Dall'8 maggio al 14 novembre a Palazzo Bentivoglio
Ligabue, la figura ritrovata: a Gualtieri un dialogo con undici artisti contemporanei
Antonio Ligabue, Figura di donna, s.d. (1953), Olio su tavola di faesite, 100 x 200 cm
Samantha De Martin
30/03/2021
Reggio Emilia - Da un lato l’energia carnale e fisica del colore. Dall’altro il potere trasfigurante dell'arte, capace di catturare l'immagine nell'istante in cui diventa sogno, apparizione, memoria, fissandola prima di una sparizione inesorabile.
Prende le mosse da un dialogo inedito tra Antonio Ligabue e undici artisti contemporanei il percorso espositivo che, dall’8 maggio al 14 novembre, porterà a Gualtieri, a Palazzo Bentivoglio, un nuovo corpus di opere dell’artista, selezionate da Francesco Negri.
Antonio Ligabue, Gorilla nella foresta, s.d., 1949-1950, Olio su tavola di compensato, 77 x 71 cm
“Ligabue, la figura ritrovata. 11 artisti contemporanei a confronto” - questo il titolo della mostra curata da Nadia Stefanel e Matteo Galbiati - ci accompagnerà in un intenso confronto tra il segno del pittore e quello di alcuni colleghi contemporanei, attivi prevalentemente in ambito figurativo.
Evita Andùjar, Mirko Baricchi, Elisa Bertaglia, Marco Grassi, Fabio Lombardi, Juan Eugenio Ochoa, Michele Parisi, Ettore Pinelli, Maurizio Pometti, Giorgio Tentolini e Marika Vicari si confronteranno con sedici dipinti di Ligabue, l’artista che ha emozionato con le sue opere senza pentimenti e titubanze, sempre sul filo dell'immaginazione, spinto dalla sola necessità di dipingere per esistere.
In questo dialogo il pubblico ripercorrerà la ricca fantasia visionaria che conduceva il pittore di Gualtieri all’immediata realizzazione figurativa, senza abbozzi preliminari, ne apprezzerà le forme appartenenti ad un viaggio nomade e in solitaria, ritrovando lo sguardo sincero dell’artista, rivolto alla natura. E troverà anche lui, con il pittore, nella bellezza minuziosa dei suoi animali, nei manti delle fiere, tra i piumaggi dei rapaci e le anatomiche descrizioni attraverso il colore, un riparo dagli attacchi del mondo.
Agli artisti invitati, presenti in mostra con una trentina di opere, è stato chiesto di porsi in dialogo con i lavori di Ligabue selezionati per l'occasione, testimonianza di un percorso in cui la figura, caratterizzata, in una prima fase, da contorni ben definiti, viene, in un secondo momento, sottoposta ad una sintesi estrema fino a dissolversi nel colore.
Il Salone dei Giganti diviene così un intreccio di sensazioni ed emozioni suscitate dalle opere e dall'espressività di Ligabue, diventa lo spazio di un inedito confronto di reciprocità e convergenze che invita a cogliere, nell'attualità dei linguaggi dell'oggi, lo stesso spirito trascendente e la centralità di riflessione posta sull'uomo.
Antonio Ligabue, Autoritratto, s.d. (1951- 1952), olio su tavola di faesite, 53 x 60 cm. Courtesy Comune di Gualtieri
"La scelta di questi artisti - spiega Matteo Galbiati - guarda alla specificità delle loro ricerche che, senza condizionamenti o scelte d'occasione, hanno sempre posto l'essenza della loro visione proprio sull'animo come centro di valore per le loro esperienze estetiche. Il loro linguaggio consacra la potenza dell'immaginazione che sa guidare lo sguardo di ogni osservatore ben oltre la singolarità del racconto specifico e rende ciascuna opera una soglia spalancata sulla sincerità del pathos umano”. Ma questo non li riduce a farsi semplici “imitatori” di Ligabue. “In loro - spiega Galbiati - prosegue l'ideale di coinvolgimento dell'altro, la connessione della realtà con un altrove denso di mistero e di tutta la sua trepidante speranza”.
Così, muovendosi lungo il duplice binario della concretezza e della levità, il pubblico coglie non solo l'aspetto più iconico di Ligabue, ma ne ripercorrere l'umanità sensibile e dirompente.
La mostra, promossa dal Comune di Gualtieri e dalla Fondazione Museo Antonio Ligabue, è realizzata in collaborazione con Regione Emilia-Romagna e Fondazione Cassa di Risparmio di Reggio Emilia Pietro Manodori.
