A Palazzo Blu dall’11 ottobre 2018 al 17 febbraio 2019
Da Magritte a Duchamp: presto a Pisa la carica dei Surrealisti

Renè Magritte, Le double secret, 1927. Centre National de Art e de Culture Georges Pompidou
Francesca Grego
12/06/2018
Pisa - Dopo Chagall, Mirò, Kandinskij, Modigliani ed Escher, Palazzo Blu festeggia i suoi primi dieci anni di attività espositiva con una grande mostra sul Surrealismo, organizzata da MondoMostre in collaborazione con il Centre Pompidou di Parigi.
A partire dal prossimo 11 ottobre Da Magritte a Duchamp. 1929: il Grande Surrealismo dal Centre Pompidou presenterà al pubblico italiano circa 90 opere, tra dipinti, sculture, grafiche, collage e fotografie.
In primo piano un corpus di capolavori pittorici visti raramente fuori dal museo francese: René Magritte, Salvador Dalì, Marcel Duchamp, Max Ernst, Giorgio De Chirico, Joan Mirò, Yves Tanguy e Pablo Picasso - sulla cui opera il Surrealismo esercitò ben più di una suggestione passeggera - rappresentano i diversi volti di un movimento ricco di sfaccettature, che malgrado la continua ricerca di unità trovò la sua fortuna proprio nella capacità di disseminazione.
In arrivo dunque Le double secret di Magritte, in cui l’artista lavorò per la prima volta sull’infinita capacità di scomposizione delle immagini, insieme alle celebri scarpe-piedi mutanti di Le modéle rouge, sempre del pittore belga; e poi Dormeuse, cheval, lion invisibles o L’âne pourrit di Dalì, già nella storica collezione del poeta Paul Elouard, ma anche l’iconica L.H.O.O.Q. di Duchamp, la dissacrante “Gioconda coi baffi” famosa quasi quanto l’originale leonardesco, che tanta influenza ha avuto sui linguaggi degli anni a venire.
Le sculture di Alberto Giacometti, Jean Arp e Alexander Calder, le fotografie di Man Ray, Brassaï, Boiffard, Claude Cahun completano il quadro di un decennio che ha rivoluzionato l’arte del XX secolo.
Centrale, nel percorso ideato dal curatore del Centre Pompidou Didier Ottinger, sono gli anni intorno al 1929, quando il poeta e teorico André Breton impone al movimento un cambiamento di rotta che causerà dissensi e defezioni. L’arte surrealista, però, è più viva che mai: Magritte si è da poco trasferito in Francia e con la sua pittura sta minando l’illusione della realtà alle fondamenta, Dalì irrompe sulla scena parigina con il suo estro vulcanico e Luis Buñuel realizza Un chien andalou, la prima pellicola surrealista della storia.
Patrocinata dal Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, dalla Regione Toscana e dal Comune di Pisa, la mostra sarà visitabile a Pisa dall’11 ottobre 2018 al 17 febbraio 2019.
A partire dal prossimo 11 ottobre Da Magritte a Duchamp. 1929: il Grande Surrealismo dal Centre Pompidou presenterà al pubblico italiano circa 90 opere, tra dipinti, sculture, grafiche, collage e fotografie.
In primo piano un corpus di capolavori pittorici visti raramente fuori dal museo francese: René Magritte, Salvador Dalì, Marcel Duchamp, Max Ernst, Giorgio De Chirico, Joan Mirò, Yves Tanguy e Pablo Picasso - sulla cui opera il Surrealismo esercitò ben più di una suggestione passeggera - rappresentano i diversi volti di un movimento ricco di sfaccettature, che malgrado la continua ricerca di unità trovò la sua fortuna proprio nella capacità di disseminazione.
In arrivo dunque Le double secret di Magritte, in cui l’artista lavorò per la prima volta sull’infinita capacità di scomposizione delle immagini, insieme alle celebri scarpe-piedi mutanti di Le modéle rouge, sempre del pittore belga; e poi Dormeuse, cheval, lion invisibles o L’âne pourrit di Dalì, già nella storica collezione del poeta Paul Elouard, ma anche l’iconica L.H.O.O.Q. di Duchamp, la dissacrante “Gioconda coi baffi” famosa quasi quanto l’originale leonardesco, che tanta influenza ha avuto sui linguaggi degli anni a venire.
Le sculture di Alberto Giacometti, Jean Arp e Alexander Calder, le fotografie di Man Ray, Brassaï, Boiffard, Claude Cahun completano il quadro di un decennio che ha rivoluzionato l’arte del XX secolo.
Centrale, nel percorso ideato dal curatore del Centre Pompidou Didier Ottinger, sono gli anni intorno al 1929, quando il poeta e teorico André Breton impone al movimento un cambiamento di rotta che causerà dissensi e defezioni. L’arte surrealista, però, è più viva che mai: Magritte si è da poco trasferito in Francia e con la sua pittura sta minando l’illusione della realtà alle fondamenta, Dalì irrompe sulla scena parigina con il suo estro vulcanico e Luis Buñuel realizza Un chien andalou, la prima pellicola surrealista della storia.
Patrocinata dal Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, dalla Regione Toscana e dal Comune di Pisa, la mostra sarà visitabile a Pisa dall’11 ottobre 2018 al 17 febbraio 2019.
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