In mostra a Palazzo Blu

Botticelli vola a Pisa dal Musée Jacquemart-André

Sandro Botticelli, Fuga in Egitto, 1495-1500. Musée Jacquemart-André, Parigi
 

Francesca Grego

25/11/2025

Pisa - Un allestimento intimo e prezioso accoglie a Palazzo Blu i dipinti di Sandro Botticelli custoditi presso il Musée Jacquemart-André di Parigi: un ideale ritorno per il maestro toscano, che alla fine del Quattrocento lavorò a Pisa per la Cappella dell’Incoronata nel Duomo. L’iniziativa è frutto di uno scambio che negli scorsi mesi ha portato a Parigi due tele conservate a Palazzo Blu -  il Ritratto di Artemisia Gentileschi di Simon Vouet e Clio, Musa della storia della stessa Gentileschi - in occasione della grande mostra allestita al Musée Jacquemart-André sull’opera della celebre pittrice seicentesca. 

Fino al prossimo 15 febbraio, perciò, due opere del museo parigino saranno eccezionalmente a disposizione del pubblico italiano a Pisa. Si tratta della Madonna col Bambino risalente al 1470 circa, e della Fuga in Egitto, dipinta tra il 1495 e il 1500, acquistate entrambe a Firenze alla fine dell’Ottocento dai coniugi Edouard André e Nélie Jacquemart, appassionati collezionisti che tra il 1864 e il 1912 riunirono nella loro raffinata residenza parigina uno straordinario repertorio di arte del Rinascimento italiano, secondo in Francia solo a quello del Louvre. “Sono particolarmente soddisfatto di poter inviare a Pisa, nel meraviglioso Palazzo Blu, due opere di Botticelli, il genio toscano del Rinascimento, i cui dipinti furono ricercati dai coniugi André per completare la loro collezione italiana (Mantegna, Bellini, Donatello, Tiepolo…) e che così ritornano per alcuni mesi sulle rive dell’Arno”, ha dichiarato Pierre Curie, conservatore presso il Musée Jacquemart-André.


Sandro Botticelli, Madonna col Bambino, 1470 circa. Musée Jacquemart-André, Parigi

I dipinti rappresentano due momenti distintivi della produzione artistica fiorentina del tardo Quattrocento. La Madonna col Bambino è un luminoso esempio della tipologia della Madonna del davanzale, ideata da Andrea del Verrocchio per rispondere alla crescente domanda di immagini sacre e ripresa subito dai suoi allievi, come il Perugino, il Ghirlandaio e lo stesso Botticelli.

La Fuga in Egitto è invece un’opera del Botticelli maturo e si distingue per l’insolita rappresentazione della Vergine che cammina accanto all’asino - invece che in groppa - con il piccolo Gesù in braccio, seguita da San Giuseppe. Caratterizzata da un’audace visione di scorcio, l’immagine potrebbe riferirsi non alla partenza dalla Palestina, bensì al ritorno dall’esilio, un episodio piuttosto raro nell’iconografia occidentale ma documentato da modelli bizantini.

“La presenza a Pisa delle due opere di Botticelli offre l’occasione di riscoprire un capitolo affascinante, e poco noto, della storia della città”, ricorda Michele Mariani, vice presidente di Fondazione Pisa: “Il passaggio dell’artista nella seconda metà del Quattrocento, quando fu incaricato dell’arredo pittorico della Cappella dell’Incoronata in Cattedrale. Un episodio da riportare alla memoria, anche se non sono rimaste tracce visibili di quel lavoro”. 

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