Due mostre celebrano l’artista della Secessione viennese
Da Roma a Piacenza nel segno di Gustav Klimt
Gustav Klimt, Giuditta, 1901, Olio su tela, 84 × 42 cm, Vienna , Belvedere | © Belvedere, Vienna | Foto: Johannes Stoll
Samantha De Martin
30/09/2021
Roma - Esattamente 110 anni fa, con l'opera Le Tre Età della Donna, presentata nel 1911 all'Esposizione Internazionale di Arte di Roma, Gustav Klimt conquistava la capitale.
Alcuni anni prima, a Ravenna, il maestro della Secessione Viennese, era rimasto folgorato dallo sfarzo dei mosaici bizantini. L'oro musivo, eco dei lavori del padre e del fratello in oreficeria, gli aveva suggerito un nuovo modo di trasfigurare la realtà e modulare le parti piatte e plastiche con passaggi tonali, dall'opaco al brillante.
Da qui avrebbero avuto origine alcuni dei capolavori klimtiani più celebri, come Giuditta I (1901), il Ritratto di Adele Bloch-Bauer I (1907), Il bacio (1907-08).
Il rapporto tra l’elegante, ambizioso, schivo pennello della Secessione viennese e l’Italia è dunque cosa nota. A celebrarlo e approfondirlo ripercorrendo uno dei capitoli più entusiasmanti della storia dell’arte del Novecento saranno due mostre, diverse e complementari, unite dal Progetto Klimt 2021-2022 e promosse da Roma Capitale e dal Comune di Piacenza, con la regia di Arthemisia.
I due appuntamenti porranno l’attenzione rispettivamente sulla dimensione pubblica e privata del maestro austriaco.
Gustav Klimt, Ritratto di signora, 1916-1917, olio su tela. Galleria d'arte moderna Ricci Oddi, Piacenza | Courtesy Galleria Ricci Oddi
Si parte dalla capitale, dove, dal 27 ottobre il Museo di Roma a Palazzo Braschi ospiterà la mostra Klimt. La Secessione e l’Italia, un racconto che vuole ripercorrere - con opere provenienti dal Belvedere di Vienna, dalla Klimt Foundation e da altre raccolte pubbliche e private - l’intera parabola artistica di Gustav Klimt, soffermandosi sull'aspetto “pubblico”.
Oltre a presentarne il ruolo di cofondatore della Secessione viennese, il racconto esplorerà per la prima volta il rapporto dell'artista con l’Italia, seguendone i viaggi e i successi espositivi.
La rassegna - a cura di Franz Smola, curatore del Belvedere, Maria Vittoria Marini Clarelli, Sovrintendente Capitolina ai Beni Culturali e Sandra Tretter, vicedirettore della Klimt Foundation di Vienna - accoglierà anche una selezione di dipinti e sculture di altri artisti, a supporto del racconto del periodo della Secessione viennese e dell’influsso di Klimt in Italia.
Ospite d’eccezione a Roma sarà il Ritratto di Signora (1916-17), dipinto al centro di una rocambolesca vicenda, trafugato dalla Galleria d’Arte Moderna Ricci Oddi di Piacenza nel 1997 e recuperato solo nel 2019.
Gustav Klimt, Il Bacio, 1907-1908, Vienna, Österreichische Galerie Belvedere | Courtesy of Österreichische Galerie Belvedere, Wien
Al Klimt “pubblico” e al suo rapporto con l’Italia il Progetto Klimt affiancherà un altro focus, che sarà sviluppato a Piacenza a partire dal 5 aprile 2022. La Galleria d’Arte Moderna Ricci Oddi e altri spazi contigui accenderanno i riflettori su Klimt intimo, secondo grande evento, curato da un comitato scientifico composto da Gabriella Belli, Elena Pontiggia, Lucia Pini, Valerio Terraroli.
