Un capolavoro assoluto del Barocco nel cuore di Roma
Attorno al mondo con Bernini, tra le meraviglie della Fontana dei Quattro Fiumi
Luigi Serafini, La Fontana dei Quattro Fiumi di Gian Lorenzo Bernini, Piazza Navona, Roma | Fotogramma da video: © Luigi Serafini 2020
Samantha De Martin
10/04/2020
Roma - Nerboruti colossi, animali fantastici, esotiche evasioni e, sopra ogni cosa, l’acqua, a donare, con il suo sinuoso scorrere, vita e respiro alle figure possenti in preda ad un'incontenibile esuberanza espressiva.
Si può fare il giro del mondo anche stando immobili. E lo si percepisce passeggiando intorno alla Fontana dei Quattro Fiumi, esempio straordinario - con il suo scenografico accordo di elementi umani, fantastici, naturali - del fascino esercitato da sempre sugli uomini dal viaggio, da terre ignote e mondi lontanissimi.
Tracciando questo piccolo universo in movimento, che imita lo spazio reale, Gian Lorenzo Bernini ha voluto trasmettere a chiunque guardasse il suo capolavoro una sensazione di meraviglia.
Ma solo avvicinandosi alle figure, è possibile scorgere, dietro la monumentale potenza della roccia, dettagli all’apparenza invisibili.
Il trionfo del Barocco si consuma al centro di Piazza Navona, in quell’agone che inizialmente fu di Domiziano - che proprio qui fece costruire il primo e unico esempio di stadio in muratura della Roma antica - e dove, molti secoli dopo, si affrontarono in singolar tenzone i più illustri rivali dell’arte: il cordiale, “ardente nell’ira” Gian Lorenzo Bernini, con la celeberrima fontana, e, solo più tardi, lo schivo Francesco Borromini, con il progetto dell’attigua Chiesa di Sant’Agnese in Agone.
Il Danubio e il Delfino | Fotogramma da video: © Luigi Serafini 2020
Come viene rappresentato il Nilo?
La monumentale figura che rappresenta il Fiume Nilo si copre il viso con un velo, alludendo all'oscurità delle sue sorgenti, rimaste ignote fino alla fine del XIX secolo.
Perché la figura che simboleggia il Río de la Plata è rappresentata con il braccio alzato?
Secondo una leggenda, la figura che rappresenta l’allegoria del fiume sudamericano, alzerebbe la mano in segno di orrore e di critica nei confronti dell’attigua facciata della Chiesa di Sant’Agnese in Agone, progettata dal Borromini. Ma quando Bernini realizzò la Fontana dei Quattro Fiumi, la chiesa non era ancora stata costruita.
Pertanto il gesto compiuto dalla figura potrebbe indicare il terrore, o forse la meraviglia di un indigeno, dinnanzi alla vista del tramonto del sole oltre l’orizzonte.
Quali piante si vedono accanto al Río de la Plata?
Ai piedi del fiume si notano delle piante di fico d’India.
Quale simbolo compare sulla fontana?
Due grandi stemmi in marmo della famiglia Pamphilj sono posti sulla parte alta della scogliera, con la colomba che porta nel becco un ramo di ulivo. La stessa colomba, in bronzo, è collocata alla sommità dell’obelisco.
Il Leone | Fotogramma da video: © Luigi Serafini 2020
Quali animali sono raffigurati sulla fontana?
Possiamo individuare diverse specie di animali. C’è il leone, simbolo del continente africano, sormontato da una palma mossa dal vento. Accanto ad un serpente marino, che sbuca dall’acqua, riconosciamo un armadillo, all’epoca animale sconosciuto, considerato al pari di un mostro.
In cima all’obelisco svetta una colomba in bronzo, mentre alcuni delfini compaiono sullo stemma dei Pamphilj e disseminati un po’ in tutta la superficie della fontana.
Un serpente di terra striscia vicino alla base dell'obelisco, mentre un grosso pesce - con la funzione di inghiottitoio dell'acqua - nuota nella vasca con la bocca aperta.
Chi ha scolpito le quattro statue?
A realizzare i quattro colossi, sulla base dei disegni del Bernini, furono i collaboratori più stretti dello scultore. Il Nilo fu scolpito da Giacomo Antonio Fancelli nel 1650, il Gange da Claude Poussin nel 1651, il Danubio, realizzato nel 1650, è opera di Antonio Raggi, mentre il Río de la Plata, realizzato l’anno dopo, reca la firma di Francesco Baratta.
