Dal 18 dicembre apre il Museo Italiano dell’Audiovisivo e del Cinema
A Cinecittà tra le sale del MIAC. Un viaggio in 120 anni di storia dell'audiovisivo
Una sala del MIAC, Roma | Courtesy Istituto Luce Cinecittà
Samantha De Martin
11/12/2019
Roma - Se c’è uno scrigno in cui trova spazio l’immenso patrimonio di sogni, speranze, fantasie che caratterizzano l’immaginario collettivo dell’Italia di ieri e di oggi, è tutto racchiuso tra i volti indelebili e i capolavori memorabili che corrono lungo la spina dorsale del MIAC. Una pellicola che si insinua tra divi e divine, da Totò a Sophia Loren, da Marcello Mastroianni a Luigi Lo Cascio, raccontando la storia e l’evoluzione dell’Audiovisivo, l’arte delle immagini in movimento nata oltre un secolo fa. Il medium che ha cambiato il nostro modo di vedere, conoscere e immaginare il mondo attraverso le lenti del cinema, della televisione, fino alla tecnologia digitale della realtà virtuale e aumentata, e del videogioco si racconta grazie a un progetto che guarda al futuro, voluto e finanziato dal Ministero per i beni e le attività culturali, realizzato da Istituto Luce-Cinecittà, in partnership con Rai Teche e CSC – Centro Sperimentale di Cinematografia, in collaborazione con Cineteca di Bologna, AAMOD – Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio e Democratico, Museo Nazionale del Cinema di Torino, Fondazione Cineteca Italiana, Cineteca del Friuli, Mediaset, con il Patrocinio di SIAE.
MIAC, Roma | Courtesy Istituto Luce Cinecittà
Un percorso lungo 120 anni
Quello allestito tra i 12 ambienti del MIAC - il nuovo Museo Italiano dell’Audiovisivo e del Cinema, che dal 18 dicembre apre al pubblico negli Studi di Cinecittà - è il primo museo multimediale, interattivo e immersivo nella capitale. Ma è soprattutto un viaggio attraverso la crescita tecnologica dell’Italia, tra centinaia di film e filmati d’archivio (dei fondi dell’Istituto Luce e delle Teche Rai, e degli archivi partner), ma anche documenti, fotografie, interviste, sigle, backstage, grafiche che sfogliano un patrimonio materiale e immateriale di civiltà visiva lungo 120 anni.
Grazie a installazioni interattive, videoarte, linguaggi transmediali, il percorso sollecita i sensi del visitatore. Il racconto procede per cronologia, ma si sviluppa per aree tematiche trasversali, puntando a restituire l’energia di un patrimonio che ha posto l’Italia ai vertici della produzione audiovisuale.
Il MIAC sfoglia l’atlante dell’immaginario attraverso una serie di temi, dal Potere alla Commedia, dalla Lingua all' Eros.
C'è la Timeline - una parete di oltre trenta metri nella quale, attraverso un graffito animato, leggiamo date ed eventi della storia dell’audiovisivo in Italia - e c'è il Tavolo interattivo, il rullo originale di oltre 40 metri che per decenni ha trasportato in queste sale le pellicole per le lavorazioni.
Dall’Anteprima, il primo ambiente ad accogliere il visitatore del MIAC - dove tra insegne di famose sale cinematografiche, si avvicendano suoni e jingle familiari - il visitatore scivola verso la prima sala intitolata L’emozione dell’immaginario, dove decine di frammenti di specchi replicano scene cinematografiche memorabili.
Nella sala Attori e Attrici tre spettacolari cornici formate da 100 lampadine racchiudono, come in un camerino, le icone prese dagli italiani a modello estetico e sentimentale. Dalla sala Lingua - dove suoni, parole, dialoghi sovrapposti, dialetti dimostrano quanto l’audiovisivo abbia contribuito all’unificazione linguistica dell’Italia - si passa alla sezione dedicata al Potere vissuto come prevaricazione, o con ironia resistente, come ricordano Gian Maria Volontè e Totò.
L’incanto del paesaggio italiano immortalato dalle camere cede a un’esperienza tattile e visiva sorprendente, mentre le indimenticabili colonne sonore - dal primo film sonoro La canzone dell’amore del 1930, ai geni italiani della musica per film, come Morricone, Rota, Trovajoli, Piovani - introducono un’architettura brillante di maglie metalliche che disegna pilastri e cieli di luci. Qui trovano posto i maestri che portano nel mondo il cinema italiano.
Infine, il Caleidoscopio. Una sala ricoperta di specchi, nella quale scie luminose dialogano con una colonna video al centro. Una scatola di specchi che crea infinite riflessioni: il futuro è il modo in cui si guarda a esso.
MIAC, Roma | Courtesy Istituto Luce Cinecittà
Il MIAC oltre il Museo
Pur essendo un museo, il MIAC nasce come come un progetto polifunzionale, in grado di crescere modificandosi nel tempo, ospitando anche mostre temporanee, installazioni, proiezioni, incontri.
Presto sorgeranno anche la sala cinema per le proiezioni, uno spazio conferenze, una bibliomediateca a uso di visitatori e studenti, per approfondire ricerche nell’immenso tesoro dell’Archivio Luce. Lo Spazio Lettura Tullio Kezich vivrà invece della biblioteca personale del grande critico cinematografico.
