Dal 30 novembre al 9 marzo
Un Canova mai visto in mostra al Museo diocesano di Padova
Antonio Canova, Vaso cinerario della contessa Ludovica Callenberg
Samantha De Martin
09/09/2024
Padova - Nonostante la mano di Canova abbia raggiunto nel tempo il pubblico di tutto il mondo grazie a una serie infinita di mostre canoviane, esistono ancora documenti, collezioni del poeta del marmo che nessuno ha potuto ammirare ad eccezione di una manciata di studiosi.
Tra queste opere si inserisce il Vaso cinerario della contessa Lodovica (Luisa o Louisa) von Callenberg, oggi patrimonio della Chiesa di Padova, collocato in origine nel giardino esterno della chiesa degli Eremitani. Realizzata da Canova tra il 1803 e il 1807, l’opera in marmo fu per lungo tempo data per distrutta a causa dei bombardamenti del marzo 1944 che danneggiarono il complesso degli Eremitani. Fu ritrovata negli ambienti della parrocchia grazie a una ricerca sull’inventario dei beni culturali ecclesiastici. Al termine di una lunga gestazione l’opera arrivò a Padova solo alla fine dell’estate del 1807, collocata nello spazio verde dietro l’abside della chiesa degli Eremitani, dove fu piantato un cipresso presente ancora oggi.
Il Vaso cinerario era parte integrante di un monumento funerario progettato e realizzato dagli architetti Domenico Fadiga e Giannantonio Selva, caratterizzato da un cippo su cui campeggiava una scritta di Johann Wolfgang von Goethe, una stele con l’epigrafe redatta dall’abate Stefano Antonio Morcelli e sette candelabre con altrettante iscrizioni di personaggi illustri.
Dal 30 novembre al 9 marzo il Vaso cinerario della contessa Lodovica von Callenberg sarà per la prima volta esposto al pubblico e rappresenterà il fulcro della mostra “Il Canova mai visto”, presso il Museo diocesano di Padova.
Ebansita romano, 1830, il medagliere di Antonio Canova
Il percorso, a cura di Andrea Nante, Elena Catra e Vittorio Pajusco, farà luce su vicende che legano Padova e Canova a importanti esponenti dell’aristocrazia europea, ma anche ad artisti e intellettuali come la pittrice svizzera Angelica Kaufmann, autrice di un ritratto di Canova conservato in una collezione privata a Padova.
Per i visitatori sarà un’occasione per scoprire la figura della nobildonna tedesca Lodovica von Callenberg e le relazioni con intellettuali e artisti europei quali Johann Wolfang von Goethe, e con l’aristocrazia italiana ed europea, tra cui il senatore e principe Abbondio Rezzonico.
Oltre al Vaso cinerario di Lodovica von Callenberg, e ad altri elementi in pietra progettati e realizzati da Domenico Fadiga e Giannantonio Selva a completamento del monumento funebre, in mostra troveranno spazio alcuni gessi canoviani che giungeranno a Padova dalla Gypsotheca di Possagno. Saranno presentati i ritratti dei protagonisti coinvolti nella realizzazione dell’opera (Antonio Canova, Abbondio Rezzonico) accanto a vedute inedite della città di Padova che mostrano dove si trovasse il monumento funebre, oltre a numerosi volumi dell’epoca che ne hanno tramandato l’immagine e la fortuna.
Di particolare interesse sarà una sezione della mostra dedicata ai documenti, alle lettere, agli scritti del fratello monsignor Giovanni Battista Sartori Canova, che attestano il legame del presule con il suo Seminario vescovile di Padova.
Uno dei lasciti predisposti dal presule racconta della passione numismatica di Sartori Canova: la collezione di ben 3.600 monete dell’antica Roma.
Antonio Canova, Busto di Giambattista Sartori Canova
“La mostra - commenta uno dei curatori e direttore del Museo diocesano, Andrea Nante - è un’occasione interessante per scoprire alcune testimonianze inedite su Antonio Canova, ma anche per cogliere lo stretto legame con la città e con alcune tra le più illustri personalità del tempo, intellettuali, artisti, nobili, ecclesiastici. Sarà interessante anche delineare meglio la figura di Lodovica von Callenberg, stimata musicista oltre che nobildonna tra le cui amicizie annoverava quella con Goethe e Angelika Kauffmann, e con alcune famiglie reali europee. Questa iniziativa si colloca nel contesto del progetto culturale del Museo diocesano improntato da oltre vent’anni a un’attività di conoscenza, recupero e valorizzazione del patrimonio culturale del territorio, condotta in stretta sinergia con gli enti e gli istituti di ricerca e tutela”.
