Finpo al 4 marzo alla Galleria Nazionale d'Arte Moderna e Contemporanea

Alla GNAM la straniante "Scorribanda" di Fabio Sargentini

Le installazioni della mostra Scorribanda, Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma. Courtesy of GNAM
 

Samantha De Martin

22/01/2018

Roma - Un’installazione, un abbraccio, un racconto senza pause, un colpo d’occhio che sa di accerchiamento. Parola di Fabio Sargentini, il gallerista che dopo gli intramontabili progetti al garage di via Beccaria - parterre di mostre memorabili, come quella di Jannis Kounellis con dodici cavalli vivi - trasformato nel 1976 dallo stesso gallerista in una sorta di lago incantato con 50mila litri d’acqua, la Galleria L’Attico sceglie la Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma per celebrare i suoi sessant’anni e sfoderare una mostra dal titolo speciale.

Dal 23 gennaio al 4 marzo, Scorribanda  ripercorre il lungo percorso artistico della galleria romana fondata a piazza di Spagna, nel novembre del 1957, dall’allora diciottenne Fabio Sargentini e dal padre Bruno, attraverso una selezione di artisti - una quarantina di opere in tutto, tra dipinti e sculture di grande formato - legati all’attività del gallerista, dalla fine degli anni Cinquanta ad oggi.

Il fil rouge che lega protagonisti apparentemente contraddittori e inconciliabili, inseriti in un’ambientazione del tutto nuova, corre lungo il Salone Centrale della GNAM, che si trasforma per l’occasione in un centro propulsore di luce, spazio, movimento.
«Ho voluto dare a questa mostra - spiega Sargentini - un titolo che rispecchiasse lo spirito d’avventura che mi ha animato nella conduzione de L’Attico, la mia galleria d’arte. C’è infatti in Scorribanda un che di piratesco, di corsaro che mi piace e che si attaglia bene alla disposizione delle opere sulla parete, pensata da me come un racconto senza pause».
L’idea si basa sull’annullamento della canonica distanza tra quadro e quadro e, come assicura il gallerista, «dato l’accostamento di diversi stili ed epoche, l’effetto dovrebbe essere "spaesante", spettacolare».

Gli anni dell’ex Galleria di Piazza di Spagna - teatro di memorabili mostre sperimentali - da Pascali a Pistoletto e Mattiacci - si intrecciano a quelli del garage di via Beccaria - parterre di artisti come mario Merz, Gino De Dominicis, Eliseo Mattiacci - e ancora alle esperienze dell’attuale sede di via del Paradiso, che dal 1972 si affianca al garage, con i suoi soffitti affrescati, le porte dorate e pavimenti marmorei che suggeriscono un raccordo con la storia dell’arte.

Lo Specchio di famiglia di Michelangelo Pistoletto, i Fiori Secchi di Mario Mafai, l’Orfeo di Rodolfo Aricò affiancano i lavori di Kounellis, Giancarlo Limoni, Claudio De Paolis, Pino Pascali, Enrico Luzzi, agganciando lo sguardo del visitatore e trascinadolo in una pluralità di opere.

Si apre sotto i migliori auspici il 2018 della Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea. Oltre ad accogliere Scorribanda e a sfoderare un nuovo sito completamente rinnovato nel design - dagli spazi dedicati ai contenuti editoriali all’accessibilità, con diverse immagini e video che promuovono le attività del museo e cinque virtual tour delle sale del museo e dei cortili - l’istituto di viale delle Belle Arti accoglierà, infatti, anche la prestigiosa donazione che Fabio Sargentini ha fatto dell’archivio relativo all’attività de L’Attico, per decenni punto focale di sviluppo e documentazione dell’arte contemporanea.


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