Un autunno con la fotografia d'autore
Da Pavia a Treviso nel segno di Elliott Erwitt
Elliott Erwitt, USA, New York, 1956 | © Elliott Erwitt
Samantha De Martin
17/08/2018
Pavia - Con il suo abile occhio, avvezzo ad afferrare le situazioni più ironiche e assurde di tutti i giorni, Elliott Erwitt aveva documentato il fidanzamento di Grace Kelly con il principe Ranieri di Monaco, il celebre incontro di pugilato tra Muhammad Alì e Joe Frazier, ma anche la lite tra Nixon e Kruschev, o ancora Jackie Kennedy al funerale del marito.
Tra qualche mese il grande maestro della fotografia contemporanea festeggerà 90 anni con un viaggio in Italia cucito dalle sue icone più celebri, che offriranno al visitatore uno spaccato della storia e del costume del Novecento, ma anche una simpatica testimonianza del suo appassionato affetto nei confronti degli animali, in particolare i cani.
Il primo appuntamento, in programma dal 22 settembre al 3 febbraio, sarà a Treviso, dove presso Casa dei Carraresi è attesa una selezione di 80 fotografie che esplorano uno dei lati più curiosi e interessanti del maestro franco-americano.
"I cani sono come gli umani, solo con più capelli". Da questa asserzione di Erwitt - particolarmente affascinato dall'atteggiamento naturale e irriverente di questi animali che fungono da perfetto contraltare alla ricercata compostezza dei loro padroni - prende spunto il percorso espositivo a cura di Marco Minuz.
Fil rouge di questo viaggio nel buffo universo a quattro zampe immortalato dall'illustre obiettivo di Erwitt, sono i quadrupedi pelosi, la cui posa è ottenuta dall'artista con un metodo preciso, ovvero suonando, poco prima di fotografare, una trombetta o emettendo un latrato al fine di spaventarli scatenandone la reazione.
Dal 13 ottobre al 24 gennaio presso le Scuderie del Castello Visconteo di Pavia, saranno le icone del fotografo - attrici, politici, illustri personaggi ritratti nelle più disparate ambientazioni - il filo conduttore dei 70 scatti in mostra.
La vena surreale e un po’ romantica del fotografo statunitense specializzato in fotografia pubblicitaria e documentaria attraversa i ritratti di Che Guevara e Marlene Dietrich, tocca la serie dedicata a Marilyn Monroe, ma anche i lavori più intimi e privati, come quello che ritrae la sua primogenita neonata sul letto, osservata dalla mamma.
Ma è soprattutto nelle immagini del matrimonio di Bratsk, o in quelle dei suoi cani - in mostra anche queste alle Scuderie del Castello Visconteo di Pavia - che è racchiusa l’indole ironica di Erwitt.
A chiudere la rassegna sarà la collezione di autoritratti - nei quali il maestro si prende gioco anche di se stesso - e una sezione che passa in rassegna i giornali e le pubblicazioni originali che accolsero per la prima volta le immagini.
La mostra di Pavia - concepita per essere “family friendly”, con un percorso creato ad hoc per i più piccoli, e persino un’opera ad “altezza bambino” che attende i giovani visitatori per un’esperienza immersiva - è accompagnata da un catalogo Sudest57, nel quale ogni fotografia reca un dialogo tra Elliott Erwitt e Biba Giacchetti, che svelerà il significato e le avventure di ciascuna immagine.
Leggi anche:
• Elliott Erwitt. Icons
• Elliott Erwitt. Personae
• Elliott Erwitt: i cani sono come gli umani, solo con più capelli
Tra qualche mese il grande maestro della fotografia contemporanea festeggerà 90 anni con un viaggio in Italia cucito dalle sue icone più celebri, che offriranno al visitatore uno spaccato della storia e del costume del Novecento, ma anche una simpatica testimonianza del suo appassionato affetto nei confronti degli animali, in particolare i cani.
Il primo appuntamento, in programma dal 22 settembre al 3 febbraio, sarà a Treviso, dove presso Casa dei Carraresi è attesa una selezione di 80 fotografie che esplorano uno dei lati più curiosi e interessanti del maestro franco-americano.
"I cani sono come gli umani, solo con più capelli". Da questa asserzione di Erwitt - particolarmente affascinato dall'atteggiamento naturale e irriverente di questi animali che fungono da perfetto contraltare alla ricercata compostezza dei loro padroni - prende spunto il percorso espositivo a cura di Marco Minuz.
Fil rouge di questo viaggio nel buffo universo a quattro zampe immortalato dall'illustre obiettivo di Erwitt, sono i quadrupedi pelosi, la cui posa è ottenuta dall'artista con un metodo preciso, ovvero suonando, poco prima di fotografare, una trombetta o emettendo un latrato al fine di spaventarli scatenandone la reazione.
Dal 13 ottobre al 24 gennaio presso le Scuderie del Castello Visconteo di Pavia, saranno le icone del fotografo - attrici, politici, illustri personaggi ritratti nelle più disparate ambientazioni - il filo conduttore dei 70 scatti in mostra.
La vena surreale e un po’ romantica del fotografo statunitense specializzato in fotografia pubblicitaria e documentaria attraversa i ritratti di Che Guevara e Marlene Dietrich, tocca la serie dedicata a Marilyn Monroe, ma anche i lavori più intimi e privati, come quello che ritrae la sua primogenita neonata sul letto, osservata dalla mamma.
Ma è soprattutto nelle immagini del matrimonio di Bratsk, o in quelle dei suoi cani - in mostra anche queste alle Scuderie del Castello Visconteo di Pavia - che è racchiusa l’indole ironica di Erwitt.
A chiudere la rassegna sarà la collezione di autoritratti - nei quali il maestro si prende gioco anche di se stesso - e una sezione che passa in rassegna i giornali e le pubblicazioni originali che accolsero per la prima volta le immagini.
La mostra di Pavia - concepita per essere “family friendly”, con un percorso creato ad hoc per i più piccoli, e persino un’opera ad “altezza bambino” che attende i giovani visitatori per un’esperienza immersiva - è accompagnata da un catalogo Sudest57, nel quale ogni fotografia reca un dialogo tra Elliott Erwitt e Biba Giacchetti, che svelerà il significato e le avventure di ciascuna immagine.
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