A Reggio Emilia dal 21 maggio al 4 luglio
“Sulla Luna e sulla Terra fate largo ai sognatori” riparte Fotografia Europea
Sandy Skoglund, Revenge of the Goldfish, 1981, archival color photograph | Courtesy Paci contemporary gallery (Brescia – Porto Cervo, IT)
Samantha De Martin
22/03/2021
Reggio Emilia - Nei tempi incerti che sferzano il nostro presente, il motto dell’edizione 2021 di Fotografia Europea, in programma a Reggio Emilia dal 21 maggio al 4 luglio, risuona come un luminoso invito alla speranza.
“Sulla Luna e sulla Terra / fate largo ai sognatori!” è l’invito rivolto dal Festival di fotografia tra più interessanti in Italia, promosso e prodotto da Fondazione Palazzo Magnani insieme al Comune di Reggio Emilia e con il contributo della Regione Emilia Romagna.
Costretto a bypassare l’edizione 2020 a causa della pandemia, e con una rinnovata direzione artistica che vede Diane Dufour e Tim Clark al fianco di Walter Guadagnini, prendendo spunto da un celebre verso di Gianni Rodari, il Festival invita tutti a continuare a guardare in alto, a produrre contributi visivi che accompagnino pubblico e partecipanti verso prospettive nuove e necessarie, specie in mesi di spaesamento. A partire da un’idea di base: ripensare il mondo dopo l’emergenza, cominciando dalle immagini.
COVID-19, Paris, France, Lockdown, 2020 | Foto: © Antoine d’Agata _ Magnum Photos
La grande novità di quest’anno è rappresentata dal fatto che il grande evento diffuso, che avrà come epicentro i Chiostri di San Pietro con nove esposizioni, vedrà, per la prima volta nella storia del Festival, otto progetti di fotografi contemporanei al centro di allestimenti open air in otto aree cittadine. Il Festival inaugura un modo diverso di vivere la fotografia, cercando di convivere al meglio con le restrizioni e di coinvolgere un pubblico ampio in qualsiasi condizione.
Se Alex Majoli, con Opera Aperta, interpreterà il tema del teatro e il suo legame con la città, il Virus di Antoine d’Agata, progetto dedicato all’epidemia Covid-19, si farà largo tra le finestre di un palazzo di via Secchi. In Piazza Vittoria la mostra Eden di Soham Gupta guarderà invece a una città immaginaria che progressivamente lascia spazio alla natura.
Con lo spazio aperto si confronteranno anche i ragazzi dello Speciale Diciottoventicinque, il percorso formativo organizzato da Fotografia Europea per i ragazzi tra i 18 e i 25 anni, che, guidati dalla tutor Sara Munari, saranno artefici del progetto fotografico Terra - Luna, concepito per stimolare i visitatori a una riflessione sulla fotografia tramite il gioco.
Noémie Goudal, In Search of the First Line IV, 2014 | Courtesy of the artist
Ai Chiostri di San Pietro l’Isola di Vittorio Mortarotti e Anush Hamzehian incontrerà il tentativo di Noémie Goudal di far convivere geografie reali e teoriche attraverso uno spazio tra la realtà fisica e la sua rappresentazione mentale. Se David Jiménez gioca, con Aura, con i limiti della percezione, Raymond Meeks affida al progetto Halfstory Halflife, realizzato alle cascate delle Catskill Mountains di New York, un’indagine sull’amicizia e sulla giovinezza.
Con INDEX G, un progetto curato da Fiorenza Pinna, Piergiorgio Casotti ed Emanuele Brutti, la realtà contemporanea rivive in una sorta di opera teatrale del silenzio, dove le cose viste e raccontate rimangono non dette e sospese nel tempo.
Ma Fotografia Europea è, secondo gli artisti, anche ricerca di ciò che si è perso, attraverso il linguaggio visivo. Lo sa bene Yasmina Benabderrahmane che presenta La Bete, un viaggio attraverso le dune di sabbia e le pianure del Marocco, suo paese natale, nel tentativo di recuperare ciò che ha perduto in quattordici anni di assenza.
A Palazzo Magnani, altra sede del Festival, andrà di nuovo in scena TRUE FICTIONS – Fotografia visionaria dagli anni '70 ad oggi, mostra curata da Walter Guadagnini e rimasta aperta per sole tre settimane. Chi non avesse avuto modo di apprezzarla, potrà guardare la prima mostra antologica in Italia dedicata al fenomeno della staged photography, tendenza che, dagli anni Ottanta, ha rivoluzionato il linguaggio fotografico e la collocazione della fotografia nell’ambito delle arti contemporanee mostrando il suo lato più immaginifico.
Il tema dell’abitazione, la cui essenza si rintraccia nel rapporto tra dimensione fisica e intima di chi la vive, si fa largo a Palazzo da Mosto nell’esposizione Home Is Where One Starts From dedicata ai Photobooks.
