Dal 1° ottobre a Palazzo Zabarella
A Padova arrivano i Futuristi
Carlo Carrà, Cavallo e cavaliere, 1915. Courtesy Carpi Futurism a.C. Roma
Francesca Grego
20/05/2022
Padova - Si annuncia carica di promesse la mostra Futurismo. La nascita dell'avanguardia 1910-1915, che animerà la seconda parte dell'anno a Palazzo Zabarella. Dal prossimo 1° ottobre al 26 febbraio 2023 avremo occasione di ammirare oltre 100 opere provenienti da ben 45 gallerie, musei e collezioni private internazionali riunite a Padova dai curatori Fabio Benzi, Francesco Leone e Fernando Mazzocca. Dal vulcanico Umberto Boccioni, autentica anima dell'avanguardia italiana, a Carlo Carrà, Luigi Russolo, Giacomo Balla, Gino Severini, Fortunato Depero, il Futurismo racconterà la sua fase più esplosiva, dalla fondazione al Manifesto della ricostruzione futurista dell'universo, che coincise con l'ingresso dell'Italia nlla Grande Guerra e segnò un deciso spartiacque nelle ricerche degli artisti.
“Sebbene negli ultimi quarant’anni si siano succedute molteplici rassegne dedicate al Futurismo, nessuna si è mai focalizzata in termini critici ed esaustivi sui presupposti culturali e figurativi, sulle radici, sulle diverse anime e sui molti temi che hanno concorso prima alla nascita e poi alla deflagrazione e alla piena configurazione di questo movimento che ha caratterizzato in modo così dirompente le ricerche dell’arte occidentale della prima metà del Novecento”, scrivono i curatori.
Umberto Boccioni, Meriggio. Officine a Porta Romana, 1910. Collezione Intesa Sanpaolo Gallerie d'Italia
Il progetto padovano indagherà sul desiderio di rinnovamento radicale che animò il movimento, evidenziando il loro ruolo di precursori di idee ed esperienze che di lì a poco si sarebbero imposte sulla scena europea, dal Dadaismo alle avanguardie russe, fino alle neo avanguardie della seconda metà del secolo. In primo piano, la tensione verso un'opera d'arte totale, capace di superare gli angusti confini del quadro o della scultura, per coinvolgere tutti i sensi, facendo del contrasto cromatico, della simultaneità e della compenetrazione i tratti salienti di nuovi capolavori.
Giacomo Balla, Il ponte della velocità, 1913-1915. Galleria Nazionale d'Arte Moderna e Contemporanea
L'itinerario della mostra esplorerà le radici divisioniste del movimento, a confronto con opere di Segantini, Previati, Pellizza da Volpedo, per poi addentrarsi nei suoi filoni di ricerca più fecondi, tra la scoperta dello spirito da parte di Boccioni e Balla (splendidi gli Stati d’animo del primo e Mercurio transita davanti al sole del secondo) e le geniali soluzioni escogitate per la resa del dinamismo, fino alla fascinazione per la vita moderna di una società in piena metamorfosi, al tema della guerra come strumento di rinnovamento, senza tralasciare le ricerche innovative condotte intorno ai concetti di tridimensionalità e polimaterismo, da scoprire in capolavori come Forme uniche della continuità nello spazio, ancora di Boccioni.
Umberto Boccioni, Forme uniche della continuità nello spazio, 1913. Kröller Müller Museum, Otterlo
“Sebbene negli ultimi quarant’anni si siano succedute molteplici rassegne dedicate al Futurismo, nessuna si è mai focalizzata in termini critici ed esaustivi sui presupposti culturali e figurativi, sulle radici, sulle diverse anime e sui molti temi che hanno concorso prima alla nascita e poi alla deflagrazione e alla piena configurazione di questo movimento che ha caratterizzato in modo così dirompente le ricerche dell’arte occidentale della prima metà del Novecento”, scrivono i curatori.
Umberto Boccioni, Meriggio. Officine a Porta Romana, 1910. Collezione Intesa Sanpaolo Gallerie d'Italia
Il progetto padovano indagherà sul desiderio di rinnovamento radicale che animò il movimento, evidenziando il loro ruolo di precursori di idee ed esperienze che di lì a poco si sarebbero imposte sulla scena europea, dal Dadaismo alle avanguardie russe, fino alle neo avanguardie della seconda metà del secolo. In primo piano, la tensione verso un'opera d'arte totale, capace di superare gli angusti confini del quadro o della scultura, per coinvolgere tutti i sensi, facendo del contrasto cromatico, della simultaneità e della compenetrazione i tratti salienti di nuovi capolavori.
Giacomo Balla, Il ponte della velocità, 1913-1915. Galleria Nazionale d'Arte Moderna e Contemporanea
L'itinerario della mostra esplorerà le radici divisioniste del movimento, a confronto con opere di Segantini, Previati, Pellizza da Volpedo, per poi addentrarsi nei suoi filoni di ricerca più fecondi, tra la scoperta dello spirito da parte di Boccioni e Balla (splendidi gli Stati d’animo del primo e Mercurio transita davanti al sole del secondo) e le geniali soluzioni escogitate per la resa del dinamismo, fino alla fascinazione per la vita moderna di una società in piena metamorfosi, al tema della guerra come strumento di rinnovamento, senza tralasciare le ricerche innovative condotte intorno ai concetti di tridimensionalità e polimaterismo, da scoprire in capolavori come Forme uniche della continuità nello spazio, ancora di Boccioni.
Umberto Boccioni, Forme uniche della continuità nello spazio, 1913. Kröller Müller Museum, Otterlo
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