A Roma di nuovo visibile dopo un restauro conservativo la tomba dell’imperatore
Dentro il Mausoleo di Augusto, il "labirinto" dalle tante vite che riapre dopo 14 anni
Mausoleo di Augusto, Roma | Courtesy Zetema
Samantha De Martin
02/03/2021
Roma - Un dedalo di ambienti, secoli e storie si dipana nel grande ventre della tomba circolare più grande al mondo, nel cuore di Roma.
A guardarlo dall’interno, percorrendone il labirinto attraversato da scale, lapidi, anelli murari, corridoi, urne cinerarie, questo sepolcro voluto nel 28 a.C. da un giovane Ottaviano, non ancora “Augusto”, pochi anni dopo la vittoriosa battaglia di Azio contro la flotta di Antonio e Cleopatra, sorprende e confonde, svelando al visitatore quello che dall’esterno si presentava, fino ad alcuni anni fa, come un alto, inaccessibile cilindro abbandonato all’incuria e infestato da piante selvatiche.
Roma torna a godere di uno dei suoi monumenti più rappresentativi, emblema della magnificenza architettonica della città. Dopo 14 anni di totale chiusura al pubblico e un accurato restauro conservativo, il Mausoleo di Augusto riapre le sue porte per svelare ai visitatori i segreti contenuti tra gli ambienti dove storia e potere si intrecciano.
Con la sua forma circolare che lo rende più simile alle antiche tombe etrusche che non ai sepolcri greci, un diametro di 87 metri, e l’altezza del cilindro centrale pari a 40 metri, questa tomba dove Augusto volle fossero sepolti congiunti e discendenti, doveva essere visibile anche da molto lontano, proiettando la statua bronzea dell’imperatore, posta sulla sommità, con i suoi cinque metri di altezza, verso il luminoso cielo di Roma.
Mausoleo di Augusto | Foto: © Samantha De Martin per ARTE.it
Da castello ad auditorium: le tante vite del Mausoleo di Augusto
Percorrendo, dall’ingresso, il groviglio di ambienti del Mausoleo, sembra di sfogliare secoli di storia. In realtà questa struttura fu usata come tomba solo per un secolo. Quando, infatti, gli imperatori successivi ad Augusto iniziarono a costruirsi sepolcri diversi, il Mausoleo fu lentamente lasciato in stato di abbandono. Ebbero così inizio le sue trasformazioni. Nel 410 d.C. fu investito da un assedio da parte dei Goti, nel corso del quale vennero rubati gli oggetti più preziosi. Nel Medioevo la famiglia Colonna fortificò il monumento trasformandolo in castello.
Passando di mano in mano, la tomba voluta dall’imperatore che aveva trasformato in una città di marmo la Roma di mattoni, ospitò un giardino pensile, e poi un anfiteatro per spettacoli di corride e fuochi d’artificio, e ancora un teatro di posa.
All’inizio del Novecento, con il nome di Auditorium Augusteo, il Mausoleo fu una delle sale da musica più famose d’Europa dove avremmo visto esibirsi illustri nomi, da Mascagni a Toscanini. Fino a quando, in epoca fascista, non se ne tentò il restauro.
Era il 1936 quando i picconi del Duce demolirono l’Auditorium che sovrastava il Mausoleo e, con questo, le costruzioni che, nei secoli, gli erano cresciute addosso. A interrompere l’intervento che avrebbe dovuto riportare in vita solo i fasti della Roma imperiale, ci pensò la guerra, ma da allora la tomba di Augusto precipitò in uno stato di completo abbandono.
Trascorsero oltre 70 anni di silenzio. Nel 2007 iniziarono i nuovi scavi archeologici del sepolcro e della piazza circostante, mentre nel 2016 prese il via il restauro conservativo che avrebbe restituito al Mausoleo un posto di primo piano tra le ricchezze archeologiche di Roma.