Sophie Whettnall, Brainstorming, video projection, 2009
Al Festival di Fotografia Europea ci sarà infine spazio anche per i talenti della fotografia italiana contemporanea under 35, protagonisti, ai Chiostri di San Domenico, con la Giovane Fotografia Italiana, un progetto del Comune di Reggio Emilia alla sua ottava edizione. Nell’esposizione collettiva RECONSTRUCTION i progetti di nove giovani selezionati da una giuria internazionale composta dai curatori Ilaria Campioli e Daniele De Luigi e dai rappresentanti dei festival partner, esploreranno la combinazione tra fotografia e immaginazione per tentare una più autentica comprensione del reale.
Un’altra novità assoluta di questa edizione sarà PHOTONICA, un progetto musicale realizzato in collaborazione con The Italian New Wave – format di Club To Club Festival per promuovere la nuova creatività musicale italiana, con la direzione artistica di Max Casacci, produttore e fondatore dei Subsonica.
Ad accompagnare il Festival sarà un fitto calendario di appuntamenti pensato non solo per le tre giornate inaugurali - 21, 22, 23 maggio - ma che si allarga fino al 4 luglio, tra conferenze, incontri con gli artisti, presentazione di libri, workshop e spettacoli concepiti per alimentare il confronto tra la fotografia e i suoi molteplici universi trasversali.
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COVID-19, Paris, France, Lockdown, 2020 | Foto: © Antoine d’Agata _ Magnum Photos
La grande novità di quest’anno è rappresentata dal fatto che il grande evento diffuso, che avrà come epicentro i Chiostri di San Pietro con nove esposizioni, vedrà, per la prima volta nella storia del Festival, otto progetti di fotografi contemporanei al centro di allestimenti open air in otto aree cittadine. Il Festival inaugura un modo diverso di vivere la fotografia, cercando di convivere al meglio con le restrizioni e di coinvolgere un pubblico ampio in qualsiasi condizione.
Se Alex Majoli, con Opera Aperta, interpreterà il tema del teatro e il suo legame con la città, il Virus di Antoine d’Agata, progetto dedicato all’epidemia Covid-19, si farà largo tra le finestre di un palazzo di via Secchi. In Piazza Vittoria la mostra Eden di Soham Gupta guarderà invece a una città immaginaria che progressivamente lascia spazio alla natura.
Con lo spazio aperto si confronteranno anche i ragazzi dello Speciale Diciottoventicinque, il percorso formativo organizzato da Fotografia Europea per i ragazzi tra i 18 e i 25 anni, che, guidati dalla tutor Sara Munari, saranno artefici del progetto fotografico Terra - Luna, concepito per stimolare i visitatori a una riflessione sulla fotografia tramite il gioco.
Noémie Goudal, In Search of the First Line IV, 2014 | Courtesy of the artist
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Con INDEX G, un progetto curato da Fiorenza Pinna, Piergiorgio Casotti ed Emanuele Brutti, la realtà contemporanea rivive in una sorta di opera teatrale del silenzio, dove le cose viste e raccontate rimangono non dette e sospese nel tempo.
Ma Fotografia Europea è, secondo gli artisti, anche ricerca di ciò che si è perso, attraverso il linguaggio visivo. Lo sa bene Yasmina Benabderrahmane che presenta La Bete, un viaggio attraverso le dune di sabbia e le pianure del Marocco, suo paese natale, nel tentativo di recuperare ciò che ha perduto in quattordici anni di assenza.
A Palazzo Magnani, altra sede del Festival, andrà di nuovo in scena TRUE FICTIONS – Fotografia visionaria dagli anni '70 ad oggi, mostra curata da Walter Guadagnini e rimasta aperta per sole tre settimane. Chi non avesse avuto modo di apprezzarla, potrà guardare la prima mostra antologica in Italia dedicata al fenomeno della staged photography, tendenza che, dagli anni Ottanta, ha rivoluzionato il linguaggio fotografico e la collocazione della fotografia nell’ambito delle arti contemporanee mostrando il suo lato più immaginifico.
Il tema dell’abitazione, la cui essenza si rintraccia nel rapporto tra dimensione fisica e intima di chi la vive, si fa largo a Palazzo da Mosto nell’esposizione Home Is Where One Starts From dedicata ai Photobooks.
Sophie Whettnall, Brainstorming, video projection, 2009
Al Festival di Fotografia Europea ci sarà infine spazio anche per i talenti della fotografia italiana contemporanea under 35, protagonisti, ai Chiostri di San Domenico, con la Giovane Fotografia Italiana, un progetto del Comune di Reggio Emilia alla sua ottava edizione. Nell’esposizione collettiva RECONSTRUCTION i progetti di nove giovani selezionati da una giuria internazionale composta dai curatori Ilaria Campioli e Daniele De Luigi e dai rappresentanti dei festival partner, esploreranno la combinazione tra fotografia e immaginazione per tentare una più autentica comprensione del reale.
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