Fino al 14 ottobre al Museo di Franco Maria Ricci a Fontanellato
I tesori d'Oriente al Labirinto della Masone
Uno dei manufatti esposti al Labirinto della Masone, parte del percorso espositivo “I tesori d’Oriente”
Samantha De Martin
17/08/2018
Parma - Da Oriente a Occidente, la meraviglia prende forma tra avori, pietre dure e madreperle che luccicano nel Museo che ammicca all’ammaliante Labirinto della Masone di Franco Maria Ricci. E se già questa preziosa Kunstkammer affacciata sul più grande labirinto esistente, attraversato da circa 200mila piante di bambù, costituisce di per sé una collezione d’arte imponente frutto dell’eclettico gusto del raffinato editore e designer, con capolavori che coprono ben cinque secoli, la mostra I tesori d’Oriente - in corso fino al 14 ottobre - conferisce alla dimora d’arte di Fontanellato un fascino ancora più speciale.
Ad accompagnare il viaggio dei visitatori attraverso un’accurata selezione di manufatti - straordinari esempi dell’ arte decorativa di Cinque e Seicento, provenienti da collezioni italiane e portoghesi - sono i ricchi oggetti istoriati che sfilano tra i testi dello storico dell’arte Pedro Moura Carvalho.
Quello allestito al Labirinto della Masone, uno degli imperdibili gioielli a pochi chilometri da Parma, è un racconto che parte da lontano, da un Rinascimento che assiste alla produzione di opere d’arte che dall’ Asia giungono per la prima volta in Europa a seguito della colonizzazione.
In quegli anni la sapiente maestria degli artigiani locali aveva suscitato la meraviglia di mercanti, viaggiatori e studiosi, tra i quali Garcia de Orta, medico portoghese vissuto in India per oltre trent’anni e autore dei Colóquios, un trattato in portoghese pubblicato a Goa nel 1563 e riguardante anche l’utilizzo e le tecniche di lavorazione di quelle materie prime allora sconosciute in Occidente.
Ampie citazioni dai Colóquios, a cavallo tra scienza e aneddotica, sono raccolte ora nel volume edito da Franco Maria Ricci. Questo progetto di riscoperta da cui nasce il volume Tesori d’oriente, stampato negli eleganti caratteri bodoniani con la consueta cura alla grafica e all’impaginazione, prende forma anche nell’omonima mostra che si snoda tra una ventina di pezzi provenienti da prestigiose collezioni private italiane e portoghesi, e molti dei quali inediti.
Il pubblico che visiterà la mostra - il cui accesso è incluso nel biglietto d’ingresso del Labirinto della Masone - sarà protagonista di un affascinante viaggio nel Rinascimento, a cavallo tra Oriente e Occidente, e avrà la possibilità di ammirare oggetti finemente lavorati in avorio, madreperla, pietre dure che, oggi come allora, non smettono di sorprendere.
Curato dallo stesso Pedro Moura Carvalho in collaborazione con la Fondazione Franco Maria Ricci, il percorso espositivo affronta per la prima volta il tema delle complesse relazioni commerciali e culturali tra i territori asiatici colonizzati dai portoghesi al tempo delle grandi scoperte, le raffinate manifatture indiane e i collezionisti europei durante due secoli di storia.
Leggi anche:
• Tesori d'Oriente. la camera delle meraviglie di Garcia de Orta
Ad accompagnare il viaggio dei visitatori attraverso un’accurata selezione di manufatti - straordinari esempi dell’ arte decorativa di Cinque e Seicento, provenienti da collezioni italiane e portoghesi - sono i ricchi oggetti istoriati che sfilano tra i testi dello storico dell’arte Pedro Moura Carvalho.
Quello allestito al Labirinto della Masone, uno degli imperdibili gioielli a pochi chilometri da Parma, è un racconto che parte da lontano, da un Rinascimento che assiste alla produzione di opere d’arte che dall’ Asia giungono per la prima volta in Europa a seguito della colonizzazione.
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Ampie citazioni dai Colóquios, a cavallo tra scienza e aneddotica, sono raccolte ora nel volume edito da Franco Maria Ricci. Questo progetto di riscoperta da cui nasce il volume Tesori d’oriente, stampato negli eleganti caratteri bodoniani con la consueta cura alla grafica e all’impaginazione, prende forma anche nell’omonima mostra che si snoda tra una ventina di pezzi provenienti da prestigiose collezioni private italiane e portoghesi, e molti dei quali inediti.
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Curato dallo stesso Pedro Moura Carvalho in collaborazione con la Fondazione Franco Maria Ricci, il percorso espositivo affronta per la prima volta il tema delle complesse relazioni commerciali e culturali tra i territori asiatici colonizzati dai portoghesi al tempo delle grandi scoperte, le raffinate manifatture indiane e i collezionisti europei durante due secoli di storia.
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