seguire le  delicatissime operazioni, passo dopo passo, in una sorta di 'cantiere trasparente', come mai accaduto prima. Per realizzare un’operazione così ambiziosa e complessa è stata attivata dal MANN una rete di collaborazioni scientifiche e di partnership di grande prestigio”. Tra le istituzioni coinvolte figurano l’Università del Molise e il CRACS (Center for Research on Archaeometry and Conservation Science), entrambi impegnati nelle indagini diagnostiche, mentre tra le tecnologie si segnalano gli smart glass forniti da TIM, che consentiranno ai restauratori di vedere le tessere anche quando coperte dal tavolato di protezione, operando con precisione millimetrica.  


Restauro della Battaglia di Isso. Courtesy MANN Photo Pedicini

Rinvenuto nel 1831 nella Casa del Fauno a Pompei, il Mosaico di Alessandro ornava il pavimento dell’esedra, il “salotto” delle domus romane. Il proprietario doveva essere un tipo facoltoso, vista anche la vastità della dimora, ma perché scegliere proprio la Battaglia di Isso come soggetto? Un’ipotesi è che lo sconosciuto padrone di casa vantasse antenati vicini al re macedone. Quasi certa è invece l’origine del disegno: un dipinto del pittore greco Filosseno di Eretria, da cui l’opera di Pompei sarebbe stata copiata. Grande fu lo stupore degli archeologi ottocenteschi di fronte a un mosaico così esteso e in ottimo stato di conservazione: nonostante le lacune, la scena si presentava perfettamente leggibile e definita in ogni parte. Dopo un acceso dibattito, l’opera fu staccata dal sito originario e trasportata a Napoli su un carro trainato da 16 buoi. Nonostante un incidente che la sbalzò al suolo, la Battaglia di Isso raggiunse intatta il Real Museo Borbonico, dove un’apposita sala fu allestita per ospitarla. 


La Battaglia di Isso nei mosaici pavimentali della Casa del Fauno a Pompei (dettaglio) - MANN, Napoli (© See page for author [Public domain], via Wikimedia Commons)

A luglio 2021 il Mosaico di Alessandro sarà pronto a incontrare il pubblico più vivido che mai, come un racconto antico e grandioso. Potremo così leggere e apprezzare i gustosi dettagli che lo caratterizzano: la testa di Medusa raffigurata sulla corazza di Alessandro e quella del cavallo tessalico Bucefalo, dallo sguardo quasi umano, le diverse espressioni dei soldati, le armature descritte nei minimi particolari e le lunghe lance che per prime hanno permesso di riconoscere nell’opera l’esercito macedone, fino al volto terrorizzato di un combattente persiano che si specchia nello scudo mentre sta per essere travolto dal carro del suo stesso re.