Quello che resta
Non è facilissimo provare a immaginare come dovevano presentarsi gli ambienti al cospetto delle varie epoche storiche. In prossimità dell’ingresso, forse su alcuni pilastri, avremmo ammirato le tavole bronzee con incise le Res Gestae, il racconto delle imprese politiche di Augusto redatto dall'Imperatore stesso (il testo è trascritto sul muro del vicino Museo dell’Ara Pacis). Dal dromos, con la quinta architettonica che sbarra l’accesso diretto alla camera funeraria, proviamo a intravedere i tre ambulacri che conducevano alla cella sepolcrale che ospitava le urne con le ceneri dei parenti di Augusto.
L’urna dell’Imperatore si trovava con ogni probabilità nel cilindro centrale, in corrispondenza della statua posta sulla sommità. Il tempo ci ha lasciato tuttavia l’urna di Ottavia, sorella di Augusto - che reca ancora gli evidenti colpi di piccone che nel Medioevo tentarono di distruggerla - e la suggestiva lapide dedicata a Marcello e Ottavia, chiamati affettuosamente “gener” e “soror”, al posto dei loro nomi ufficiali.
L'iscrizione dedicata a Marcello e Ottavia, nella camera funeraria del Mausoleo di Augusto | Foto: © Samantha De Martin per ARTE.it
Raggiungendo il piano superiore con una scala del 1907 ritroviamo la volta a botte che doveva segnare l’ingresso ai palchi del teatro ottocentesco. Quello che resa degli spettacoli nell’antico Anfitratro Correa, edificato sui resti del mausoleo di Augusto per volere del marchese portoghese Vincenzo Mani Correa e attivo dal 1780 al 1936, sono gli anelli della mangiatoia che dovette sfamare i buoi e i bufali che si esibivano nell’anfiteatro. O ancora la scalinata cordonata destinata agli animali. Decisamente più tarde sono le scritte depositate da visitatori indisciplinati nel corso del Novecento, da un “Viva Bartali” a pensieri d’amore incisi su una parete, volutamente lasciate dai restauratori a testimonianza di una delle tante tracce del tempo depositatesi sul monumento.
Presto la realizzazione di un ascensore interno consentirà la visita anche ai disabili.
Mausoleo di Augusto, gli anelli della mangiatoia per i buoi e i bufali che si esibivano nell’anfiteatro | Foto: © Samantha De Martin per ARTE.it
Un intervento di valorizzazione “work in progress”
La fase di restauro conservativo del Mausoleo di Augusto si è conclusa nel 2019 ed è stata realizzata mediante un finanziamento pubblico di 4.275.000 di euro (di cui 2 milioni versati dal Mibact e 2.275.000 da Roma Capitale). Attualmente è in corso la fase di valorizzazione grazie allo stanziamento di otto milioni offerto dalla Fondazione TIM.
Con la sistemazione di numerose concamerazioni interne e l'avvio dell'allestimento del percorso museale, è stato possibile anticiparne la fruizione al pubblico che potrà visitarne l'area centrale anche con il cantiere in corso e in totale sicurezza.
Un progetto che coinvolge un’intera piazza
Il restauro e la riapertura del Mausoleo di Augusto, che dal 1907 è di proprietà del Comune di Roma, si inserisce in un più ampio progetto di riqualificazione di Piazza Augusto Imperatore, sulla quale il monumento insiste.
Nel 2022, sulla stessa area, che accoglie anche l’Ara Pacis e si appresta a diventare un grande spazio pubblico, sorgerà anche il primo Bulgari Hotel della capitale. L'ex edificio Inps, progetatto negli anni Trenta dall'architetto Vittorio Ballio Morpurgo, troverà nuovo splendore con il restauro di Antonio Citterio e Patricia Viel.
Come fare per visitare il Mausoleo
Il Mausoleo di Augusto potrà essere visitato gratuitamente fino al 21 aprile, giorno che celebra il “Natale” di Roma. Al momento le prenotazioni sono già sold out fino alla prima metà del mese prossimo, ma resta ancora disponibile l’arco dal 22 aprile al 30 giugno. Il biglietto di ingresso si potrà pre-acquistare sul sito ufficiale. Dal 22 aprile prossimo, e per tutto il 2021, l’accesso resterà sempre gratuito per i residenti.