Complementari al MIAC saranno le attività di formazione rivolte ai giovani, declinate in formato Erasmus con scambi e residenze internazionali, in collaborazione con il Centro Sperimentale di Cinematografia e altre istituzioni di settore.
Nell’ambito del Museo sarà invece promosso un Laboratorio di Conservazione e Restauro, specializzato nel restauro analogico della pellicola.
Con la nuova avventura del MIAC, Cinecittà pone un nuovo tassello nel mosaico del suo rilancio, iniziato due anni fa con il ritorno alla sfera pubblica degli Studios.
Il Museo Italiano dell’Audiovisivo e del Cinema è aperto tutti i giorni, ad eccezione del martedì, dalle 9.30 alle 18.30. La biglietteria chiude alle 16.30.
Per informazioni www.cinecitta.com
MIAC, Roma | Courtesy Istituto Luce Cinecittà
Un percorso lungo 120 anni
Quello allestito tra i 12 ambienti del MIAC - il nuovo Museo Italiano dell’Audiovisivo e del Cinema, che dal 18 dicembre apre al pubblico negli Studi di Cinecittà - è il primo museo multimediale, interattivo e immersivo nella capitale. Ma è soprattutto un viaggio attraverso la crescita tecnologica dell’Italia, tra centinaia di film e filmati d’archivio (dei fondi dell’Istituto Luce e delle Teche Rai, e degli archivi partner), ma anche documenti, fotografie, interviste, sigle, backstage, grafiche che sfogliano un patrimonio materiale e immateriale di civiltà visiva lungo 120 anni.
Grazie a installazioni interattive, videoarte, linguaggi transmediali, il percorso sollecita i sensi del visitatore. Il racconto procede per cronologia, ma si sviluppa per aree tematiche trasversali, puntando a restituire l’energia di un patrimonio che ha posto l’Italia ai vertici della produzione audiovisuale.
Il MIAC sfoglia l’atlante dell’immaginario attraverso una serie di temi, dal Potere alla Commedia, dalla Lingua all' Eros.
C'è la Timeline - una parete di oltre trenta metri nella quale, attraverso un graffito animato, leggiamo date ed eventi della storia dell’audiovisivo in Italia - e c'è il Tavolo interattivo, il rullo originale di oltre 40 metri che per decenni ha trasportato in queste sale le pellicole per le lavorazioni.
Dall’Anteprima, il primo ambiente ad accogliere il visitatore del MIAC - dove tra insegne di famose sale cinematografiche, si avvicendano suoni e jingle familiari - il visitatore scivola verso la prima sala intitolata L’emozione dell’immaginario, dove decine di frammenti di specchi replicano scene cinematografiche memorabili.
Nella sala Attori e Attrici tre spettacolari cornici formate da 100 lampadine racchiudono, come in un camerino, le icone prese dagli italiani a modello estetico e sentimentale. Dalla sala Lingua - dove suoni, parole, dialoghi sovrapposti, dialetti dimostrano quanto l’audiovisivo abbia contribuito all’unificazione linguistica dell’Italia - si passa alla sezione dedicata al Potere vissuto come prevaricazione, o con ironia resistente, come ricordano Gian Maria Volontè e Totò.
L’incanto del paesaggio italiano immortalato dalle camere cede a un’esperienza tattile e visiva sorprendente, mentre le indimenticabili colonne sonore - dal primo film sonoro La canzone dell’amore del 1930, ai geni italiani della musica per film, come Morricone, Rota, Trovajoli, Piovani - introducono un’architettura brillante di maglie metalliche che disegna pilastri e cieli di luci. Qui trovano posto i maestri che portano nel mondo il cinema italiano.
Infine, il Caleidoscopio. Una sala ricoperta di specchi, nella quale scie luminose dialogano con una colonna video al centro. Una scatola di specchi che crea infinite riflessioni: il futuro è il modo in cui si guarda a esso.
MIAC, Roma | Courtesy Istituto Luce Cinecittà
Il MIAC oltre il Museo
Pur essendo un museo, il MIAC nasce come come un progetto polifunzionale, in grado di crescere modificandosi nel tempo, ospitando anche mostre temporanee, installazioni, proiezioni, incontri.
Presto sorgeranno anche la sala cinema per le proiezioni, uno spazio conferenze, una bibliomediateca a uso di visitatori e studenti, per approfondire ricerche nell’immenso tesoro dell’Archivio Luce. Lo Spazio Lettura Tullio Kezich vivrà invece della biblioteca personale del grande critico cinematografico.
Complementari al MIAC saranno le attività di formazione rivolte ai giovani, declinate in formato Erasmus con scambi e residenze internazionali, in collaborazione con il Centro Sperimentale di Cinematografia e altre istituzioni di settore.
Nell’ambito del Museo sarà invece promosso un Laboratorio di Conservazione e Restauro, specializzato nel restauro analogico della pellicola.
Con la nuova avventura del MIAC, Cinecittà pone un nuovo tassello nel mosaico del suo rilancio, iniziato due anni fa con il ritorno alla sfera pubblica degli Studios.
Il Museo Italiano dell’Audiovisivo e del Cinema è aperto tutti i giorni, ad eccezione del martedì, dalle 9.30 alle 18.30. La biglietteria chiude alle 16.30.
Per informazioni www.cinecitta.com
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