La mano del Bernini
L’impronta indelebile dello scultore si nota sulle rocce, alle quali lavorò Bernini in persona, e sul cavallo che campeggia su un lato della fontana.
Il Cavallo | Fotogramma da video: © Luigi Serafini 2020
Cosa c’è sulla sommità del gruppo marmoreo?
Con uno straordinario effetto, contrario ai canoni architettonici dell'epoca, Bernini poggia il blocco di monolite su una struttura cava, che lascia, in mezzo, un vuoto, e sulla quale aderiscono soltanto gli spigoli della base di un obelisco di epoca romana rinvenuto sulla Via Appia.
Cosa c’è sulla sommità dell’obelisco?
In cima all’obelisco è posta una colomba con un ramoscello d’ulivo che ricorda lo stemma della famiglia del Papa, i Pamphilj, simbolo di pace e di potere.
La fontana “dorata”
Una volta concluso il suo capolavoro, Bernini volle conferire un tocco di colore alle rocce, in particolare alla palma, alle agavi, alle peonie. Per ottenere questo effetto distribuì vernice dorata in vari punti.
Lo scherzo dell'artista
La Fontana dei Quattro Fiumi fu inaugurata il 12 giugno 1651, alla presenza di papa Innocenzo X. Il pontefice rimase folgorato dalla bellezza delle statue e dalle decorazioni in vernice dorata, sebbene un po’ stupito dall’assenza di acqua. Le cronache del tempo raccontano che, per non sminuire il lavoro dell’artista, il Papa non fece alcun accenno al piccolo “inconveniente”. Solo poco prima che i presenti se ne andassero, a un cenno del Bernini, un dispositivo fece sgorgare l’acqua, con grande sorpresa di tutti.
Attorno alla Fontana dei Quattro Fiumi ruota anche un altro aneddoto. Essendosi diffusa la voce che la monumentale fontana sarebbe presto crollata sotto il peso dell'obelisco posto al di sopra, Bernini avrebbe deciso di beffarsi dei suoi avventori. Lo scultore avrebbe annodato all’obelisco sottili fili di lana, fissandoli con chiodi alle pareti di alcuni edifici di Piazza Navona, ostentando sollievo per aver messo in sicurezza la sua monumentale opera.
Foto: federicaluison0 via Pixabay
Leggi anche:
• Da Serafini a Bernini: viaggio alla Fontana dei Quattro Fiumi
• Luigi Serafini e il Codice della fantasia
• Luigi Serafini
• Storie di morte e di rinascita: Bernini e il Ratto di Proserpina
Si può fare il giro del mondo anche stando immobili. E lo si percepisce passeggiando intorno alla Fontana dei Quattro Fiumi, esempio straordinario - con il suo scenografico accordo di elementi umani, fantastici, naturali - del fascino esercitato da sempre sugli uomini dal viaggio, da terre ignote e mondi lontanissimi.
Tracciando questo piccolo universo in movimento, che imita lo spazio reale, Gian Lorenzo Bernini ha voluto trasmettere a chiunque guardasse il suo capolavoro una sensazione di meraviglia.
Ma solo avvicinandosi alle figure, è possibile scorgere, dietro la monumentale potenza della roccia, dettagli all’apparenza invisibili.
Il trionfo del Barocco si consuma al centro di Piazza Navona, in quell’agone che inizialmente fu di Domiziano - che proprio qui fece costruire il primo e unico esempio di stadio in muratura della Roma antica - e dove, molti secoli dopo, si affrontarono in singolar tenzone i più illustri rivali dell’arte: il cordiale, “ardente nell’ira” Gian Lorenzo Bernini, con la celeberrima fontana, e, solo più tardi, lo schivo Francesco Borromini, con il progetto dell’attigua Chiesa di Sant’Agnese in Agone.
Il Danubio e il Delfino | Fotogramma da video: © Luigi Serafini 2020
Come viene rappresentato il Nilo?
La monumentale figura che rappresenta il Fiume Nilo si copre il viso con un velo, alludendo all'oscurità delle sue sorgenti, rimaste ignote fino alla fine del XIX secolo.
Perché la figura che simboleggia il Río de la Plata è rappresentata con il braccio alzato?
