A Roma dal 13 ottobre al 12 gennaio
Alla Gagosian le creazioni multimediali di Sarah Sze
Sarah Sze, First Time (Half-life), 2018 (detail), oil paint, acrylic paint, archival paper, adhesive, tape, ink, acrylic polymers, shellac, and water-based primer on wood © Sarah Sze
Samantha De Martin
12/10/2018
Roma - Per la sua prima mostra in Italia dopo le partecipazioni alla Biennale di Venezia nel 2013 e nel 2015, l’artista americana Sarah Sze sceglie di trasformare l’ovale della Galleria Gagosian in una girandola di colori intrisa di energia vitale.
Dal 13 ottobre al 12 gennaio le sue costellazioni costruite attraverso molteplici dimensioni e mezzi, dalla scultura alla pittura, dal disegno all’incisione e alla video-installazione, accolgono il visitatore in un universo di immagini che mutano nel passaggio dallo schermo adattandosi ad ogni altra forma di supporto fisico.
Operando su materiali tratti dalla vita quotidiana, Sze analizza l’aspetto e la natura di tutto ciò con cui viene a contatto.
Grazie a una video installazione, l’ultima della serie Timekeeper iniziata nel 2015, l’ovale della galleria di via Francesco Crispi diventa una grande “lanterna magica”, un ambiente immersivo sospeso tra l’universo della scultura e quello del cinema.
Tramite un flusso ipnotico di immagini proiettate, l’artista esplora il tempo, lo spazio, la distanza e la costruzione del ricordo. Persone, animali, scene e azioni in movimento si mescolano alla luce che si materializza attraverso macchie di colore applicate direttamente dall’artista sul pavimento come opera in situ, a costituire un trait d’union tra l’ovale oscurato trasformato in video gallery e lo spazio attiguo che accoglie i dipinti realizzati di recente.
In queste opere, attraverso delicati ma corposi strati di pittura, inchiostro, carta, stampe e oggetti, le tre dimensioni della scultura aderiscono alla bidimensionalità del collage.
A novembre Sarah Sze presenterà, sempre alla Gagosian, la sua prima scultura da esterno, un grande masso di pietra diviso a metà come un geode. Un cielo al tramonto, posto su ciascuna superficie, evocherà le immagini presenti in alcune pietre cinesi gongshi e nei soggetti spirituali del Rinascimento.
Il 19 novembre, invece, l’installazione Seamless (1999), sarà inaugurata alla Tate Modern di Londra.
Leggi anche:
• Sarah Sze
• Conversazione tra Sarah Sze e Okwui Enwezor
Dal 13 ottobre al 12 gennaio le sue costellazioni costruite attraverso molteplici dimensioni e mezzi, dalla scultura alla pittura, dal disegno all’incisione e alla video-installazione, accolgono il visitatore in un universo di immagini che mutano nel passaggio dallo schermo adattandosi ad ogni altra forma di supporto fisico.
Operando su materiali tratti dalla vita quotidiana, Sze analizza l’aspetto e la natura di tutto ciò con cui viene a contatto.
Grazie a una video installazione, l’ultima della serie Timekeeper iniziata nel 2015, l’ovale della galleria di via Francesco Crispi diventa una grande “lanterna magica”, un ambiente immersivo sospeso tra l’universo della scultura e quello del cinema.
Tramite un flusso ipnotico di immagini proiettate, l’artista esplora il tempo, lo spazio, la distanza e la costruzione del ricordo. Persone, animali, scene e azioni in movimento si mescolano alla luce che si materializza attraverso macchie di colore applicate direttamente dall’artista sul pavimento come opera in situ, a costituire un trait d’union tra l’ovale oscurato trasformato in video gallery e lo spazio attiguo che accoglie i dipinti realizzati di recente.
In queste opere, attraverso delicati ma corposi strati di pittura, inchiostro, carta, stampe e oggetti, le tre dimensioni della scultura aderiscono alla bidimensionalità del collage.
A novembre Sarah Sze presenterà, sempre alla Gagosian, la sua prima scultura da esterno, un grande masso di pietra diviso a metà come un geode. Un cielo al tramonto, posto su ciascuna superficie, evocherà le immagini presenti in alcune pietre cinesi gongshi e nei soggetti spirituali del Rinascimento.
Il 19 novembre, invece, l’installazione Seamless (1999), sarà inaugurata alla Tate Modern di Londra.
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