Orari e modalità di accesso saranno comunicati sul sito del Museo Antonio Ligabue.
Per informazioni e prenotazioni: T. +39 0522 221853, M. +39 349 2348333, info@museo-ligabue.it.
Leggi anche:
• Dal cinema al museo, è il momento di Ligabue
Prende le mosse da un dialogo inedito tra Antonio Ligabue e undici artisti contemporanei il percorso espositivo che, dall’8 maggio al 14 novembre, porterà a Gualtieri, a Palazzo Bentivoglio, un nuovo corpus di opere dell’artista, selezionate da Francesco Negri.
Antonio Ligabue, Gorilla nella foresta, s.d., 1949-1950, Olio su tavola di compensato, 77 x 71 cm
“Ligabue, la figura ritrovata. 11 artisti contemporanei a confronto” - questo il titolo della mostra curata da Nadia Stefanel e Matteo Galbiati - ci accompagnerà in un intenso confronto tra il segno del pittore e quello di alcuni colleghi contemporanei, attivi prevalentemente in ambito figurativo.
Evita Andùjar, Mirko Baricchi, Elisa Bertaglia, Marco Grassi, Fabio Lombardi, Juan Eugenio Ochoa, Michele Parisi, Ettore Pinelli, Maurizio Pometti, Giorgio Tentolini e Marika Vicari si confronteranno con sedici dipinti di Ligabue, l’artista che ha emozionato con le sue opere senza pentimenti e titubanze, sempre sul filo dell'immaginazione, spinto dalla sola necessità di dipingere per esistere.
In questo dialogo il pubblico ripercorrerà la ricca fantasia visionaria che conduceva il pittore di Gualtieri all’immediata realizzazione figurativa, senza abbozzi preliminari, ne apprezzerà le forme appartenenti ad un viaggio nomade e in solitaria, ritrovando lo sguardo sincero dell’artista, rivolto alla natura. E troverà anche lui, con il pittore, nella bellezza minuziosa dei suoi animali, nei manti delle fiere, tra i piumaggi dei rapaci e le anatomiche descrizioni attraverso il colore, un riparo dagli attacchi del mondo.
Agli artisti invitati, presenti in mostra con una trentina di opere, è stato chiesto di porsi in dialogo con i lavori di Ligabue selezionati per l'occasione, testimonianza di un percorso in cui la figura, caratterizzata, in una prima fase, da contorni ben definiti, viene, in un secondo momento, sottoposta ad una sintesi estrema fino a dissolversi nel colore.
Il Salone dei Giganti diviene così un intreccio di sensazioni ed emozioni suscitate dalle opere e dall'espressività di Ligabue, diventa lo spazio di un inedito confronto di reciprocità e convergenze che invita a cogliere, nell'attualità dei linguaggi dell'oggi, lo stesso spirito trascendente e la centralità di riflessione posta sull'uomo.
Antonio Ligabue, Autoritratto, s.d. (1951- 1952), olio su tavola di faesite, 53 x 60 cm. Courtesy Comune di Gualtieri
"La scelta di questi artisti - spiega Matteo Galbiati - guarda alla specificità delle loro ricerche che, senza condizionamenti o scelte d'occasione, hanno sempre posto l'essenza della loro visione proprio sull'animo come centro di valore per le loro esperienze estetiche. Il loro linguaggio consacra la potenza dell'immaginazione che sa guidare lo sguardo di ogni osservatore ben oltre la singolarità del racconto specifico e rende ciascuna opera una soglia spalancata sulla sincerità del pathos umano”. Ma questo non li riduce a farsi semplici “imitatori” di Ligabue. “In loro - spiega Galbiati - prosegue l'ideale di coinvolgimento dell'altro, la connessione della realtà con un altrove denso di mistero e di tutta la sua trepidante speranza”.
Così, muovendosi lungo il duplice binario della concretezza e della levità, il pubblico coglie non solo l'aspetto più iconico di Ligabue, ma ne ripercorrere l'umanità sensibile e dirompente.
La mostra, promossa dal Comune di Gualtieri e dalla Fondazione Museo Antonio Ligabue, è realizzata in collaborazione con Regione Emilia-Romagna e Fondazione Cassa di Risparmio di Reggio Emilia Pietro Manodori.
Orari e modalità di accesso saranno comunicati sul sito del Museo Antonio Ligabue.
Per informazioni e prenotazioni: T. +39 0522 221853, M. +39 349 2348333, info@museo-ligabue.it.
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