Sempre dal 22 aprile, la visita al Mausoleo - i cui servizi museali saranno gestiti da Zètema Progetto Cultura - sarà resa ancora più suggestiva grazie ai contenuti digitali, in realtà virtuale e aumentata, realizzati dalla Fondazione TIM.
Il Mausoleo di Augusto nel cuore di Roma | Courtesy Zetema
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A guardarlo dall’interno, percorrendone il labirinto attraversato da scale, lapidi, anelli murari, corridoi, urne cinerarie, questo sepolcro voluto nel 28 a.C. da un giovane Ottaviano, non ancora “Augusto”, pochi anni dopo la vittoriosa battaglia di Azio contro la flotta di Antonio e Cleopatra, sorprende e confonde, svelando al visitatore quello che dall’esterno si presentava, fino ad alcuni anni fa, come un alto, inaccessibile cilindro abbandonato all’incuria e infestato da piante selvatiche.
Roma torna a godere di uno dei suoi monumenti più rappresentativi, emblema della magnificenza architettonica della città. Dopo 14 anni di totale chiusura al pubblico e un accurato restauro conservativo, il Mausoleo di Augusto riapre le sue porte per svelare ai visitatori i segreti contenuti tra gli ambienti dove storia e potere si intrecciano.
Con la sua forma circolare che lo rende più simile alle antiche tombe etrusche che non ai sepolcri greci, un diametro di 87 metri, e l’altezza del cilindro centrale pari a 40 metri, questa tomba dove Augusto volle fossero sepolti congiunti e discendenti, doveva essere visibile anche da molto lontano, proiettando la statua bronzea dell’imperatore, posta sulla sommità, con i suoi cinque metri di altezza, verso il luminoso cielo di Roma.
Mausoleo di Augusto | Foto: © Samantha De Martin per ARTE.it
Da castello ad auditorium: le tante vite del Mausoleo di Augusto
Percorrendo, dall’ingresso, il groviglio di ambienti del Mausoleo, sembra di sfogliare secoli di storia. In realtà questa struttura fu usata come tomba solo per un secolo. Quando, infatti, gli imperatori successivi ad Augusto iniziarono a costruirsi sepolcri diversi, il Mausoleo fu lentamente lasciato in stato di abbandono. Ebbero così inizio le sue trasformazioni. Nel 410 d.C. fu investito da un assedio da parte dei Goti, nel corso del quale vennero rubati gli oggetti più preziosi. Nel Medioevo la famiglia Colonna fortificò il monumento trasformandolo in castello.
Passando di mano in mano, la tomba voluta dall’imperatore che aveva trasformato in una città di marmo la Roma di mattoni, ospitò un giardino pensile, e poi un anfiteatro per spettacoli di corride e fuochi d’artificio, e ancora un teatro di posa.
All’inizio del Novecento, con il nome di Auditorium Augusteo, il Mausoleo fu una delle sale da musica più famose d’Europa dove avremmo visto esibirsi illustri nomi, da Mascagni a Toscanini. Fino a quando, in epoca fascista, non se ne tentò il restauro.
Era il 1936 quando i picconi del Duce demolirono l’Auditorium che sovrastava il Mausoleo e, con questo, le costruzioni che, nei secoli, gli erano cresciute addosso. A interrompere l’intervento che avrebbe dovuto riportare in vita solo i fasti della Roma imperiale, ci pensò la guerra, ma da allora la tomba di Augusto precipitò in uno stato di completo abbandono.
Trascorsero oltre 70 anni di silenzio. Nel 2007 iniziarono i nuovi scavi archeologici del sepolcro e della piazza circostante, mentre nel 2016 prese il via il restauro conservativo che avrebbe restituito al Mausoleo un posto di primo piano tra le ricchezze archeologiche di Roma.