L’appuntamento offrirà al pubblico uno sguardo inedito sulla vicenda dell'artista viennese. Partendo dall’opera ritrovata della Galleria Ricci Oddi, la mostra si propone come scoperta di un “Klimt ritrovato” anche nella sua dimensione più intima e personale, restituendo, attraverso opere e documenti, lo spessore di una vicenda umana e artistica.
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Alcuni anni prima, a Ravenna, il maestro della Secessione Viennese, era rimasto folgorato dallo sfarzo dei mosaici bizantini. L'oro musivo, eco dei lavori del padre e del fratello in oreficeria, gli aveva suggerito un nuovo modo di trasfigurare la realtà e modulare le parti piatte e plastiche con passaggi tonali, dall'opaco al brillante.
Da qui avrebbero avuto origine alcuni dei capolavori klimtiani più celebri, come Giuditta I (1901), il Ritratto di Adele Bloch-Bauer I (1907), Il bacio (1907-08).
Il rapporto tra l’elegante, ambizioso, schivo pennello della Secessione viennese e l’Italia è dunque cosa nota. A celebrarlo e approfondirlo ripercorrendo uno dei capitoli più entusiasmanti della storia dell’arte del Novecento saranno due mostre, diverse e complementari, unite dal Progetto Klimt 2021-2022 e promosse da Roma Capitale e dal Comune di Piacenza, con la regia di Arthemisia.
I due appuntamenti porranno l’attenzione rispettivamente sulla dimensione pubblica e privata del maestro austriaco.
Gustav Klimt, Ritratto di signora, 1916-1917, olio su tela. Galleria d'arte moderna Ricci Oddi, Piacenza | Courtesy Galleria Ricci Oddi
Si parte dalla capitale, dove, dal 27 ottobre il Museo di Roma a Palazzo Braschi ospiterà la mostra Klimt. La Secessione e l’Italia, un racconto che vuole ripercorrere - con opere provenienti dal Belvedere di Vienna, dalla Klimt Foundation e da altre raccolte pubbliche e private - l’intera parabola artistica di Gustav Klimt, soffermandosi sull'aspetto “pubblico”.
Oltre a presentarne il ruolo di cofondatore della Secessione viennese, il racconto esplorerà per la prima volta il rapporto dell'artista con l’Italia, seguendone i viaggi e i successi espositivi.
La rassegna - a cura di Franz Smola, curatore del Belvedere, Maria Vittoria Marini Clarelli, Sovrintendente Capitolina ai Beni Culturali e Sandra Tretter, vicedirettore della Klimt Foundation di Vienna - accoglierà anche una selezione di dipinti e sculture di altri artisti, a supporto del racconto del periodo della Secessione viennese e dell’influsso di Klimt in Italia.
Ospite d’eccezione a Roma sarà il Ritratto di Signora (1916-17), dipinto al centro di una rocambolesca vicenda, trafugato dalla Galleria d’Arte Moderna Ricci Oddi di Piacenza nel 1997 e recuperato solo nel 2019.
Gustav Klimt, Il Bacio, 1907-1908, Vienna, Österreichische Galerie Belvedere | Courtesy of Österreichische Galerie Belvedere, Wien
Al Klimt “pubblico” e al suo rapporto con l’Italia il Progetto Klimt affiancherà un altro focus, che sarà sviluppato a Piacenza a partire dal 5 aprile 2022. La Galleria d’Arte Moderna Ricci Oddi e altri spazi contigui accenderanno i riflettori su Klimt intimo, secondo grande evento, curato da un comitato scientifico composto da Gabriella Belli, Elena Pontiggia, Lucia Pini, Valerio Terraroli.
L’appuntamento offrirà al pubblico uno sguardo inedito sulla vicenda dell'artista viennese. Partendo dall’opera ritrovata della Galleria Ricci Oddi, la mostra si propone come scoperta di un “Klimt ritrovato” anche nella sua dimensione più intima e personale, restituendo, attraverso opere e documenti, lo spessore di una vicenda umana e artistica.
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