Secondo una leggenda, la figura che rappresenta l’allegoria del fiume sudamericano, alzerebbe la mano in segno di orrore e di critica nei confronti dell’attigua facciata della Chiesa di Sant’Agnese in Agone, progettata dal Borromini. Ma quando Bernini realizzò la Fontana dei Quattro Fiumi, la chiesa non era ancora stata costruita.
Pertanto il gesto compiuto dalla figura potrebbe indicare il terrore, o forse la meraviglia di un indigeno, dinnanzi alla vista del tramonto del sole oltre l’orizzonte.
Quali piante si vedono accanto al Río de la Plata?
Ai piedi del fiume si notano delle piante di fico d’India.
Quale simbolo compare sulla fontana?
Due grandi stemmi in marmo della famiglia Pamphilj sono posti sulla parte alta della scogliera, con la colomba che porta nel becco un ramo di ulivo. La stessa colomba, in bronzo, è collocata alla sommità dell’obelisco.
Il Leone | Fotogramma da video: © Luigi Serafini 2020
Quali animali sono raffigurati sulla fontana?
Possiamo individuare diverse specie di animali. C’è il leone, simbolo del continente africano, sormontato da una palma mossa dal vento. Accanto ad un serpente marino, che sbuca dall’acqua, riconosciamo un armadillo, all’epoca animale sconosciuto, considerato al pari di un mostro.
In cima all’obelisco svetta una colomba in bronzo, mentre alcuni delfini compaiono sullo stemma dei Pamphilj e disseminati un po’ in tutta la superficie della fontana.
Un serpente di terra striscia vicino alla base dell'obelisco, mentre un grosso pesce - con la funzione di inghiottitoio dell'acqua - nuota nella vasca con la bocca aperta.
Chi ha scolpito le quattro statue?
A realizzare i quattro colossi, sulla base dei disegni del Bernini, furono i collaboratori più stretti dello scultore. Il Nilo fu scolpito da Giacomo Antonio Fancelli nel 1650, il Gange da Claude Poussin nel 1651, il Danubio, realizzato nel 1650, è opera di Antonio Raggi, mentre il Río de la Plata, realizzato l’anno dopo, reca la firma di Francesco Baratta.
La mano del Bernini
L’impronta indelebile dello scultore si nota sulle rocce, alle quali lavorò Bernini in persona, e sul cavallo che campeggia su un lato della fontana.
Il Cavallo | Fotogramma da video: © Luigi Serafini 2020
Cosa c’è sulla sommità del gruppo marmoreo?
Con uno straordinario effetto, contrario ai canoni architettonici dell'epoca, Bernini poggia il blocco di monolite su una struttura cava, che lascia, in mezzo, un vuoto, e sulla quale aderiscono soltanto gli spigoli della base di un obelisco di epoca romana rinvenuto sulla Via Appia.
Cosa c’è sulla sommità dell’obelisco?
In cima all’obelisco è posta una colomba con un ramoscello d’ulivo che ricorda lo stemma della famiglia del Papa, i Pamphilj, simbolo di pace e di potere.
La fontana “dorata”
Una volta concluso il suo capolavoro, Bernini volle conferire un tocco di colore alle rocce, in particolare alla palma, alle agavi, alle peonie. Per ottenere questo effetto distribuì vernice dorata in vari punti.
Lo scherzo dell'artista
La Fontana dei Quattro Fiumi fu inaugurata il 12 giugno 1651, alla presenza di papa Innocenzo X. Il pontefice rimase folgorato dalla bellezza delle statue e dalle decorazioni in vernice dorata, sebbene un po’ stupito dall’assenza di acqua. Le cronache del tempo raccontano che, per non sminuire il lavoro dell’artista, il Papa non fece alcun accenno al piccolo “inconveniente”. Solo poco prima che i presenti se ne andassero, a un cenno del Bernini, un dispositivo fece sgorgare l’acqua, con grande sorpresa di tutti.
Attorno alla Fontana dei Quattro Fiumi ruota anche un altro aneddoto. Essendosi diffusa la voce che la monumentale fontana sarebbe presto crollata sotto il peso dell'obelisco posto al di sopra, Bernini avrebbe deciso di beffarsi dei suoi avventori. Lo scultore avrebbe annodato all’obelisco sottili fili di lana, fissandoli con chiodi alle pareti di alcuni edifici di Piazza Navona, ostentando sollievo per aver messo in sicurezza la sua monumentale opera.
Foto: federicaluison0 via Pixabay
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