Quello che resta
Non è facilissimo provare a immaginare come dovevano presentarsi gli ambienti al cospetto delle varie epoche storiche. In prossimità dell’ingresso, forse su alcuni pilastri, avremmo ammirato le tavole bronzee con incise le Res Gestae, il racconto delle imprese politiche di Augusto redatto dall'Imperatore stesso (il testo è trascritto sul muro del vicino Museo dell’Ara Pacis). Dal dromos, con la quinta architettonica che sbarra l’accesso diretto alla camera funeraria, proviamo a intravedere i tre ambulacri che conducevano alla cella sepolcrale che ospitava le urne con le ceneri dei parenti di Augusto.
L’urna dell’Imperatore si trovava con ogni probabilità nel cilindro centrale, in corrispondenza della statua posta sulla sommità. Il tempo ci ha lasciato tuttavia l’urna di Ottavia, sorella di Augusto - che reca ancora gli evidenti colpi di piccone che nel Medioevo tentarono di distruggerla - e la suggestiva lapide dedicata a Marcello e Ottavia, chiamati affettuosamente “gener” e “soror”, al posto dei loro nomi ufficiali.
L'iscrizione dedicata a Marcello e Ottavia, nella camera funeraria del Mausoleo di Augusto | Foto: © Samantha De Martin per ARTE.it
Raggiungendo il piano superiore con una scala del 1907 ritroviamo la volta a botte che doveva segnare l’ingresso ai palchi del teatro ottocentesco. Quello che resa degli spettacoli nell’antico Anfitratro Correa, edificato sui resti del mausoleo di Augusto per volere del marchese portoghese Vincenzo Mani Correa e attivo dal 1780 al 1936, sono gli anelli della mangiatoia che dovette sfamare i buoi e i bufali che si esibivano nell’anfiteatro. O ancora la scalinata cordonata destinata agli animali. Decisamente più tarde sono le scritte depositate da visitatori indisciplinati nel corso del Novecento, da un “Viva Bartali” a pensieri d’amore incisi su una parete, volutamente lasciate dai restauratori a testimonianza di una delle tante tracce del tempo depositatesi sul monumento.
Presto la realizzazione di un ascensore interno consentirà la visita anche ai disabili.
Mausoleo di Augusto, gli anelli della mangiatoia per i buoi e i bufali che si esibivano nell’anfiteatro | Foto: © Samantha De Martin per ARTE.it
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Con la sistemazione di numerose concamerazioni interne e l'avvio dell'allestimento del percorso museale, è stato possibile anticiparne la fruizione al pubblico che potrà visitarne l'area centrale anche con il cantiere in corso e in totale sicurezza.
Un progetto che coinvolge un’intera piazza
Il restauro e la riapertura del Mausoleo di Augusto, che dal 1907 è di proprietà del Comune di Roma, si inserisce in un più ampio progetto di riqualificazione di Piazza Augusto Imperatore, sulla quale il monumento insiste.
Nel 2022, sulla stessa area, che accoglie anche l’Ara Pacis e si appresta a diventare un grande spazio pubblico, sorgerà anche il primo Bulgari Hotel della capitale. L'ex edificio Inps, progetatto negli anni Trenta dall'architetto Vittorio Ballio Morpurgo, troverà nuovo splendore con il restauro di Antonio Citterio e Patricia Viel.
Come fare per visitare il Mausoleo
Il Mausoleo di Augusto potrà essere visitato gratuitamente fino al 21 aprile, giorno che celebra il “Natale” di Roma. Al momento le prenotazioni sono già sold out fino alla prima metà del mese prossimo, ma resta ancora disponibile l’arco dal 22 aprile al 30 giugno. Il biglietto di ingresso si potrà pre-acquistare sul sito ufficiale. Dal 22 aprile prossimo, e per tutto il 2021, l’accesso resterà sempre gratuito per i residenti.
Sempre dal 22 aprile, la visita al Mausoleo - i cui servizi museali saranno gestiti da Zètema Progetto Cultura - sarà resa ancora più suggestiva grazie ai contenuti digitali, in realtà virtuale e aumentata, realizzati dalla Fondazione TIM.
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