Dalla Biblioteca Antica del Seminario vescovile di Padova verranno esposti al Museo diocesano un nucleo ragguardevole di incisioni del lascito del marchese Federico Manfredini e l’ultimo volume della Storia della scultura. Dal suo risorgimento all’epoca di Canova redatto da Leopoldo Cicognara, che vedeva in Antonio Canova la massima espressione della scultura.
Tra queste opere si inserisce il Vaso cinerario della contessa Lodovica (Luisa o Louisa) von Callenberg, oggi patrimonio della Chiesa di Padova, collocato in origine nel giardino esterno della chiesa degli Eremitani. Realizzata da Canova tra il 1803 e il 1807, l’opera in marmo fu per lungo tempo data per distrutta a causa dei bombardamenti del marzo 1944 che danneggiarono il complesso degli Eremitani. Fu ritrovata negli ambienti della parrocchia grazie a una ricerca sull’inventario dei beni culturali ecclesiastici. Al termine di una lunga gestazione l’opera arrivò a Padova solo alla fine dell’estate del 1807, collocata nello spazio verde dietro l’abside della chiesa degli Eremitani, dove fu piantato un cipresso presente ancora oggi.
Il Vaso cinerario era parte integrante di un monumento funerario progettato e realizzato dagli architetti Domenico Fadiga e Giannantonio Selva, caratterizzato da un cippo su cui campeggiava una scritta di Johann Wolfgang von Goethe, una stele con l’epigrafe redatta dall’abate Stefano Antonio Morcelli e sette candelabre con altrettante iscrizioni di personaggi illustri.
Dal 30 novembre al 9 marzo il Vaso cinerario della contessa Lodovica von Callenberg sarà per la prima volta esposto al pubblico e rappresenterà il fulcro della mostra “Il Canova mai visto”, presso il Museo diocesano di Padova.
Ebansita romano, 1830, il medagliere di Antonio Canova
Il percorso, a cura di Andrea Nante, Elena Catra e Vittorio Pajusco, farà luce su vicende che legano Padova e Canova a importanti esponenti dell’aristocrazia europea, ma anche ad artisti e intellettuali come la pittrice svizzera Angelica Kaufmann, autrice di un ritratto di Canova conservato in una collezione privata a Padova.
Per i visitatori sarà un’occasione per scoprire la figura della nobildonna tedesca Lodovica von Callenberg e le relazioni con intellettuali e artisti europei quali Johann Wolfang von Goethe, e con l’aristocrazia italiana ed europea, tra cui il senatore e principe Abbondio Rezzonico.
Oltre al Vaso cinerario di Lodovica von Callenberg, e ad altri elementi in pietra progettati e realizzati da Domenico Fadiga e Giannantonio Selva a completamento del monumento funebre, in mostra troveranno spazio alcuni gessi canoviani che giungeranno a Padova dalla Gypsotheca di Possagno. Saranno presentati i ritratti dei protagonisti coinvolti nella realizzazione dell’opera (Antonio Canova, Abbondio Rezzonico) accanto a vedute inedite della città di Padova che mostrano dove si trovasse il monumento funebre, oltre a numerosi volumi dell’epoca che ne hanno tramandato l’immagine e la fortuna.
Di particolare interesse sarà una sezione della mostra dedicata ai documenti, alle lettere, agli scritti del fratello monsignor Giovanni Battista Sartori Canova, che attestano il legame del presule con il suo Seminario vescovile di Padova.
Uno dei lasciti predisposti dal presule racconta della passione numismatica di Sartori Canova: la collezione di ben 3.600 monete dell’antica Roma.
Antonio Canova, Busto di Giambattista Sartori Canova
“La mostra - commenta uno dei curatori e direttore del Museo diocesano, Andrea Nante - è un’occasione interessante per scoprire alcune testimonianze inedite su Antonio Canova, ma anche per cogliere lo stretto legame con la città e con alcune tra le più illustri personalità del tempo, intellettuali, artisti, nobili, ecclesiastici. Sarà interessante anche delineare meglio la figura di Lodovica von Callenberg, stimata musicista oltre che nobildonna tra le cui amicizie annoverava quella con Goethe e Angelika Kauffmann, e con alcune famiglie reali europee. Questa iniziativa si colloca nel contesto del progetto culturale del Museo diocesano improntato da oltre vent’anni a un’attività di conoscenza, recupero e valorizzazione del patrimonio culturale del territorio, condotta in stretta sinergia con gli enti e gli istituti di ricerca e tutela”.
Dalla Biblioteca Antica del Seminario vescovile di Padova verranno esposti al Museo diocesano un nucleo ragguardevole di incisioni del lascito del marchese Federico Manfredini e l’ultimo volume della Storia della scultura. Dal suo risorgimento all’epoca di Canova redatto da Leopoldo Cicognara, che vedeva in Antonio Canova la massima espressione della scultura.
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